Sangue sui rifiuti
- Autore: Sergio Aquino
- Anno di pubblicazione: 2009
La ‘Ndrina calabrese, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, le lotte per il controllo del territorio, la connivenza fra mafia e politica stanno alla base delle vicende.
I personaggi sono concentrati nell’organizzazione dei piani e nella loro realizzazione, e il lettore con loro. La materia è seria, tutta l’azione gira attorno al rapimento di un bambino, alle minacce di morte nei suoi confronti e alle imprese finalizzate alla sua liberazione.
Sin dalle prime pagine di Sangue sui rifiuti di Sergio Aquino (Pellegrini editore, 2009) si ha l’impressione di essere lì, fra i vicoli bui di una Perugia notturna, appena illuminati da una luna piena; si avverte il respiro affannoso dell’uomo che avanza a fatica su un terreno reso sdrucciolevole dall’umidità, percepiamo il battito convulso del suo cuore spaventato. La prosa rapida, semplice e senza fronzoli, ti porta lì sulla scena a vivere di persona quei fatti e quelle emozioni.
Il romanzo inizia in medias res, ma più che un romanzo sembra una sceneggiatura: poche descrizioni, dettagli per inquadrare una scena, un luogo, un istante, una persona, e il resto parole, emozioni, che i personaggi si scambiano senza sosta.
Sergio Aquino possiede una notevole capacità di sdoppiamento, riesce ad assumere toni ed atteggiamenti svariati; sa anche entrare nel cuore e nel cervello di una donna: non immagina, non descrive possibili sensazioni femminili, lui le “agisce”, lui le vive.
Gli eventi si susseguono, veloci, la materia è “pesante”, seria, pericolosa, ma lui riesce a stemperarla con un tono leggero ed ironico.
Il lessico è mutevole:
- familiare, quando ci riporta ai ricordi d’infanzia, a quegli indimenticabili “formaggini triangolari, fatti di cioccolata, con la granella di nocciole”.
- affettuoso e nostalgico, quando riemerge il ricordo del padre, dei suoi principi inderogabili, delle rigide regole di vita.
- artistico-descrittivo, suggestivo e colto, quando ci accompagna, come una perfetta guida, lungo il museo all’aperto, descrivendo e interpretando le varie opere e la loro ubicazione.
- tecnico e settoriale, quando ci catapulta in un mondo di spie, quasi da film di James Bond, com’è la casa dell’ing. Rizzo in Sila, una sorpresa nel racconto, uno squarcio improvviso su una dimensione sconosciuta, quale è il campo delle armi moderne, speciali e sofisticate, o dei satelliti geostazionari (“Le armi hanno delle specificità di territorio e razza, cultura e a volte religione”)!
- fresco, lieve, giovanile. Un linguaggio che serve a sdrammatizzare la serietà del problema di fondo, il pathos che aleggia su tutta l’azione, complessa, pericolosa.
- lucido, passionale e viscerale, quando ci rimanda a vicende storico-politiche che pesano sul cuore di chi scrive e di chi legge.
- evocativo, stuzzicante, goloso, quando fa partecipare il lettore alle numerose cene dei suoi protagonisti; non semplici pasti, ma riti, raffinati e d’èlite.
Pur essendo un noir, questo libro ha un aspetto gustoso, che forse i suoi commentatori dimenticheranno di evidenziare: questo libro è anche una guida gastronomica, essenziale e raffinata, colta e un poco snob!
Intervista di Giovanna Baglione a Sergio Aquino
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Recensione esaustiva. Dico solo che, effettivamente, sarebbe bello trarne un film, per quanto sia avvincente.
Recensione precisa ed esaustiva. Brava, prof.