Solitude Creek di Jeffery Deaver

Solitude Creek (Rizzoli, 2015), l’ultimo appassionante thriller di Jeffery Deaver con protagonista Kathryn Dance, l’agente del CBI (California Bureau of Investigation), conferma – se mai ce ne fosse bisogno – le doti di maestro della suspense dello scrittore americano.
Il ritmo sostenuto delle pubblicazioni sembra infatti non intaccare la qualità delle sue trame, che si presentano ogni volta perfettamente architettate in ogni minimo dettaglio, così come le vite dei suoi protagonisti, che devono far fronte anche a complesse situazioni personali e familiari.

Questa volta, Kathryn, pur essendo altamente qualificata nell’interpretazione del linguaggio del corpo, ha commesso un grossolano errore di valutazione e si è lasciata sfuggire un pericoloso individuo sospettato di far parte di una delle gang criminali meglio organizzate di tutta la California. Per questo motivo, ha dovuto consegnare la propria arma ed è stata assegnata a controlli di routine.
Durante un sopralluogo presso il Solitude Creek, il locale nei pressi dell’omonimo torrente dove, durante un concerto, un principio di incendio ha causato alcune vittime e scatenato il panico fra i presenti, si rende conto di alcune anomalie.
Innanzitutto, l’incendio è stato solo simulato; poi, le porte della cucina sono rimaste sempre aperte; infine – come riesce a dimostrare – il camion che ha bloccato le uscite di sicurezza è stato parcheggiato lì di proposito, ma non dal suo conducente, che si salva a stento da un vero e proprio linciaggio.
Altre indagini, intanto, devono essere seguite dalla squadra del CBI: la scomparsa di un anziano agricoltore che si è battuto tenacemente contro l’esproprio delle terre da parte dello Stato; l’omicidio di una giovane donna in un motel; una serie di crimini d’odio e altre situazioni di panico scatenato intenzionalmente – come durante un incontro letterario o nell’ascensore di un ospedale – che fanno pensare al preciso disegno di una mente criminale.
Kathryn, che sembra avere problemi nel relazionarsi con i due figli adolescenti ed è alle prese con un legame sentimentale di cui non è completamente sicura, ancora non sa che il "sosco" (soggetto sconosciuto), le cui ossessioni risalgono forse al periodo dell’infanzia, ha pianificato una serie di “attacchi” anche contro di lei e le persone che ama.

Come accennato, ogni nuova uscita di Jeffery Deaver, particolarmente interessato in questo romanzo alle reazioni umane incontrollate in situazioni di pericolo, contribuisce ad arricchire il “mondo” che ha sapientemente costruito fin dall’apparizione sulle scene investigative del famoso detective Lincoln Rhyme.
Un mondo dove, fra suspense e colpi di scena, personaggi dalle peculiarità originali agiscono – a volte interagiscono fra di loro, da un romanzo all’altro – per contrastare il male, rappresentato da cattivi, se possibile, altrettanto singolari.
In un certo senso, la sfida per il lettore non è solo scoprire il colpevole prima che venga svelato nelle ultime pagine, ma comprendere le vere intenzioni dell’autore.
C’è da scommettere che, pur consapevoli che nei romanzi di Deaver nulla è mai ciò che sembra, non sarà facile vincere questo avvincente confronto.