Solo. Il falso inedito di Descartes
- Autore: Daniele Ramadan
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mimesis
- Anno di pubblicazione: 2019
Daniele Ramadan, giovane scrittore toscano, è un filosofo e studioso di gnoseologia. Ha pubblicato giovanissimo il suo primo romanzo "Il Dio del mare" sorprendendo critici e lettori per il suo talento letterario, comprovato successivamente ne "Il tessitore di sogni". "Solo. Il falso inedito di Descartes" è il suo ultimo lavoro edito da Mimesis Edizioni, coadiuvato dall’Università di Firenze, su alcuni manoscritti rinvenuti nell’agosto 2018 a firma di Cartesio, che il nostro giovane autore ha tradotto e curato la pubblicazione.
Viene da chiedersi sono di Cartesio, padre della filosofia moderna, oppure no? Gli scritti sono rilevanti e la calligrafia sembrerebbe la sua; i dubbi comunque permangono. È un falso inedito mai pubblicato prima in Italia e per quanto possa essere dubbio, non sottrae nulla alla bellezza del ritrovamento e all’intensa e profonda visione della filosofia e del mondo cartesiano. Sono narrati in prima persona tre periodi della vita del filosofo rivoluzionario, discorsi complessi e vicende affascinanti.
Il primo raccoglie gli anni della giovinezza di Descartes, nel secondo l’amicizia con Balzac e la sua evoluzione spirituale e scientifica, nell’ultimo, gli anni della maturità, la costruzione della filosofia.
Daniele Ramadan ha saputo coniugare in questo bellissimo volume la conoscenza della filosofia al linguaggio della narrativa. L’autore affida infatti alla narrazione, come in un romanzo, i numerosi interrogativi di Cartesio: dal primo passo del superamento del dubbio scettico alla filosofia religiosa, laica e al razionalismo; dall’infelicità ai supremi interrogativi sulla vita e sulla morte. Un falso inedito che traccia l’inquietudine e la profonda solitudine del filosofo, tanto da divenire le vere protagoniste dei suoi scritti.
Cartesio ha diciannove anni, da ben nove nel collegio dei gesuiti di La Fleche ed è costretto a letto da una lunga malattia che i familiari pensano sia stata trasmessa dalla madre, morta poco dopo aver partorito suo fratello, a poca distanza dalla sua nascita. Pallido, diafano, con occhiaie marcate e con una tosse cronica soffocante, il salasso praticato ogni volta che padre Charlet lo ritiene indispensabile, legge e studia a letto senza compiere nessun sforzo. All’interno del monastero non pratica esercizi spirituali, né possiede le regole della meditazione dei gesuiti. Tra sogno e veglia, il suo tempo è dedito alla conoscenza, avidamente cercata nel libri della biblioteca del monastero. "La lettura dei buoni libri è una sorta di conversazione con gli spiriti migliori dei secoli passati" scriverà nei suoi taccuini. La malattia, ne è convinto, è la causa dei suoi interrogativi. È il malessere che ha fatto nascere la necessità di un sapere a cui aggrappare i suoi pensieri. È il malessere che gli imponeva domande.
Qui nella mia stanza, questa necessità di certezze è diventata la soluzione per superare il tormento di un’esistenza precaria e effimera, come quella del mio fisico gracile.
Un manoscritto che racconta le fragilità, le esaltazioni, l’interiorità, i dubbi e le domande di un giovane studioso; le piccole gioie che attraversano le sue giornate a letto e la grandiosità del suo intelletto nel comprendere oltre le dottrine. Sarà questo lo spirito che leggeremo nella seconda parte, nelle lettere all’amico Balzac, al quale confiderà il suo desiderio di voler andare volontario in guerra.
Tra poesia e guerra c’era un legame inestricabile che chiamavo entusiasmo.
Inaspettatamente un autentico mito romantico. Cartesio desidera andare lontano da Parigi e attraversare l’Europa dove soffia il grande conflitto della Guerra dei Trenta anni. Ma l’Europa bellica lo deluderà ben presto.
La mia immaginazione mi aveva fatto credere che la guerra sarebbe stata un’esperienza eroica. Eppure intorno a me vedevo soltanto barbarie e atrocità di ogni tipo.
Vivrà anni di conoscenze, pieni di fervore scientifico, con amicizie devote e meno. A Brera si invaghirà delle ricerche matematiche di Isaac Beeckam, in Germania entrerà a far parte della confraternita dei Rosacroce, una società segreta di studiosi di dottrine esoteriche, studierà Galileo e si metterà alla ricerca "della chiave per scardinare l’universo." La filosofia lo aveva condotto alla solitudine e la solitudine lo aveva condotto alla filosofia, nella ricerca della verità sulla vita e sull’universo. "Solo. Il falso inedito di Descartes" è un prezioso libro, quasi un romanzo, un’interessante lettura sul sentimento di sé, sulla relazione con l’altro, sulla mancanza di affetti, sull’esperienza della vita, sull’esilio volontario, sul rigore delle dottrine e delle scienze, sul mondo intorno e sulla sua storia. Inscindibili e straordinarie questioni ancestrali che vengono poste sia dalla filosofia che dalla letteratura. Consigliato!
Solo. Il falso inedito di Descartes
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