Sei tu la mia ossessione di Ninni Schulman

Cosa caratterizza i romanzi degli autori scandinavi, rendendoli così diversi dai nostri? Me lo sono chiesto leggendo il libro della giornalista svedese Ninni Schulman. Sei tu la mia ossessione (Marsilio, 2021, trad. S. Forlani) non è un poliziesco, ma un romanzo d’amore, che comincia come una bella favola sentimentale per prendere poi una deriva claustrofobica e violenta. La particolarità forse è nell’ambiente sociale, nella lontananza delle famiglie, nella solitudine degli individui, nella mancanza di una vera rete di affetti familiari, di amicizie sincere, di relazioni durature.

I capitoli del libro alternano le voci dei due protagonisti, Pal e Iris. Pal, un uomo ancora giovane che è ricoverato in ospedale in seguito a un incidente che ha costretto i medici ad amputargli una gamba, parla in prima persona raccontando gli avvenimenti dal proprio punto di vista; di Iris invece si parla in terza persona. Lei è bella e bionda, vorrebbe fare la grafica, si accontenta di un lavoro noioso per sopravvivere. Non parla dei suoi, la madre lontana e il padre in un ospedale psichiatrico, molto sola, delusa da un amore finito, ha solo un paio di care amiche e una assiduità quasi nevrotica per i social, che sembrano aver preso il posto degli affetti che ha perduto. Iris incontra in modo del tutto casuale Pal e comincia a frequentarlo: presto si accorgono di essersi innamorati perdutamente. Durante una violenta influenza l’uomo la assiste, le fa compagnia, le porta cibo e medicine, la corteggia. Iris si lascia contagiare dall’amore e dal sesso magico con Pal e accetta di trasferirsi molto presto a casa di lui. È vedovo da qualche anno, sua madre e sua sorella Lotta le vediamo al suo capezzale mentre tenta di riabilitarsi dopo l’amputazione, ma cosa è successo in realtà tra lui e la bella Iris nei mesi precedenti? Cosa ha portato Pal in ospedale, gravemente menomato, in attesa di un processo?

Da leggere tutto d’un fiato questo romanzo molto ben costruito, ottimamente descritto, sconvolgente nella parte finale, così preciso nel raccontare la follia che l’amore riesce a causare in circostanze che è difficile prevedere e ancor di più prevenire. Il gelo, la neve che continua a cadere, le tempeste di vento in una baita gelida al nord della quasi disabitata Svezia sono lo scenario ideale per questo racconto natalizio pieno di suspense e di terrore, dove una fiaba amorosa può trasformarsi in una tragedia.