Siamo Stati felici
- Autore: Irene Némirovsky
- Genere: Raccolte di racconti
- Anno di pubblicazione: 2013
Con questo significativo titolo Passigli Editori riunisce nel presente volume nove brevi racconti di Irène Nèmirowsky, finora inediti in Italia, tutti focalizzati su una figura femminile. Furono pubblicati su alcune delle principali Riviste letterarie francesi nel periodo 1933/1942, anno della tragica scomparsa della grande scrittrice ebrea di origine ucraina, arrestata in luglio a Issy-l’Évêque, un villaggio situato nel Morvan (Borgogna), dove si era rifugiata con la famiglia, ed uccisa ad Auschwitz nel successivo agosto. Essi sono contemporanei di opere più impegnative e famose.
Particolare doloroso e curioso: l’ultima novella ("Les vierges") apparve sulla Rivista "Présent" il 15 luglio 1942, due giorni dopo l’arresto di Irène.
La prosa è lieve e drammatica al tempo stesso, mai intimista o sentimentale, talora intrisa di amarezza, in grado di evocare sentimenti profondi nel ritrarre le protagoniste, donne assai diverse tra loro come età, esperienze, sensibilità, colte mentre riflettono sulle proprie esperienze d’amore. Amore incontrato e perduto, per lo più rimpianto, quel tempo di felicità che non ritorna; desideri travolgenti, ma pure aspirazione ad un attimo di piacere quieto e sereno, preferito, ma solo per poco, al tormento che ti prende l’anima.
Così in "Un amore in pericolo". L’intensa passione di Sylvie per Hervé, suo amante da anni, richiede una pausa. L’amore in nome del quale entrambi, tempo addietro, si erano lasciati alle spalle tranquillità e routine, esige un po’ di riposo. Ella ritiene di trovarlo, sia pure per alcune ore, in Thierry (giovane parente di Hervé), il quale forse è segretamente innamorato di lei; un indizio, sia pure anomalo, di ciò risiede nel fatto che la donna insieme alla quale egli si appresterebbe a partire, di lì a poco, verso un luogo lontano, le assomiglia molto. Almeno così appare da una fotografia: immagine autentica? O inganno romantico per nascondere i veri sentimenti? E’ preferibile l’ansia sofferta dell’amore o un attimo di sereno piacere? Dilemma che non trova una vera risposta. Meglio fingere un’impossibile amicizia.
L’ambientazione preferita da Némirowsky è la media borghesia francese, che parrebbe vivere in una realtà autoreferenziale. Ma ecco, di colpo, il brusco richiamo agli eventi drammatici che incombono: "Come grandi bambini". Magica metafora: nelle lievi vicende dei bambini si riflettono le drammatiche storie degli adulti. Una moglie in vacanza al mare, Annick, venuta a conoscenza, buona ultima, dei tradimenti del marito, cerca di comprendere le cause del fallimento del proprio matrimonio. Un’indifferenza silenziosa pare essere, col passare del tempo, la caratteristica del suo rapporto con Francis: molto meglio, al confronto, le scenate, preludio di riconciliazione. Ella osserva la sua Jacqueline, otto anni, intenta a godersi l’amicizia con una coetanea; un rapporto nato in modo spontaneo perché, una volta tanto, non si tratta della solita figlia di un’amica della mamma, imposta come compagna di giochi!
Peraltro l’intesa tra le due piccole è frequente ad incrinarsi per i motivi più futili. Nella facilità a sprecare istanti magici di Jacqueline e Marie-Pierre la protagonista vede riflessa la propria storia. Ma il broncio delle bambine dura poco: è indispensabile infatti coalizzarsi contro la punizione che sta per essere comminata (a bella posta!) dalla nurse della stessa Marie-Pierre.
Allo stesso modo un’angosciante notizia portata alla moglie dallo stesso Francis, riapparso sulla spiaggia all’improvviso e con un’espressione costernata sul volto, può cambiare tanto tra lui e Annick.
Siamo stati felici
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