Soldati del Regno. La struttura e l’organizzazione dell’esercito italiano dall’unità alla grande guerra
- Autore: Enrico Cernigoi
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2009
Un libro che deve assolutamente figurare nella libreria dagli appassionati di uniformologia. Guai agli ex bambini che ritagliavano le figurine di soldatini di carta dal Corriere dei Piccoli, se trascurano Soldati del Regno. La struttura e l’organizzazione dell’Esercito Italiano dall’Unità alla Grande Guerra. È un bel volume della casa editrice bassanese Itinera Progetti, edito nel 2005 e riproposto nel 2009 (150 pagine + 32 tavole a colori di figurini militari e con 120 fotografie in bianco e nero e a colori), a firma di due maestri del genere storico uniformologico. I testi sono di Enrico Cernigoi, i disegni dei soldatini di Pietro Compagni.
Nella copertina in brossura, spiccano in grigioverde su sfondo celeste carico i disegni di un bersagliere, un pilota dell’aviazione e un fante con la mantellina e il fucile modello ’91. Riproducono combattenti della prima guerra mondiale, ma il lavoro ricostruisce, analizza e descrive anche l’organizzazione delle forze di terra regie, dall’Unificazione del 1861. Passa dalla Terza guerra d’indipendenza, la campagna per Roma del 1870 e le avventure coloniali in Eritrea, Somalia e Libia, per arrivare alla difficile prova dell’enorme conflitto mondiale che impegnò il Regno d’Italia dal 24 maggio 1915 al 4 novembre 1918.
Il valido impegno descrittivo si deve al provato mestiere di Cernigoi, dottore di ricerca in scienze sociali e storia a Portsmouth (GB), specializzato in storia militare. Nella sua cospicua bibliografia è il caso di segnalare, limitandoci alle pubblicazioni Itinera Progetti, l’analogo progetto Soldati dell’Impero, dedicato nel 2002 alle truppe dell’esercito austriaco, oltre a un paio di volumi sulla guerra in mare: Lupi grigi nel Mediterraneo (2004), attento alle imprese dei sommergibili tedeschi nella prima guerra mondiale e La battaglia dell’Atlantico (2019), che si occupa delle attività in Oceano della nostra Marina e di quella germanica, nel corso del secondo conflitto del ’900.
Per tutte e tre le pubblicazioni, l’autore triestino si è avvalso della collaborazione di colleghi, in particolare il docente e storico bassanese Paolo Pozzato. In questa ha potuto contare, per la fondamentale componente uniformologica, sulla “mano” di Pietro Compagni, insegnante di materie artistiche e ricercatore instancabile. Lo studio, infatti, e la conoscenza accurata dei particolari sono determinanti per riprodurre i “figurini” dei soldati, che si possono ammirare nelle tavole coloratissime, a tutta pagina, di questo volume.
Più che riprodurre, si dovrebbe dire interpretare artisticamente, perché l’illustratore di Alfonsine (Ravenna) non si limita a copiare immagini d’epoca e fotografie dei modelli, ma trasforma ogni bozzetto in un piccolo pezzo d’arte. Si distinguono dettagli che pur fedeli all’originale mettono in luce aspetti che l’artista cogli e emette in evidenza, a cominciare - a quanto afferma lo stesso Compagni - dalla postura dei soldati, dal modo di di comportarsi, dal contegno, sostanzialmente cambiati nel corso del tempo. Il legionario romano, con la sua lorica e il grande scudo, non si muoveva come il bersagliere di Nassirya del XXI secolo. Il garibaldino o i soldati nordisti o sudisti della Guerra di Secessione americana marciavano, sparavano e assaltavano molto diversamente dai fanti della Grande Guerra.
Ci sono caratteristiche della struttura corporea e del modo di atteggiarsi che non devono sfuggire a un bravo disegnatore e che rendono unico il prodotto realizzato, tavola su tavola. È indispensabile essere originali ma precisi, leggeri ma fedeli, associando il meglio delle tecniche del fotografo e dell’illustratore.
Gli esempi migliori di quest’arte del figurino militare, che ha tanto appassionato piccoli e grandi ammiratori del genere coloratissimo, vengono dal brianzolo Quinto Cenni (1845-1917), il più bravo illustratore di uniformi militari e dall’ispiratissimo disegnatore delle copertine della Domenica del Corriere Achille Beltrame (1871-1945), per non trascurare gli oli di soggetto militare del macchiaiolo Giovanni Fattori (1825-1908).
Aldilà dell’abilità tecnica da cogliere, la premessa come si è detto è un intenso impegno di ricerca e di attenta documentazione, che va considerato e che supporta la validità storico-artistica di sempre ammirevoli prodotti finiti.
Alla base, spiega Compagni, c’è sempre un progetto preliminare dal quale partire, una scaletta dalla quale muovere. E non può essere trascurata la ricerca del materiale di documentazione. Di proprio, il disegnatore ravennate aggiunge il “vezzo” di evitare di ripetersi e di trarre dettagli, anche insoliti, da ogni fonte possibile: diari, memorie, documenti di reparti, visite a Musei, esami dettagliati di uniformi e fregi d’epoca.
Anni di esperienza: i risultati sono straordinari e apprezzabili, in un volume che fa piacere avere tra le mani e sfogliare, oltre che leggere, ovviamente.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Soldati del Regno. La struttura e l’organizzazione dell’esercito italiano dall’unità alla grande guerra
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