Silenzio
- Autore: Shūsaku Endō
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Corbaccio
- Anno di pubblicazione: 2017
Li appendevano a testa in giù sopra una fossa, li ustionavano con acqua bollente, li legavano ad un palo infisso in spiaggia a filo di marea. In Giappone, nel XVII secolo, si ingegnavano a dare la morte ai cristiani nella maniera più lunga e dolorosa. Se l’ordine delle autorità era di conservarli in vita, inventavano torture disumane per indurre i soggetti ad abiurare la fede. È una persecuzione degna delle più crudeli dell’impero romano quella che uno dei principali scrittori nipponici, Shùsaku Endò (1923-1996), ha raccontato nel suo romanzo principale. Ad oltre cinquant’anni dall’uscita in Giappone, nel 1969 e a venti dalla morte dell’autore, il regista americano Martin Scorsese ha diretto un film, Silence e la casa editrice Corbaccio ha riproposto la traduzione italiana di “Silenzio” (gennaio 2017, pp. 214, euro 16,40), dopo una prima edizione nel 2013.
Il silenzio è quello di dio davanti alle tremende prove inflitte a quanti affrontano le pene e la morte, restando saldi nella fede. Uomini e donne, religiosi e laici, in quell’estremo lembo d’Oriente.
Shùsaku Endò era di famiglia cristiana e battezzato. Dopo la laurea in letteratura francese a Tokyo, ha vissuto per anni a Lione. Ha ricevuto numerosi premi letterari, per la sua scrittura legata alla fragilità dell’uomo davanti al mistero divino. É stato anche più volte candidato al Nobel per la letteratura.
Dov’è dio quando si patisce nel suo nome? Dov’è, mentre in Giappone si sottopongono i cristiani al “fumie”, la prova dell’abiura: calpestare la figura di Gesù o della Madonna per allontanarsi da quella religione e avere salva la vita? Perché Dio non si materializza, per fermare la sofferenza e punire i sadici persecutori? Perché non interviene con la sua onnipotenza, si domanda lo scrittore cattolico? Se lo chiede anche il suo protagonista, il giovane gesuita portoghese Sebastiao Rodrigues. Con un confratello missionario, Francisco Garrpe, si è introdotto in Giappone, a Nagasaki, nel 1633. Hanno per guida Kichijiro, sedicente pescatore, un cristiano spergiuro e poco affidabile. Vogliono scoprire la sorte di un loro ex insegnante di teologia, padre Christovao Ferreira.
Aveva abiurato cedendo alla tortura della fossa ed era diventato un apostata, dopo trentatrè anni di salda missione in Giappone, per la Compagnia di Gesù. Che un gigante della fede come lui avesse tradito era impensabile, nonostante qualsiasi martirio minacciato.
A partire dal 1587, reggenti e shogun avevano avviato un’inedita e spaventosa persecuzione contro la cristianità. Nel 1614 era stata ordinata l’espulsione di tutti i missionari. Trentasette erano rimasti in clandestinità, Ferreira tra questi.
Rodrigues e Garrpe vengono traditi da Kichijiro e non una volta sola. La guida infedele si accanisce in particolare contro Sebastiao, che per metà del romanzo racconta la realtà del Giappone del periodo Tokugawa nelle lettere inviate ai suoi superiori in Europa.
Davanti alle minacce, alle torture inflitte ai candidati all’apostasia, ai patimenti e al supremo sacrificio, padre Sebastiao non riesce a capire. Mentre Kichijiro, sottoposto al fumie, non esita a posare il piede sull’immagine sacra, un uomo è stato ucciso davanti agli occhi del gesuita. Ma il sole continua a illuminare il cortile, le cicale a frinire, sul cadavere ronzano le mosche. Il mondo continua ad andare avanti come se non fosse successo niente.
Padre Rodrigues rabbrividisce.
“Perché taci? Quest’uomo è morto e per te. Questa faccenda crudele, questa cosa folle si è verificata e non c’è stato cambiamento. Perché questa calma si protrae? E tu scosti il volto quasi fossi indifferente. Io non lo sopporto. Anche il giorno del mio martirio il mondo continuerà impietosamente per la sua strada, indifferente come adesso? Le cicale canteranno e le mosche agiteranno le ali con il loro fruscio sonnolento?”
Nonostante lo scoramento del sacerdote, il romanzo è un atto di fede, a modo suo.
“Signore, mi ha afflitto il tuo silenzio.
Io non tacevo. Soffrivo accanto a te.
Ma tu hai detto a Giuda di andar via: Quello che devi fare, fallo al più presto?.
Non dissi questo. Come ho detto a te di camminare sulla piastra, così dissi a Giuda di fare quello che era in procinto di fare. Perché Giuda era in angoscia come sei tu adesso”.
Affrontando quella prova, l’amore verso Gesù si trasforma.
“Ora l’apostata lo ama in modo diverso da prima”, scrive Endò. “Tutto quello che era accaduto era stato necessario per portarlo a questo amore. Nostro Signore non ha taciuto. Anche se avesse taciuto, la mia vita fino a questo giorno avrebbe parlato di lui”.
Nel Giappone del XVII secolo, con la fede cristiana messa al bando, tutti erano esortati a denunciare le persone sospette, in cambio di ricompense, vere e proprie taglie sulla testa dei cristiani.
Secondo i bandi affissi, un Padre valeva 300 monete d’argento, un Fratello 200 monete, altrettanto un Riconvertito e 100 monete d’argento ricompensavano la consegna di chi denunciava un catechista o un laico.
Chi desse ricetto a tali persone, trovate su informazione di terzi, verrà severamente punito e con lui la sua famiglia e i parenti, come pure il capo della zona e le famiglie del vicinato.
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