Sette cavalieri d’oro
- Autore: Nicola Manzò
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: TEA
- Anno di pubblicazione: 2015
Secondo episodio dei Delitti del Barbiere: il commissario Renzi sempre più a suo agio tra i vicoli dei Quartieri Spagnoli
Viva Firenze libera. Curioso incipit per un romanzo partenopeo, ambientato nei Quartieri Spagnoli di Napoli. La Congiura dei Pazzi - la famiglia fiorentina che cercò di rovesciare i medici nel 1478 – e un’asta da Sotheby’s, a Londra, nel 2008, sono i passi d’avvio del secondo episodio dei Delitti del Barbiere: “Sette cavalieri d’oro”, nuovo atteso titolo dell’ottimo Nicola Manzò, un giallo inzuppato nel babà (TEA edizioni, 374 pagine 14,90 euro).
Due delle preziose statuette appartenenti alla famiglia medicea e che rappresentano sette cavalieri cesellati in oro massiccio e gemme sono in vendita nella casa d’aste londinese. A quegli oggetti pregevoli è legata una superstizione: portano sfortuna a chi li possiede. Furono realizzati da Bernardo Corradini, per Lorenzo de’ Medici, che voleva donarli al re di Napoli. Accompagnati dalla maledizione di due garzoni della bottega del grande orafo, giustiziati per averlo ucciso tentando di rubarli, raggiunsero in effetti Ferrante d’Aragona, continuando nel tempo a seminare la morte dei proprietari. Appartennero a Masaniello e si sa che fine abbia fatto, poi all’ammiraglio Caracciolo, impiccato da Nelson nella repressione della rivoluzione giacobina del 1799.
Portano seccia, per dirla la maniera dei protagonisti partenopeissimi del giallo di Manzò. Ettore, il giovane barbiere dei Decumani; la fidanzata Mirella, ottima giornalista; Pierino, l’anziano “ragazzo” della barberia; il gobbo Tatillo, piccolo e minuto ma ’nsisto, e che ci tiene! chillu guaglione (traduzione: è uno in gamba), lo chiamano Gùgol, perchè è il terminale della rete di comunicazione dei vicoli: internòs.
Partenopeo e parte napoletano, come diceva Totò, sta diventando anche il n. 1 del romanzo, il commissario Alfredo Renzi, milanese ma già da un anno al Commissariato San Lorenzo.
Due cavalieri sono all’asta e un antiquario napoletano è incaricato di acquistarli, per conto di un collezionista che vuole riunirli tutti. E potrebbe realizzare in breve il progetto, ma l’ultima copia che gli sfugge è in mano all’ultraottantenne milord Baxter, un raffinato conte inglese che vive in un’elegante villa sul lago di Como e non si separerebbe per nessuna cifra al mondo da quegli oggetti rari.
Non c’è ostacolo, sfortuna o malasorte che possa frenare però il progetto di raccogliere i sette straordinari manufatti in un’unica collezione, perchè chi riuscisse a possederli tutti acquisirebbe un grande potere sul bene e sul male.
Il conte Baxter sparisce e con lui il maggiordomo e la governante. Oltre ai due cavalieri d’oro.
La scomparsa si verifica al Nord, mentre nel sottosuolo di Napoli hanno luogo nottetempo i riti misteriosi di una setta, l’Ordine dei Cavalieri Neri del Regno di Napoli e delle Due Sicilie, un’organizzazione che trama segretamente per ricostituire la severa sovranità dell’epoca borbonica. Gli adepti si riuniscono nelle catacombe delle Fontanelle, indossando un saio scuro, un cappuccio e una maschera di cuoio con le fattezze di uccelli diversi e un becco al posto del naso. Più è adunco, più si direbbe importante il ruolo gerarchico di chi nasconde.
Rivestiva un alto grado nell’Ordine anche la quarantenne trovata pugnalata nella ricca casa, la moglie dell’architetto Maffei, uno che a Napoli conta molto. Sembra proprio che la sua famiglia sia il bersaglio dell’assassino, che uccide di seguito il fratello e la sorella del professionista, lasciando sui cadaveri un foglietto con versi in spagnolo, scritti dalla stessa mano. Alludono alla scomparsa, uno dopo l’altro, di sette cavalieri: siete son los caballeros, sul corpo di Laura, seis son los caballeros, sul corpo di Gerardo, cinco son los caballeros, su quello di Adelina.
Una sorta di macabro conto alla rovescia dello sterminatore della famiglia. I delitti dei Maffei, è così che chiama il caso il commissario Renzi, accompagnato nelle indagini dal collega del Commissariato Posillipo e, naturalmente, supportato dalla provvida rete dei Quartieri, con in testa il valido Gùgol ed Ettore, autonominatosi barbiere di fiducia e aiutante di campo del commissàrio milanese.
Sette Cavalieri d'Oro: I Delitti del Barbiere
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