Saudade
- Autore: Graziella Atzori
- Anno di pubblicazione: 2014
Questo romanzo narra la storia di due gemelli, Nivea e Nazario, legati profondamente sin dalla nascita. Sono di origini istriane e la condizione di esuli segna le loro vite, rendendoli in qualche modo esclusi e diversi. Dopo una separazione di alcuni anni in cui l’uno e l’altra errano alla ricerca dell’amore, in seguito alla morte della madre, si ritrovano a contare le ferite sulla loro pelle. Nazario è gay ed è invaso da una grande disperazione e da struggenti ricordi, poiché il suo compagno si è suicidato in preda a una crisi depressiva. Nivea, generosa come solo una donna innamorata sa essere, rinuncia a una relazione quando il suo uomo le rivela che la moglie lo renderà presto padre. Così i due fratelli trovano pace nella vicinanza reciproca, in una maturità vissuta senza troppe pretese, nel vecchio appartamento dei genitori, in compagnia di un gattino.
Quando Nivea viene portata d’urgenza all’ospedale e rischia la vita, Nazario riscopre il profondo legame con Dio, che da tempo aveva relegato in un angolino del suo cuore. Allora comincerà per entrambi una lenta ripresa e Nazario vivrà di “saudade”, come gli ha insegnato la bimba brasiliana che ha adottato a distanza, cioè di quel senso di nostalgia che fa vivere il vero sapore della vita.
La struttura del romanzo, narrato in prima persona da Nazario con il tempo al presente, sembra un’intima confessione resa a un immaginario interlocutore, un’apertura dell’anima fatta di ricordi, sensazioni, ticchettii del cuore. Dal presente si va a ritroso nel passato, agli albori della storia di questi due gemelli, a un tempo in cui loro non c’erano e i loro genitori vivevano e soffrivano. Salto dopo salto si rivive tutta la storia di quella famiglia che è poi la storia di un popolo sradicato, tormentato che, come tutte le genti in esilio, riporta anche nei figli le cicatrici di quanto ha dovuto subire.
I personaggi sono ben delineati sia nella descrizione fisica che nella loro intimità. Sono tutti visti col filtro del ricordo e anche il narratore parla del se stesso che era, si riguarda con gli occhi della maturità e si assolve nei suoi errori. Davanti alla mente di lui che ricorda sfilano gli amori passati, il padre morto prematuramente, la madre forte e risoluta con le sue frasi di saggezza, la sorella e la sua vita non vissuta, gli alunni della scuola. Una folla che non c’è più o, se c’è, è cambiata tanto. Tutto questo rende le figure evanescenti e struggenti, ma proprio per questo potenti, capaci di incidere l’anima. I personaggi sono visti con una sensibilità che fa vibrare le più profonde corde.
La trama è fatta di balzi in avanti e repentini ritorni, ma l’autrice padroneggia bene questi salti temporali, lo fa alla maniera di Proust, gli oggetti e i luoghi diventano le porte spazio-temporali che permettono il passaggio e il lettore si trova coinvolto, viene fatto salire sulla macchina del tempo. Ci sono diversi riferimenti biblici.
Si fa uso di discorsi diretti liberi per rendere l’idea di un pensiero slegato, senza mediazioni, che scorre direttamente dal narratore all’ascoltatore.
La lettura è emozionante, coinvolgente e la delicatezza con cui gli argomenti anche più scabrosi sono affrontati è sorprendente. Trapela una sensibilità verso il dolore, un patire per sofferenze anche non proprie che fa avvicinare questa prosa alla poesia e si può affermare che, in effetti, qui la parola possieda la nobiltà del verso poetico. La considero una di quelle letture destinate alle persone dotate di sensibilità e gusto per le cose belle.
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Saudade - Graziella Atzori (David and Matthaus Edizioni - 2014 - pp 94)
Il racconto è basato sulla storia di due fratelli gemelli Nazario e Nivea che vivono una realtà quasi di sogno dove l’amore è il principale protagonista. Soprattutto amore per la vita, che sanno regalarsi vicendevolmente in un’intima comprensione e uno scambio di gesti affettuosi e complicità familiari, anche talvolta leggere invidie che sono comunque motore per un più profondo e benevolo legame fraterno. Nazario è omosessuale, ed è nel romanzo la figura che narra in prima persona. Lui non trova pace tra innumerevoli e impuri amori e storie che lo segnano profondamente in un animo troppo sensibile. Ma la storia tormentata con Giorgio sarà per lui l’apice di un amore finalmente appagato, dove trovare, in fondo a due occhi azzurri e innamorati, le mille risposte di una vita che ricerca la bellezza nell’amore e nell’arte, storia purtroppo finita con la tragica scomparsa di Giorgio.
Anche Nivea trova l’amore ma lo sceglie clandestino, cioè destinato a non appartenerle totalmente, non sposerà mai l’uomo di cui è profondamente innamorata perché lui è già sposato. E quando arriva un figlio al suo matrimonio Nivea sceglie la rinuncia al suo amore, che porta avanti quasi ostinatamente e chiedendo a Giorgio di aiutarla in questo compito di rinnegamento di un legame che l’aveva portata alla felicità.
Graziella Atzori riesce a dare alle vicende una narrazione fluente, dove il periodo in cui Nazario racconta è legato attraverso i ricordi del passato in modo armonioso al presente, e il futuro è un limpido spazio dove riporre speranze e aspettative. Il lessico è raffinato e molto elegante. Il romanzo, volendo illustrare il significato di saudade, cioè quella sottile malinconia che avvolge il narratore sin dall’infanzia, pone un accento notevole su aspetti filosofici di vita, dando non poche occasioni di riflessione sul significato della vita, sul significato di malinconia, che porta inevitabilmente impresso il carisma della poesia. Di fatto quest’opera è connotata di profondità poetiche che appaiono nella cura ricercata del lessico e nella sapiente misura del periodo. I personaggi vengono amati attraverso l’amore che essi stessi agiscono; è stata creata un’armonia familiare tra loro due quasi perfetta, dove Nazario, ma si può dire anche Nivea, ritrova l’essenza della sua epoca, cioè vive la modernità degli anni presenti attraverso uno stile di vita imperniato sulla cura reciproca, sull’amabilità, sulla disponibilità verso l’altro che rende piacevole ogni esperienza.E la perdita del padre, attraverso il dramma della guerra, non inficia il grande progetto dell’amore che è insito nelle loro anime.
Nel suo complesso è un racconto che lancia un positivo messaggio di speranza. Oltre gli orrori della guerra, oltre una famiglia privata della figura del padre e del marito, oltre una donna rimasta sola a crescere due bambini piccoli, s’intravede la nascita, attraverso queste due vite, di una dolcezza d’animo che è propria di una profonda sensibilità, di una ricchezza umana scevra dagli abbrutimenti della solitudine, di un amore vicendevole che oltrepassa ogni barriera, anche quella della malattia, vista non come impedimento ma come leva sulla quale far rinascere, più pura che mai, la bellezza dell’amore vero.