Sono tornato per te
- Autore: Lorenzo Marone
- Genere: Romanzi d’amore
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2023
Lorenzo Marone, dopo aver pubblicato lo scorso anno il libro fortunato intitolato Le madri non dormono mai, torna in libreria con un romanzo ricco di pathos, intitolato Sono tornato per te, pubblicato dalla casa editrice Einaudi.
Un romanzo che rimanda ad un passato difficile, oscuro, e tragico. Ma anche nel buio si intravede uno spiraglio di luce e di salvezza, e non può che essere l’amore a fornirlo. Come? Si vedrà nel proseguo della lettura.
La storia è ambientata negli anni Trenta in un piccolo paesino del Sud, dove si coltiva la terra a caro prezzo, la miseria è molto diffusa, e i contadini sono perlopiù mezzadri che vivono la loro condizione di disagiati con umiltà.
Il paesaggio è bello e carico di fascino:
Sul Vallo s’erano posate nuvole cariche di umidità, dei campi si vedevano solo i primi filari, le strade di campagna sparivano silenziose dietro una curva, tagliavano i poderi, dalle fattorie salivano i versi degli animali, un debole abbaio, il canto incerto di un gallo. La pioggia pareva a un passo, e le finestre delle case erano velate di un grigio sporco. Nello sguardo la gente portava la stanchezza d’una stagione quanto mai lunga e fredda.
Cono Trezza è un giovane, figlio di contadini, che:
Amava la vita dei campi, erano casa sua: già da bambino sapeva dar da mangiare alle galline, mungere le vacche, e a sedici anni compiuti aveva per la terra la stessa vocazione che riservava ai proprio genitori. Lo chiamavano Galletta perché vivace ed impertinente.
Conosce certa Serenella Pinto, figlia di un artigiano, con grandi idee socialiste, considerate con malagrazia e molto fumose dagli stessi conterranei.
Conto non può che innamorarsi follemente di Serenella, decidendo già in età molto precoce di volerla sposare col tempo.
Sembrava una dea, una sacerdotessa, o forse una fattucchiera, che con un incantesimo gli aveva ingarbugliato la lingua e il corpo, tanto che non era più capace di parlare né di muoversi. I suoi lunghi capelli neri ricci erano una massa scura sul punto di esplodere, guardarli era una festa. Nei suoi occhi neri ci si smarriva, la sua pelle assumeva nelle pieghe il colore dell’ebano, e sul viso sfumava in tinte auree, solo a vederla, faceva venire in mente l’estate! Sul viso fiero aveva l’audacia tipica dei maschi.
Tutto normale? Non proprio perché i tempi sono quelli che sono e il fascismo avanza con tutto il suo carico di prepotenza e di sopruso:
In quei tempi che s’approssimavano a diventare bui, dentro un tendone da circo piazzato ai confini di una frazione di poche case di un borgo del Sud d’Italia, al centro del Vallo di Diano, gli uomini e le donne dei campi videro per un po’ alleviarsi le loro pene. Non sapendo, non immaginando, che di lì a breve il loro più grande menestrello, il buffone di piazza, gli avrebbe tolto per sempre la voglia di ridere.
Ed è quello che accade a Cono: un apprezzamento di troppo per la sua ragazza provoca un tragico evento. Cono assesta al figlio del podestà, Romano, un potente gancio in pieno volto. Da lì in poi la vita di Cono e della sua famiglia muta tragicamente. Prima dovrà partire per il servizio militare, poi dopo l’8 settembre del 1943 la deportazione in Germania. Il sogno dei due bei giovani sarà infranto per sempre? Potranno mai sposarsi? Che cosa accadrà nel campo di concentramento a Cono? Come e se riuscirà a salvarsi?
Il romanzo ruota principalmente intorno al percorso di vita del protagonista Cono, che per un atto di ribellione avrà la vita definitivamente e orribilmente compromessa.
La punizione patita sarà delle più atroci, che l’essere umano abbia mai subito, e la sua sopravvivenza sarà dovuta soltanto grazie a tre fattori: lo sport, in questo caso il pugilato, l’amicizia con un uomo prigioniero anch’esso, ma dal cuore grande, e alla Fortuna.
Una vicenda raccontata con piglio ed essenzialità da un autore che non finisce di stupire il suo pubblico. Lo seguo dal suo primo libro, La tentazione di essere felici, e non mi stanca mai. La scrittura è semplice e scorrevole, e il tratteggio dei suoi personaggi e della loro vita la colonna portante del libro. Il tema di sottofondo, ovvero dello sport e del pugilato, è trattato con sapienza narrativa e conquista il lettore con pagine di grande malia.
Così introduce l’argomento portante:
Fu il pugilato lo sport più praticato nei campi di concentramento. Piaceva al Fuhrer, alle guardie naziste che scommettevano sugli incontri, ai kapò che obbligavano i prigionieri a combattere di notte. (…) Molti furono gli italiani che dovettero battersi. Ricordo, tra questi, Roberto Benassi, genovese, arrestato dall’Ovra nel 1939 (…) O Ferruccio Maruffi, partigiano nelle valli di Lanzo, amico di Primo Levi, testimone gentile fino all’ultimo della deportazione subita. E altri ancora, che per aver salva la vita dovettero improvvisarsi pugili. Per la memoria di tutti loro è questo romanzo.
Un romanzo veramente meritevole, da leggere piano piano per gustarlo oltremodo. Un’ottima prova letteraria.
Sono tornato per te
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Un libro perfetto per...
A chi ama il pugilato, lo sport in generale e le belle storie d’amore.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Sono tornato per te
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