Sicilia 1943. Aerei dell’Asse contro l’invasione
- Autore: Ferdinando Pedriali
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2022
La difesa italiana della Sicilia nel luglio 1943: non pervenuta alla storia e alla cronaca. Come non opposta, in quei trentotto giorni. Per decenni si è raccontato solo delle truppe tedesche, opposte agli angloamericani sbarcati sulla costa sudoccidentale. A correggere il tiro, interviene Sicilia 1943. Aerei dell’Asse contro l’invasione, un saggio nuovissimo di Ferdinando Pedriali. È un volume pubblicato nel febbraio 2022 dall’Istituto Bibliografico Napoleone di Roma (218 pagine), impreziosito da tantissime immagini d’epoca in bianconero, nella tradizione della collana IBN Aviolibri Dossier.
Mettendo a fuoco specificamente la materia aeronautica, offre dati, illustra fatti e circostanze sulla partecipazione dei nostri a operazioni belliche senza troppa speranza. Il contesto storico è nitidamente precisato nell’introduzione e va necessariamente ricordato.
L’Operazione Husky aprì agli Alleati il primo fronte dell’Europa continentale, preceduta da un’offensiva dall’aria, con bombardamenti di potenza inaudita contro basi aeree, porti e centri di comunicazione delle due isole maggiori. Nelle prime ore del 10 luglio 1943, una flotta colossale di 2.590 mezzi navali, appoggiata da 4.328 aerei, sbarcò due forti armate, potentemente equipaggiate e perfettamente addestrate, sulle spiagge di Licata-Gela e tra Pachino e Siracusa.
La popolazione civile accolse i “nemici” come liberatori, i militari italiani di ogni arma reagirono con maggiore o minore volontà combattiva, secondo gli ordini dei comandi, le capacità degli ufficiali, lo spirito di corpo dei reparti. Non mancarono esempi di grande valore. La Divisione Livorno contrattaccò per due giorni la principale testa di sbarco USA a Gela e nonostante le perdite continuò a battersi con determinazione fino al completo esaurimento. Altre fecero il loro dovere, ma si verificarono “numerose, improvvise e clamorose defezioni”, specialmente tra le cosiddette divisioni costiere, raccogliticce e composite.
Eccellente il comportamento in Sicilia delle truppe tedesche, nonostante l’iniziale sbandamento di reparti della divisione Goering a Gela. Tuttavia, i loro alti comandi commisero errori esiziali. Se la mattina dell’11 luglio il comandante della Luftflotte.2 non avesse diretto la massa dei suoi bombardieri soltanto contro gli sbarchi britannici nel Siracusano, agendo anche contro gli americani di Gela avrebbe probabilmente sostenuto decisivamente la controffensiva italo tedesca. La Sicilia sarebbe stata conquistata ugualmente, ma il morale degli Alleati avrebbero subito un colpo grave.
Nessun cedimento dei reparti della Regia Aeronautica, il personale fece sempre onore alla propria Arma. La storia dettagliata delle operazioni aeree in Sicilia offerta dall’autore è fondata sui documenti dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore Aeronautica e dell’Archivio Centrale dello Stato. Per parte alleata si basa sull’ottima e abbondante documentazione dell’US NAVY e dell’Air Force History Research Agency di Montgomery (USA). È anche sostenuta da numerose testimonianze di protagonisti e da una selezionata memorialistica.
Accuratamente preparato dagli Alleati, lo sbarco sorprese i germanici, distratti dall’errata convinzione che l’attacco alleato sarebbe stato sferrato nei Balcani. Ipotesi rafforzata dall’efficace depistaggio messo in atto dallo spionaggio britannico. Quanto all’Italia, militarmente stremata dalle tremende perdite in Russia e Africa, la condizione di subalternità all’alleato tedesco la condannava a subirne le scelte strategiche. La maggior parte delle poche divisioni efficienti era impegnata nella controguerriglia nei Balcani e nella sterile occupazione del mezzogiorno francese.
In Sicilia, la Regia Aviazione disponeva inizialmente di 50 velivoli efficienti, mentre la Luftwaffe schierava 153 caccia operativi, 62 pesanti, 79 assaltatori, 253 bombardieri, 62 aerosiluranti, 28 ricognitori, 95 aerei da trasporto. Sotto i bombardamenti e nei continui combattimenti, molti rapporti operativi italiani sono andati distrutti o forse nemmeno redatti, ma dal raffronto tra i documenti italiani, tedeschi e angloamericani si può accertare che in mano a buoni piloti, i nostri veloci e poco armati Macchi MC hanno avuto spesso buone possibilità di successo sui moderni caccia alleati.
Infatti, la combattività dei piloti italiani ha impressionato i Comandi della XII Air Force, indotti a riconoscere che in Sicilia gli Italiani avevano dimostrato più spirito combattivo dei Tedeschi e spinto a fondo i loro attacchi molto meglio di quanto avesse fatto l’aviazione germanica. Pochi, vecchi bombardieri e aerosiluranti con le coccarde tricolori ottennero risultati comparabili proporzionalmente a quelli più numerosi della Luftflotte.2. Dal 9 luglio al 31 agosto si aggiudicarono il 32% delle unità navali affondate e il 28% delle danneggiate, tra le quali la portaerei di squadra Hms Indomitable.
Questi risultati non cambiarono di una virgola il risultato finale, ma per l’ing. Pedriali mettono in evidenza “il coraggio e il senso del dovere con cui sino all’ultimo gli equipaggi italiani fecero onore a se stessi e alla loro bandiera”.
Ferrarese di nascita (1930), ingegnere, Ferdinando Pedriali vive a Pinerolo, classe. Ha pubblicato opere di storia militare importanti, diversi saggi e numerosi articoli su riviste specializzate. Tra i volumi, Guerra di Spagna e Aviazione Italiana ha meritato nel 1989 la medaglia d’oro al Concorso Nazionale della Stampa Aerospaziale. Nel 2007 è stato invitato a Guernika come relatore nella conferenza internazionale sul 70° anniversario del bombardamento.
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