Franz Kafka si colloca fra i primi in quella lista di autori e artisti che sono stati riletti, commentati e approfonditi in tutti gli aspetti possibili. Ha fatto appassionare per la sua prosa inconfondibile, ha intrigato i lettori con le trame e le tematiche che affondano nell’animo umano, è stato letto e riletto meritevolmente per tutte le interpretazioni che può generare.
È legittimo quindi chiedersi come poter nutrire il dibattito su questo grande autore senza cadere nella ridondanza, senza rischiare di risultare banale o noioso. Per alimentare il discorso intorno a Kafka bisogna quindi spostarsi e guardare più da vicino. Avvicinarsi metaforicamente di sicuro, per infilarsi tra le pieghe e le fessure più remote dei suoi scritti e trarne nuove considerazioni. Ma l’azione di avvicinarsi deve essere anche letterale, almeno per gli studiosi che ne hanno l’occasione.
Conoscete la storia degli “scarabocchi” di Kafka?
Cosa sono gli “scarabocchi” di Kafka?
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La storia rocambolesca degli “scarabocchi” di Kafka vede protagonista Max Brod, l’amico di Kafka che salvò gli scritti che l’autore voleva bruciare. Non solo salvò gli scritti, ma anche tutti quei disegni fatti distrattamente nei momenti di stasi, a lavoro o a lezione.
Brod aveva l’intenzione di raccogliere questi disegni ripescati dai cestini in un album, per pubblicare questa ennesima espressione artistica di una grande mente.
Questo progetto non vide mai realizzazione, gli scarabocchi vennero lasciati in eredità all’esecutrice testamentaria di Brod, Ester Hoffe, che li tenne nel proprio appartamento.
Solo recentemente questi disegni sono stati riscoperti e hanno trovato la via per l’esposizione museale. Nasce così “Scarabocchi”, il libro che raccoglie tutti i disegni di Kafka. I disegni all’interno sono suddivisi in base a come sono stati rinvenuti; quelli che sono stati trovati all’interno di un contesto di scrittura, come pagine di diario, lettere e cartoline, sono affiancati ai testi a cui sono accompagnati originariamente. Se invece i disegni non sono stati trovati con una chiara collocazione logica, sono stati accostati testi inediti del vasto repertorio di Kafka.
Con questa nuova prospettiva, è concesso a tutti gli appassionati di questo grande autore di posare lo sguardo su di esso con un sentimento rinnovato. Le epistole dai contenuti intimi, riflessivi, emozionanti o anche di semplici scambi quotidiani, accompagnate dagli schizzi espressivi gettati su pezzi di carta, creano una nuova combinazione. Poter vedere cosa balenava nella mente di Kafka quando descriveva una sensazione sconvolge anche l’idea che ogni lettore si è fatto del suo stile.
Significative sono le figure ricorrenti in questi scarabocchi, sagome come macchiette che si animano ed esprimono platealmente le emozioni dello scrittore (o disegnatore), come l’omino che riposa affranto accanto al testo in cui si parla della caducità dell’estate, delle speranze nel futuro che si rivelano delle illusioni.
Possiamo anche vedere un sogno di Kafka illustrato, in una lettera alla prima storica fidanzata, Felice Bauer. In questa Franz ricorda un sogno romantico, una passeggiata fra le strade di Praga, i due che camminano e poi si stringono, non a braccetto, tiene a specificare nella lettera, si prendono la mano in un modo specifico, che inizialmente cerca di descrivere a parole, poi decide di lasciare illustrato in un disegno esplicativo.
Queste situazioni di vita ordinaria che sembrano di poco conto ci mostrano tuttavia una persona dietro alla figura di scrittore rinomato, concedendoci uno sguardo curioso nella personalità di Kafka. Si aprono le porte ad un mondo inesplorato, la sua fantasia prende forma e ci introduce nella sua realtà, quella di un impiegato che si distrae come ognuno di noi, che si annoia e passa la penna sul foglio tracciando linee che a volte si trasformano in figure familiari, a volte rimangono ineffabili.
Così gli scarabocchi di Kafka possono donare a tutti gli appassionati dello scrittore una tessera aggiuntiva del grande puzzle che lo compone, in grado di mettere a fuoco un po’ meglio la sua figura così enigmatica.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Scarabocchi”, i disegni di Kafka che svelano la natura artistica dell’autore
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