Signorina Attaccabrighe
- Autore: Jane Austen
- Genere: Libri per bambini
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Donzelli
- Anno di pubblicazione: 2016
“Signorina attaccabrighe” (Donzelli, 2016, titolo originale Jack and Alice, traduzione di Bianca Lazzaro, illustrazioni di Andrea Joseph) è il racconto, scritto “per scherzo”, a soli quindici anni, da Jane Austen (Steventon, 16 dicembre 1775 - Winchester, 18 luglio 1817), una delle più grandi scrittrici inglesi di tutti i tempi.
In Inghilterra, nel villaggio di Pammydiddle, per festeggiare i suoi cinquantacinque anni, Mister Johnson aveva deciso di dare un ballo in maschera per i figli e gli amici.
“E così i biglietti d’invito, furono puntualmente recapitati a tutti i vicini”.
Essendo le sue conoscenze non così numerose, gli invitati comprendevano la vedova Lady Williams, la quale possedeva una cospicua rendita ed era una donna bella e affabile. Mister Jones e signora, entrambi alti, vivaci e perbene. Le tre signorine Simpson: Caroline “piacevole per modi e indole” ma molto ambiziosa, la sorella Sukey “invidiosa, dispettosa e malvagia” bassa e sgradevole e la più piccola Cecilia molto bella “ma troppo sdolcinata per essere attraente”. Infine era stato invitato anche l’amabile e affascinante Charles Adams, un giovanotto
“di una bellezza così accecante che nessuno, tranne le aquile, riusciva a guardarlo dritto in faccia”.
Questa era la compagnia radunata nell’elegante salotto di Palazzo Johnson, dove tra le maschere femminili spiccava su tutte una deliziosa sultana, Caroline in realtà, mentre la sorella Cecilia impersonava Flora. Invece Lady Williams si era vestita da Virtù. Charles Adams era talmente bello che agli ospiti l’uomo sembrava indossare la maschera che impersonava il sole.
“I suoi occhi scagliavano dardi come i raggi del grande astro spendente, ma ancora più potente”.
I coniugi Jones si erano abbigliati con due enormi mantelle nere con cappuccio. Il bel Charles li aveva subito riconosciuti. Era stato allestito un tavolo da gioco dove sedevano “altri tre mantelloni incappucciati”, ciascuno con una bottiglia in mano. La serata si era conclusa con un delizioso e impeccabile rinfresco ma in verità
“l’intera combriccola venne ricondotta a casa ubriaca fradicia”,
Virtù compresa.
Per tre mesi il ballo offrì spunti di conversazione agli abitanti del villaggio. Charlie Adams suscitava molte chiacchiere e ammirazione. L’originalità del suo aspetto, i dardi scagliati dai suoi magnetici occhi e la brillantezza del suo ingegno avevano colpito il cuore di Alice Johnson, la quale non aveva saputo resistere alla potenza del suo fascino. Se è una verità universalmente riconosciuta, che uno scapolo in possesso di un’ampia fortuna debba avere bisogno di una moglie, pareva proprio che il cuore freddo e impassibile di Adams avesse tutte le intenzioni di mantenere la sua innata indipendenza.
L’adolescente Jane, che nella prosa già mostra l’abilità della futura creatrice di libri indimenticabili, tesse una trama che si avvicina molto a una commedia teatrale. L’ambientazione è quella della verde e apparentemente noiosa campagna inglese, dove si trovano le eleganti dimore dei gentiluomini e delle gentildonne, che si muovono come in un palcoscenico colti dallo sguardo acuto e affettuosamente ironico della Austen, che ne mette in evidenza vizi e debolezze. I lettori di ogni età non potranno che dilettarsi dei divertenti dialoghi che i personaggi scambiano tra loro. L’elegante albo si avvale di raffinate illustrazioni dalla grafica antica e dai delicati colori pastello.
“Basta tenersi alla larga dal primo amore, e non si ha più motivo di temere il secondo”.
Signorina attaccabrighe
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