Scritti su Dante
- Autore: Ettore Catalano
- Genere: Classici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2024
Ettore Catalano, professore Ordinario di Letteratura Italiana nell’Università del Salento (in cui è ora professore Onorario per diretta nomina ministeriale), è uno dei maggiori studiosi di Dante. Con il suo nuovo libro Scritti su Dante, uscito per GPM edizioni a fine luglio 2024, il professore raccoglie alcuni suoi precedenti articoli sul Sommo Poeta.
Uno in particolare ha destato la mia attenzione, vale a dire il primo della raccolta, quello che parla dell’amore tra Paolo Malatesta e Francesca da Rimini. Tralasciando gli aspetti già risaputi della vicenda, Ettore Catalano riporta alcune curiosità proprio sulla veridicità della storia. Boccaccio, ad esempio, scrive che lui non era a conoscenza del seguito di quel fatto e che probabilmente neppure Dante ne conosceva i dettagli, ma che probabilmente ne era venuto a conoscenza per racconto. Circostanza peraltro confermata da Pupi Avati nel suo film "Dante" (2022), dove il regista mette in evidenza che il Poeta, all’epoca ventiquattrenne, ne fosse venuto a conoscenza dal racconto di un compagno d’arme prima della battaglia di Campaldino dell’11 giugno 1289.
In effetti il fatto di sangue risale al 1285, quindi è probabile che Boccaccio avesse ragione nello scrivere che Dante ne sapesse quanto gli altri, non di più. Sta di fatto che il racconto di quell’omicidio provocò qualcosa di eterno nell’animo del Poeta, a tal punto da scriverne nell’Inferno molti anni più tardi.
Catalano mette nero su bianco anche un altro aspetto che spesso viene trascurato, e cioè che la stesura dell’Inferno non iniziò durante l’esilio ma qualche anno prima, circostanza confermata dal Santagata. Ma non solo. Per gli appassionati del Sommo Poeta, il fatto che i primi canti dell’Inferno siano stati scritti a Firenze è confermato anche dal regista Vittorio Cottafavi nel suo sceneggiato Rai del 1965 “Vita di Dante”, dove il Sommo Poeta, interpretato da Giorgio Albertazzi, riceve il suo manoscritto mentre è ospite (in esilio) di Moroello Malaspina.
Particolarmente interessante è anche il capitolo sull’invettiva all’Italia, nel Canto VI del Purgatorio. Catalano riporta correttamente quella che è l’idea politica di Dante, e cioè la monarchia universale (di cui peraltro parla nel De Monarchia), vale a dire un solo Imperatore su tutti i Comuni, purché questi – riconosciuta la sola autorità imperiale – siano liberi e autonomi nelle loro cose. Il dubbio che il Poeta fosse divenuto ghibellino sorge legittima, ma non è così.
Dante spera di rientrare a Firenze, quindi sposa la causa di Enrico VII di Lussemburgo (detto Arrigo), che scende in Italia per riaffermare il potere imperiale su quello temporale del Papa. Una vittoria di Arrigo avrebbe significato il ritorno del Poeta a Firenze, da uomo libero. Ma l’Imperatore muore di malaria a Buonconvento il 24 agosto 1313 e così le speranze dell’Alighieri muoiono con lui.
Ma perché Dante, che era guelfo bianco e quindi sostenitore del potere temporale dei papi (seppur con qualche differenza anche rispetto alla sua stessa fazione), prediligeva la monarchia universale sotto un unico Imperatore? A parte l’obiettivo personale di fare rientro a Firenze, il Poeta riteneva che se il Papa fosse rimasto al di fuori delle questioni politiche occupandosi solo di quelle spirituali, il potere imperiale avrebbe potuto mettere fine agli scontri tra fazioni, portando alla pacificazione in tutta Italia. Non è un caso che, in merito alla battaglia di Benevento del febbraio 1266 tra Manfredi e Carlo I d’Angiò (il primo figlio illegittimo di Federico II di Svevia, espressione del potere imperiale; il secondo, figlio del Re di Francia Luigi VIII, sostenuto dal Papa), Dante scriva con affetto proprio di Manfredi:
Io mi volsi ver lui e guardai il fiso: / biondo era e bello e di gentile aspetto, / ma l’un de’ cigli un colpo avea diviso.
Questa raccolta di scritti di Ettore Catalano è una avvincente analisi di quello che su Dante i più non conoscono. Un vademecum per studenti, studiosi e appassionati che merita di essere letto. Fare letteratura è una cosa seria, e Catalano ci riesce benissimo. Non perché fosse il suo mestiere fino a qualche anno fa, ma perché la letteratura va oltre il mestiere. Essa attiene all’anima, quindi alla passione e al fuoco che abbiamo dentro. Un fuoco che, per chi fa letteratura, divampa come una fiamma incendiaria a tal punto da contribuire allo sviluppo culturale del Paese. Ed Ettore Catalano, in questo, merita la più autorevole considerazione.
Scritti su dante
Amazon.it: 2,99 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Scritti su Dante
Lascia il tuo commento