Sfera Pubblica. Il concetto e i suoi luoghi
- Autore: Non disponibile
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2010
a cura di Paolo Jedlowski e Olimpia Affuso
L’argomento di questo primo volume della collana OSSIDIANA di Luigi Pellegrini editore è la sfera pubblica e la sua storia, da come è nata ed è andata modificandosi nel tempo e nei vari luoghi; vi si parla di cultura, vita quotidiana, nel contesto dell’Europa mediterranea, senza confini troppo netti, con l’attenzione ai luoghi in cui viviamo e a come si configurano.
I testi che costituiscono il volume, pur se scientifici, sono fruibili e godibili anche per i non addetti ai lavori, grazie alla loro scorrevolezza e alle tematiche interessanti per tutti.
Sono sette contributi e partono tutti dal comune concetto di sfera pubblica, analizzandolo da vari punti di vista e segnandone la sua evoluzione nel tempo e nello spazio, dal caffè, alla piazza, sino al blog e al forum di discussione nei social network.
Inizia con la definizione di “luoghi terzi”, vale a dire spazi intermedi, fra l’ambito familiare e quello professionale, caffè, bar, osterie, mercati, piazze.
Ad essi sono legati i termini “virtù civiche” e “civiltà urbana”; le prime agevolano la vita in comune e sono necessarie alla realizzazione ed al mantenimento della seconda.
Molto interessante e utile è il concetto di “civiltà urbana”, specialmente quando si deve prendere atto che le più elementari regole del “buon vivere”, del rispetto reciproco, sono dimenticate, prevaricate da un forte egocentrismo che tende a non tener conto dell’ “altro” e a prevaricare ogni possibile opinione e comportamento diverso dal proprio. Il confronto discorsivo sembra non esistere, l’ascolto viene “saltato”, ritenuto superfluo, continuamente prevaricato dalla forte “asserzione” e imposizione dell’ “io”.
Eppure, fra le virtù civiche, la capacità di confrontarsi discorsivamente è cruciale e tale capacità ha bisogno di luoghi in cui svilupparsi, come ad esempio i bar e i caffè.
Vi è stato, nei secoli scorsi, un rapporto stretto fra questi luoghi e la politica. Si pensi alle coffee-houses e alle conversazioni borghesi che esse ospitavano. Ma questi luoghi sono spazi multifunzionali, dove la socialità è elemento importante e si manifesta attraverso interazioni e conversazioni.
È poi interessante il concetto della “socievolezza”, questo intrattenimento reciproco, uno svago che diventa più importante degli argomenti trattati; ciò che conta è il contatto fra gli interlocutori, in una condizione democratica, molto più che nel salotto, che è, invece, elitario e privato.
Nell’800, secondo Sennett si avverte un cambio di tendenza, non più il bisogno di socievolezza e scambio con gli altri, ma il diritto di rimanere soli, in silenzio, al massimo in “osservazione” dell’altro.
È particolarmente interessante l’excursus sui caffè di tutta l’area mediterranea; essi trasformarono l’interazione sociale; luoghi per soli uomini, con intensa promiscuità fra classi sociali, luoghi d’elezione, della ricerca del “viver bene”.
Luoghi di incontro e scambio, nodi di relazioni sociali, dove si entra in contatto con i media .
Luoghi nella letteratura, ambientazione di romanzi. Luoghi nell’etere, impalpabili, invisibili e al contempo estremamente presenti e invasivi, come quelli che ci offre il web; blog, forum di discussione, social network, piazze virtuali in cui chiunque può entrare, incontrarsi ed esprimersi, dove il privato ed il pubblico sembrano coincidere e il racconto di sé diventa sempre più presente tanto da far sorgere l’interrogativo se si possa ancora parlare di sfera pubblica.
Scritti di Olimpia Affuso, Gabriele Balbi, Carmelo Buscema, Giuseppe Civile, Simona Isabella, Paolo Jedlowski, Antonio Tursi, Francesca Veltri.
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