Il regno della regina Elisabetta grazie alla prosperità e allo sviluppo economico di cui gode il paese consente lo sviluppo delle arti. E’ in questo humus particolarmente fertile che inizia a brillare l’astro di William Shakespeare.
Nato a Stratfortd-upon-Avon e successivamente trasferitosi a Londra, Shakespeare iniziò a lavorare dapprima come attore poi come autore di opere teatrali superando in breve tempo quegli University Wits che mal lo giudicavano a causa dei suoi studi interrotti.
Shakespeare ha anche lasciato una raccolta di sonetti scritti all’inglese (tre quartine e un distico finale) che si discostano dalla tradizionale tematica petrarchesca (l’amante che soffre perché non accettato dalla donna amata) in quanto hanno temi tra i più vari (la caducità umana, l’eternità dell’arte) e sono indirizzati a un uomo, il probabile protettore del poeta e drammaturgo inglese ma anche a una misteriosa dama bruna che malgrado abbia un aspetto fisico poco leggiadro tuttavia tiene soggiogato l’amante.
Anche se non originali le tematiche trattate dalle opere teatrali di Shakespeare sono sempre attuali: in "Giulietta e Romeo", tragedia ispirata a un lavoro di Giambattista Giraldi Cinthio, si esplora il delicato mondo dell’amore adolescenziale destinato a divampare rapidamente come un incendio e a perire altrettanto precocemente (nel caso degli sfortunati amanti a causa di un drammatico malinteso) mentre in “Amleto”, riadattamento di un precedente lavoro teatrale scritto da Thomas Kyd, il dubbio e l’incapacità decisionale sono esplorati con un approfondimento psicologico che si potrà ritrovare solo a partire dalla fine dell’Ottocento negli scrittori modernisti e nel teatro di Ibsen e suoi seguaci.
Conosci il nesso tra Shakespeare e Il re leone? L’abbiamo spiegato in questo post sul nostro profilo Instagram:
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Shakespeare e la letteratura nell’età elisabettiana (parte seconda)
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