Sommamente invitante è la tastiera
- Autore: Giorgio Manganelli
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2023
La lingua italiana mentre batte sulle consonanti della tastiera della macchina da scrivere, per Giorgio Manganelli non può avere la struttura della lingua burocratica o quella "omologata" che si insegna a scuola.
La lingua degli scrittori deve stravolgere, bisogna togliere la polvere da parole desuete, volgari o barocca dei nostri avi. Per rimetterla in circolo. Con tali intenti nasce questo saggio breve o pamphlet, tanto nessuno dei due termini sarebbero piaciuti al "Manga" , così definito dai suoi amici, da sua figlia, col titolo Sommamente invitante è la tastiera (Graphe.it Edizioni, 2023, prefazione di Luigi Mascheroni, nota di lettura di Amelia Manganelli).
Nell’incipit di Luigi Mascheroni si mettono insieme le cose che servono per sfornare un nuovo libro: autore, testo, titolo e la quarta di copertina. Si può dire, senza tema di smentita, che la quarta di copertina ha un suo peso.
Come scrive il prefatore deve rendere appetibile il libro stesso. Deve avere un segno di originalità, ma soprattutto deve far tornare indietro il potenziale acquirente che stava uscendo dalla libreria senza comprare niente (o libreria su Internet).
Quando si tratta di Manganelli va fatta la prova, come di un formaggio nuovo, per rendere conto al lettore che sta entrando in un mondo in cui le parole sono essenziali e quelle usate dallo scrittore devono per forza essere nuove, mai usate da altri.
Prendiamo un estratto:
Il libretto che qui si presenta è, propriamente un trattatello, un manualetto teorico-pratico; e, come tale, ben si sarebbe schierato a fianco di un Dizionarietto del vinattiere di Borgogna, e di un Manuale del floricultore: testi, nati da lunga e affettuosa frequentazione della materia, compilati da con diligente pietas da studiosi di provincia, socievoli misantropi, mitemente fanatici ed astratti...
Come può vedere il lettore, Manganelli ha bisogno di un nuovo modo per scrivere in italiano, ma senza snaturarlo. Non utilizza nessuna delle parole usate spesso nella saggistica italiana, lo stesso termine ha poi un uso in altri tipi di libri, dalla biografia, allo scritto di ricordi amorosi. Dopo questa premessa Manganelli parla di libri che hanno avuto un impatto nelle patrie lettere.
Prendiamo, ad esempio, Italo Calvino con il libro dal titolo Sotto il sole giaguaro, tre racconti che l’autore tratta con ammirazione, ma usando sempre un linguaggio sincopato, a tempo di jazz.
L’autore scrive le sue recensioni magari commissionate da un quotidiano nazionale, oppure scrive di scrittori e di scrittrici che li sono piaciuti, in particolar modo da Ivi Compton-Burnett con il romanzo Un dio e i suoi doni dove le passioni umane:
vengono esorcizzate - scrive - da segni cerimoniali di uno stile astratto e gelidamente ipnotico.
Prima delle recensioni ci sono brevi scritti di varia umanità, che allo scrittore piacciono molto. Invece, pur scrivendo recensioni di grande bellezza, le detesta.
Chi scrive vi consiglia caldamente le conclusioni "manganelliane" contenute in La letteratura come menzogna.
E sulle recensioni, ancora, scrive:
Nulla è più futile di una recensione, gesto miserabile e irresponsabile. Il recensore, buffone del buffone, il parassita del pedante.
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Nel suo caso, le sue di recensioni, perlopiù commissionate, sono sempre centrate e bellissime, tanto che poi quello che scrive in merito, sembrano tentativi per non prenderlo mai sul serio.
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