Se mi vuoi bene
- Autore: Fausto Brizzi
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2015
“A quarantacinque primavere suonate, mi è capitato di imbattermi nella malattia più diffusa al mondo. La depressione è una parola universale che ci accomuna tutti, è uno stato d’animo equosolidale”.
Diego Anastasi, avvocato civilista, divorziato da Giulia, padre di Laura diciannove anni “Mi considera l’uomo della sua vita” e di Pico, diciassettenne per il quale era “un padre inutile e antico”, dopo cinque mesi in cui soffriva di “una malattia subdola che si nasconde tra le pieghe dell’apparente normalità”, aveva deciso di rivolgersi al dottor Borromeo, psicanalista. Lo studio del medico era “una via di mezzo tra l’appartamento londinese di Sherlock Holmes e il soggiorno palermitano di mia zia Annalisa”.
Per Diego la prima seduta psichiatrica era stata l’occasione per esaminare i migliori anni della sua vita dall’infanzia “Il bambino è il mestiere più bello del mondo” fino al presente. Scorrevano davanti ai suoi occhi vecchi ricordi legati a quando aveva la febbre principale alleata per non andare a scuola, i suoi amatissimi nonni, Betta “nessuna donna mi ha mai amato come lei” e Franco, che “gli avrebbero comprato le lingue di gatto”.
Le vacanze al mare, dove il juke-box suonava “Un’estate al mare” e il piccolo Diego giocava a tennis con il padre, gli amici del mare considerati di serie B, perché presenti pochi mesi, i cui nomi spesso dimentichiamo “eppure è con loro che trascorriamo i momenti più felici della nostra vita”. Le infinite partite a biliardino, a Monopoli e a Scarabeo quando pioveva. Il primo bacio “alla francese” con la lentigginosa Alessia. Nel corso delle sue sedute, Diego aveva definito la sua infanzia come un paradiso, grazie anche alla sollecita presenza dei suoi nonni che “non dovrebbero mai morire”. Purtroppo, però, i nonni erano morti nel giro di due anni. Di seguito il liceo classico e la laurea in Legge.
All’improvviso l’incantesimo della giovinezza era sparito e il nostro avvocato si era trovato sposato alla bella Giulia e presto padre di due bambini. Il lavoro era diventato una droga e i due coniugi si sentivano estranei, “non eravamo più una coppia che si desiderava”. Il Tribunale civile sezione “Separazione e divorzi” aveva sancito la fine del loro matrimonio. Diego adesso stava sentendo il peso della solitudine e di una vita che per lui non aveva più senso:
“Tutto sembra più lontano e inutile”.
I familiari e i suoi amici più stretti sembravano sottovalutare il suo problema e non lo prendevano sul serio.
“Non hai nessun motivo per stare giù!”.
Fausto Brizzi torna alla scrittura dopo “Cento giorni di felicità” (Einaudi 2013), “è stato un successo, è arrivato in quaranta paesi” ricorda l’autore. Il simpatico e bravo regista, sceneggiatore e produttore cinematografico, con questo ironico ma profondo libro, scritto con una prosa veloce e scorrevole rende il protagonista vero, credibile e autentico.
“Mi sono documentato moltissimo per scriverlo. Un depresso su tre è invisibile, non lo dice, ma solo parlando se ne può uscire. In questo gli amici sono fondamentali”.
Un romanzo che può essere letto come un manuale di self help. Brizzi in un’intervista in merito all’uscita di Se mi vuoi bene ha dichiarato che per lui scrivere è terapeutico, ogni romanzo è un viaggio con se stesso, autentica autoanalisi.
“Dicono che il mondo è di chi si alza presto. Non è vero. Il mondo è di chi è felice di alzarsi”. Monica Vitti
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