Sfida al potere
- Autore: Brad Meltzer
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Garzanti
- Anno di pubblicazione: 2016
Culper Ring, una società segreta per pochi eletti, fondata da George Washington e che da duecentocinquant’anni protegge la Presidenza degli Stati Uniti, anche se non necessariamente ogni presidente. Il giovane dipendente dell’Archivio Nazionale Beecher White ne fa parte da appena tre mesi, sebbene la serie narrativa dedicata al Ring da Brad Meltzer sia già arrivata al terzo titolo con “Sfida al potere”, pubblicato a giugno 2016 da Garzanti (Collana Narratori Moderni, pp. 416, euro 19,90), dopo “L’archivio proibito” nel 2012 e “Il quinto assassino” nel 2014.
Occorre dire, per chi non lo sapesse, che l’americano Brad Meltzer è scrittore di bestseller in tutto il mondo e conosce a fondo la Casa Bianca, avendo collaborato con l’Amministrazione Clinton, scrivendo discorsi come ghostwriter del Presidente.
Dunque, Beecher è stato cooptato nel Culper dal suo mentore, il settantaduenne capo archivista Westman, per contribuire con l’intelligenza brillantissima - l’unica arma di questo agente segreto sui generis - a ricostruire l’organizzazione, ridotta a sei soli componenti. È una rete riservatissima di spie che in gran parte non si conoscono, per questo è rimasta attiva per oltre due secoli.
Da tre mesi, però, Aristotle “Tot” Westman è in coma, sopravvissuto per miracolo a una pallottola in testa. Sono in tanti ad andare a trovarlo in ospedale: l’allievo-pupillo vi si reca ogni giorno, per stimolare la ripresa cerebrale facendogli ascoltare la musica country preferita e parlando in continuazione delle abitudini, passioni e persone che costituivano il mondo di Tot. In incognito, c’è comunque qualcuno di troppo che sorveglia i lenti progressi dell’infermo. È un uomo calvo, di nome Ezra, sta raccogliendo informazioni utili ai suoi scopi occulti e si esprime stranamente al plurale, a nome di quelli che chiama Cavalieri del Cerchio d’Oro.
Al bando le vicende in corsia, non dimentichiamo che “Sfida al potere” è un action fantapolitico, com’è nelle corde di Brad Meltzer e che non c’è fumo senza arrosto, ovvero thriller senza cadavere. In questo caso, un pezzo di un corpo: una parte del braccio sinistro, segato dal gomito in giù. Stretta nel pugno è stata lasciata una moneta di rame, un gadget militare da un penny. Il macabro arto viene rinvenuto dalla First Lady in persona nel giardino di una delle residenze più vigilate del pianeta: la Casa Bianca, ora occupata dal presidente Orson Wallace.
Violando la sorveglianza, qualcuno si è introdotto nel Rose Garden, che per volontà degli inquilini precedenti non è sorvegliato da telecamere, per mantenere il riserbo su chi entra ed esce dalla vicina Stanza Ovale.
Wallace, che pure sta facendo di tutto per smantellare il Culper Ring, incarica White cercare l’intruso. In cambio gli offre un fascicolo riservato che potrebbe aiutare il giovane a fare luce sulla sorte misteriosa del padre, componente di un commando speciale dell’esercito, del quale faceva parte anche l’uomo al quale fa capo il codice inciso sulla monetina fatta ritrovare. È Nico Adriano, padre di Clementine, la prima ragazza di Beecher, un pazzo criminale che dieci anni prima ha tentato di colpire il presidente USA. Da due settimane è fuggito dalla clinica psichiatrica e sappiamo che si è messo in caccia, con tutta la sua folle premeditazione. Cerca notizie su qualcosa che lo avvicina molto al passato della famiglia White e del commilitone, in particolare.
A proposito di tipi strani, attenzione a Marshall Lusk. Si dedica ai penetration test: passa le giornate ad introdursi in edifici sorvegliati, a prendersi gioco di sistemi sofisticati di sicurezza e a violare siti inviolabili. Rimasto coinvolto in un incendio, ha il volto liquefatto, come una candela sciolta, ma è un mago dei travestimenti. Amico d’infanzia dell’agente “intelligente”, lo aiuta a ricostruire il Culper Ring.
E attenzione anche a Mina Verona, la ragazza degli Archivi che ha sfoggiato il golfino nero attillato che ha tanto fatto colpo sui colleghi. A vantaggio di Beecher, si può anticipare che lei lo considera un bel tipo, arriverà a dirgli che lo ritiene l’archivista più sexy al mondo.
Ed occhio alla Devil’s Island, l’isola che non c’è.
Arti che spuntano dal terriccio del roseto caro alla prima donna americana? Non solo, eccone un altro, sempre in una sorvegliatissima residenza presidenziale, questa volta a Camp David, in montagna, nel Maryland. Una fioritura di braccia mozzate?
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Sfida al potere
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