Scherzetto di Domenico Starnone

Ho comprato “Scherzetto” di Domenico Starnone attratta da ciò che ne avevo letto, ovvero la narrazione di tre giorni trascorsi da un nonno settantacinquenne con il nipotino di quattro anni (sono nonna anche io da due anni e mezzo e il mio nipotino si chiama proprio come il co-protagonista della storia).

I due vivono in due città diverse (Milano e Napoli) per cui l’anziano nonno è costretto a spostarsi malvolentieri per tornare nella sua città natale e ritrovarsi nella sua vecchia casa dove era cresciuto e da dove era fuggito per vari motivi.
È ancora convalescente dopo un intervento subìto. La figlia e il marito devono allontanarsi per un convegno in Sardegna e chiedono la collaborazione del nonno che, in verità, non vedono da parecchio tempo.
C’è un altro motivo per questa richiesta di aiuto: una forte crisi matrimoniale in corso e questo è l’ultimo tentativo di ricucire il rapporto, l’ultima occasione per potersi chiarire in assenza del piccolo Mario.
Mario è un bambino molto sveglio, intelligente, informato e, secondo il nonno, saputello! Il loro sembra un incontro tra grandi, tanto è freddo l’adulto e adulte le risposte del piccolo.
Il nonno è un illustratore di storie e, nel periodo della trasferta, dovrebbe consegnare un lavoro; non riesce a concentrarsi a causa della presenza esigente di Mario ma nello stesso tempo viene ispirato per i suoi disegni dalla casa e dai suoi “fantasmi”. Riuscirà a lavorare?

Ho letto “Scherzetto” di Domenico Starnone con piacere e un po’ di ansia, c’è infatti un momento drammatico che spinge a proseguire la lettura per sapere come andrà a finire. È un libro che consiglio senz’altro.