Soltanto il cielo non ha confini
- Autore: Guido Mattioni
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2014
“Soltanto il cielo non ha confini” (Ink Edizioni, 2014), romanzo del giornalista e scrittore di origini friulane Guido Mattioni, tratta il tema dell’immigrazione, in particolare quella clandestina, che in Italia abbiamo tristemente conosciuto negli ultimi decenni.
La storia trae spunto da un’esperienza che Mattioni ha vissuto nel 1986, quando era inviato per il settimanale “Epoca”, e che lo ha reso testimone del cosiddetto “viaggio della speranza” lungo il confine tra Stati Uniti e Messico, dove da sempre masse di disperati cercano di conquistare la sponda opposta per assicurarsi un futuro migliore. Il Rio Grande, fiume che per 1400 km traccia la frontiera fra Messico e Stati Uniti, in realtà, nel punto in cui El Paso e la città messicana di Ciudad Juarez si fronteggiano, diventa poco più che un rigagnolo, una sorta di “porta di servizio” che permette l’accesso al “sogno americano”. I “wetbacks”, così nominati poiché tentano l’attraversata con l’acqua che arriva alla cintola, portando con sé il loro misero bagaglio, costituito da un sacco tenuto sulla testa.
È una storia caratterizzata da intrighi di vicende e personaggi contrastanti, dove a primeggiare sono senza dubbio i sentimenti umani. I giovani messicani fuggono dall’immaginario villaggio di Surco-en-el-suelo, dove l’immensa estensione dei campi di fagioli assicurano la sussistenza della popolazione, ma una vita grama a chi aspira a qualcosa di meglio. Pianificando una nuova vita in America, questi ragazzi cadono vittime di trafficanti senza scrupoli, che si fanno pagare profumatamente senza offrire nessuna garanzia in cambio; oppure vengono subito catturati dalla polizia che ha il compito di pattugliare il confine, e rispediti al mittente. Giungere negli Stati Uniti non si rivela affatto facile, e il più delle volte ciò che si trova non è esattamente quello che ci si aspettava. In questo caso, la nostalgia di casa prende il sopravvento e il rientro diviene volontario.
“Erano soltanto i giovani orfani di rassicuranti memorie a lasciare Surco-en-el-suelo, inseguendo i propri miraggi. Lo facevano da anni, abbagliati dalle lusinghe di quel mondo tanto diverso dal loro e che luccicava sull’altra sponda del Rio Grande. Là, oltre la frontera; oltre quell’odiosa riga tracciata dall’uomo in terra, ma priva di qualsiasi corrispettivo in cielo”.
Fra questi giovani che provano ad inseguire l’”American Dream”, vi sono anche due gemelli, Hernando e Diego, somiglianti fisicamente, ma tanto diversi fra loro. Così come è stato per Caino e Abele, essi incarnano l’eterno dualismo del bene e del male. Senza sapere nulla l’uno del destino dell’altro, hanno tentato la fortuna in America in tempi diversi e anche la conclusione delle loro storie sarà differente. La loro somiglianza fisica darà vita ad una serie di equivoci.
In quest’opera si fa la conoscenza di tanti personaggi che, a loro modo, diventano un po’ tutti protagonisti. Mattioni è prima di tutto un giornalista, che utilizza un linguaggio estremamente evocativo, capace di creare piacevoli suggestioni. I confini di cui parla, sono semplicemente le barriere che l’uomo da sempre pone come propria “forma mentis”. Muri eretti ovunque, che non sono solo fisici. Ostacoli, imposizioni, superstizioni e ritrosie mentali sempre lì a ricordargli di non essere libero.
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