Senza cerniera, la mia vita di Erica Jong

Quando mi sono imbattuta per la prima volta nei libri di Erica Jong non ho potuto ignorare l’interesse morboso per la sua vita, per il suo privato. Certo, una donna che decide di affrontare temi scomodi, come il sesso e la libertà sessuale negli anni Settanta, non poteva lasciare indifferente il pubblico. I suoi libri, inoltre, sono spesso pieni di riferimenti autobiografici, cosa che probabilmente ha incoraggiato il pubblico ad attribuire alla sua esperienza diretta anche molti eventi vissuti esclusivamente dai suoi personaggi.

Con Senza cerniera, la mia vita (Bompiani, 2021, trad. M. Caramella), Erica Jong ripercorre le tappe della sua vita mettendosi a nudo con l’ironia e la schiettezza che la contraddistingue.
Inizia a scrivere questo libro per la necessità di conoscersi, per capire se era effettivamente l’eroina della sua storia o meno, ma lei stessa ammette che spesso è più divertente essere furfanti, bugiardi, e che pochissimi di noi sono eroi.
Nonostante si sia parlato sempre molto della sua vita privata, lei stessa ammette che non è stato semplice essere schietta e sincera con se stessa, ma riesce comunque a raccontarci anche i momenti più bui e imbarazzanti della sua vita, la sua depressione, le sue paure e tutti i suoi sbagli.

Erica Jong è sicuramente una figura controversa, tanto amata quanto odiata e proprio per questo difficile da ignorare. Nella pagine di questa sua autobiografia riesce a condensare tutta la sua vita in capitoli brevi e dissacranti, senza dimenticare quelle donne che stima e ammira, come Anne Carson, Clarice Liscpector, Anne Sexton e tante altre, lasciando però spazio anche alle persone che hanno fatto parte della sua vita, la sua famiglia, amici e mariti.
Al centro dell’opera però non c’è solo lei stessa, ma anche tutte le donne e perché no, tutta la società perché Erica Jong ha dovuto imparare a convivere con un peso un po’ scomodo, quello di essere diventata famosa per il sesso, che per quanto sia un’idea molto riduttiva delle sue opere è anche un’idea difficile da estirpare.
Una lettura fresca, accattivante, ideale per una lenta giornata estiva.

Grazie a lei ho imparato che il coraggio sta in equilibrio fra l’avere paura della luna ed entrare in una gabbia di tigri.