Se vi piacciono le storie in cui a vincere è il cattivo e se amate le sfide interpretative, la novella di Boccaccio Ser Ciappelletto fa per voi.
È il giovane Panfilo ad aprire le danze del racconto, a tema libero, su invito di Pampinea:
“si ragiona di quello che più aggrada a ciascuno”.
La prima novella del Decameròn, che continua a dare non poco filo da torcere a lettori e critica, tocca argomenti spinosi di grande attualità. Spregiudicatezza affaristica, ipocrisia, doppiogiochismo, potere manipolatorio della parola: vi sembra roba vecchia?
Riassunto della novella Ser Ciappelletto
Un ricchissimo e spregiudicato mercante, vicino all’entourage di Filippo il Bello, delega a un fedelissimo una gatta da pelare: riscuotere prestiti concessi a numerosi abitanti della Borgogna in Francia, famosi per la loro slealtà. Insomma gente che gioca sporco.
Ser Cepparello da Prato, di professione notaio, è il candidato ideale. Ma non si chiamava Ciappelletto? Un po’ di pazienza! Camilleri lo definirebbe “sentina di ogni deboscio” (espressione che prendo in prestito da La concessione del telefono), perché il personaggio è emblema di tutti i peccati racchiusi da Dante nei gironi infernali. In Borgogna alloggia presso due usurai fiorentini, quando un imprevisto mette in moto la novella, anzi la commedia per l’impianto prevalentemente dialogico.
L’efficiente farabutto si ammala gravemente, peggiorando a vista d’occhio. Un moribondo prima, e un morto in casa a breve, sarebbe un pessimo affari per gli ospitanti, preoccupati della loro reputazione. Mentre vagliano diverse opzioni, ignari di essere ascoltati dal poveretto, questi chiede di incontrare un frate. Costretti ad esaudire la richiesta, danno il via alla falsa confessione che rende paradossale la novella, parabola di chi, dopo essersi macchiato di ogni nefandezza, con una falsa confessione dopo la morte viene venerato come un santo. Tanto il frate indaga con scrupolo su tutti gli aspetti della sua condotta, tanto Ser Ciappelletto non si fa scrupoli a dichiarare il falso, presentandosi di fatto come un santo, una vera rarità in terra: un’interpretazione da Oscar e un frate troppo dabbene per fiutare qualche travisamento della realtà. Penso che l’eventuale ingenuità del frate sia un aspetto della sua rettitudine morale, non un difetto in sé.
Ser Ciappelletto muore, la predica è un capolavoro di elogio funebre e il suo corpo è oggetto di venerazione come una reliquia. Il popolino credulone ha un nuovo santo.
Perché si intitola Ser Ciappelletto
Ora soddisfo la vostra curiosità sul cambio di nome. I francesi, utilizzando il loro idioma come unità di misura, pensano che cepparello significhi piccolo cappello (chapeau) in accordo con la bassa statura del protagonista. Per questo motivo viene “italianizzato” in Ciappelletto.
Analisi della novella Ser Ciappelletto
Avete voglia di inoltrarvi nella foresta pluviale delle interpretazioni? Seguitemi! La domanda cruciale è: quali ragioni sono sottese alla falsa confessione? Diverse sono a riguardo le posizione dei critici letterari:
- Secondo Croce e Russo è un’azione gratuita, legata all’autocompiacimento del personaggio per la beffa, il miglior bluff della sua vita.
- Simile la posizione di Muscetta che evidenzia il versante comico e giocoso della novella.
- Secondo Getto è una manifestazione estrema di omertà di classe, volta a tutelare la reputazione di mercanti e usurai con cui il personaggio traffica.
- Baratto intreccia le due ipotesi interpretative: la falsa confessione è una prova di solidarietà, che soddisfa al contempo l’ego perverso del protagonista.
- Branca la riconduce alla struttura ascensionale del Decameròn che all’inizio propone al lettore un exemplum di empietà, alla fine un exemplum di magnificenza con la straordinaria novella di Griselda, la 100esima.
I dubbi non finiscono qui. Cosa ci vuole dire Boccaccio con questa vicenda non poco provocatoria?
- celebra l’intelligenza che, come in Cisti fornaio, si manifesta con l’uso magistrale della parola? In questo caso una forma deviata di intelligenza unita a una manipolazione verbale?
- sottolinea la pratica di beatificazioni troppo disinvolte, il feticismo delle reliquie e il culto superstizioso dei santi?
Lascio ai lettori l’ardua sentenza. Questa volta sarete voi ad incuriosire me.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Ser Ciappelletto: trama e analisi della novella del Decameròn di Boccaccio
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