Se domani farà bel tempo
- Autore: Luca Bianchini
- Categoria: Narrativa Italiana
Si chiama Leonardo, ma si fa chiamare Leon: è più trendy. Rampollo di una famiglia “bene” milanese (genitori ovviamente separati, un patrigno, una sorellastra, un fratello), non lavoratore convinto, nessuna preoccupazione economica, nessun interesse nella vita a parte i fumetti (con una predilezione per l’Uomo Ragno), il gruppo di amici altolocati, l’alcol e la coca. Soprattutto la coca: perché Leon “tira” praticamente ogni giorno, più volte al giorno, tanto da avere anche un “pusher” personale al quale attribuisce a tratti sentimenti di amicizia. La cocaina, per Leon, è un elemento di appartenenza al gruppo di amici ed al proprio stato sociale, un modo per passare il tempo, per riempire il nulla della sua vita. Un personaggio irritante, estremamente volgare non solo nel modo di esprimersi, ma anche nelle idee e nei comportamenti, una vita vacua e piatta incamminata inesorabilmente verso la rovina, immersa in un abbrutimento tale che il lettore troverà probabilmente piuttosto pesante seguirne il resoconto nella prima parte del romanzo. La vita di Leon, fino a quel momento, è il niente.
Anita, la sua donna, al contrario di lui, odia la droga e per i suoi eccessi lo lascia. Un duro colpo per Leon, che reagisce con tentativi di riconquista che lo rendono solo ridicolo. Ma neanche questo riesce a fargli capire veramente quale sia il suo problema. Ci vuole una notte maledetta nella quale Leon, riempiendosi di coca come al solito, crede di morire.
Alla ricerca di riposo e di oblio, Leon decide di trascorrere un po’ di tempo nel Chianti, nella tenuta che era stata di suo nonno e che poi è passata alla sua ex amante, ma con l’intesa che i membri della famiglia vi sarebbero sempre stati i benvenuti. In quell’angolo di Toscana, davanti agli occhi ed alla mente di Leon si apre un mondo nuovo, fatto di passione, di fatica, di semplicità, di amore. Sarà l’indubbio carisma che emana Lavinia, la padrona, o la sincera amicizia di Ricardo, il giovane amante-aiutante di Lavinia, sarà Vittoria che gli insegna ad assaporare il vino rispettandolo come frutto dell’impegno e del lavoro, saranno i begli occhi e la spontaneità di Giulia... Fatto sta che Leon entra in quel mondo a lui sconosciuto impegnandosi perfino nel lavoro in vigna.
Ma la mentalità ed il carattere non si cambiano in pochi giorni e per Leon non è sempre facile adattarsi. Rendendosi conto che quella non è la sua vita rientra a Milano, dove però capirà che per lui non è neanche più possibile rientrare nel suo vecchio io...
Il finale è aperto, a seconda del significato che ciascun lettore vorrà dare alla frase finale del libro, lasciata volutamente un po’ vaga, forse come spiritosa “rivalsa” che il romanzo si prende sull’irritante mania di Leon di strappare il libro di mano a chiunque stia leggendo davanti a lui, per leggergli ad alta voce l’ultima frase e rovinare il piacere della lettura.
Scritto con spirito ed allegria, ma su di un tema intelligente ed interessante, il romanzo, anche se fatica a trovare l’avvio, diventa dopo un po’ avvincente e suggestivo senza perdere il sorriso. Qualche volgarità, lungi dall’essere gratuita, serve essenzialmente a definire il personaggio e l’ambiente nel quale si muove. Tutto sommato, Luca Bianchini non delude.
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