Sotto
- Autore: Gilda Policastro
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Fandango Libri
- Anno di pubblicazione: 2013
Dopo il suo primo romanzo, Il farmaco, ambientato in un ospedale, Gilda Policastro torna in libreria con "Sotto" (Fandango, 2013) in cui racconta dell’ambiente universitario che sembra conoscere bene, quasi alla perfezione.
L’autrice ne fa un’analisi spietata, tutti sono "sotto" a qualcosa, a un vecchio ricercatore, a un professore svogliato, finanche a figuri che si aggirano per gli atenei, persone di una certa età che ancora si illudono di trovare un proprio posto nel mondo degli atenei.
Le protagoniste principali sono due giovani donne, Alba e Camilla, che vivono nella precarietà intellettuale più assoluta, che le rende pavide, poco coraggiose anche nei sentimenti: si amano, ma c’è anche un substrato di odio e di rivalsa.
Il sesso, per l’autrice, è sempre connotato da moti di noia, di abiezione, di escamotage per arrivare al traguardo seducendo professori attempati e viziosi.
L’università è l’inferno dove un professore barone, Ludwig, fa il bello e il cattivo tempo con le due giovani donne, non promette contratti, soldi, le lascia in una condizione di subalternità. Questo trio non ha resurrezione, ma solo disincanto e sottomissione.
Con un narrare raffinato e una sintassi irrequieta, Gilda Policastro nel negare l’amore è quasi brava quanto Elfriede Jelinek, Nobel 2004.
Leggiamone un passo per capire:
"Ha le piante sporche, lo nota quando siede a terra con le gambe incrociate. È magra come sempre, ha la pancia appena più pronunciata. Ci sono di quelle donne fatte a stecco, che pure, per gli uomini, hanno un fascino. Sono donne che rimandano all’infanzia, forse, ai primi giochi tra maschi. Lei l’avevano rincorsa fin sotto casa della nonna, chiedendole di togliersi le mutande. Parlavano in un gergo consonantico di farfugliari asemantici, ma fu salva per quella volta, come in chiesa o in uno spazio inaccessibile, un altare consacrato al prigioniero, un ponte crollato prima dell’arrivo del nemico. I bambini sembravano minacciarla da lontano di riprovarci, con quegli sguardi di cattiveria preformata"
Non c’è possibilità di riscatto, l’università è un guscio vuoto e l’amore non esiste.
Sotto
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Uno dei libri più sgradevoli che abbia letto.
A cominciare dal titolo, ricco di accezioni negative, evocante bassezze fisiche e morali, compiacimenti subdoli e/o manifesti.
Storie deprimenti, personaggi squallidi che difficilmente riescono a mostrare un minimo barlume di sana umanità.
Un linguaggio pretenzioso, che solo a brevi tratti pare riscattarsi dal turpiloquio e dalla bassezza delle conversazioni e degli stessi pensieri dei protagonisti.
Vicende scontate, ma non per questo così frequenti e scandalose.
Il dominio intellettuale del piu’ forte, trasformato in totale sfruttamento fisico e mentale del piu’ debole; anche se non è poi così scontato individuare quale sia la vera forza, e da quale parte essa si trovi.
Un periodare dispersivo, che male assembla vicende e pensieri, nello sgretolarsi delle vite dei personaggi.
Mi spiace che non l’abbia trovato di suo gradimento. I libri di Gilda Policastro non hanno mezze misure.
Grazie del commento.
Vincenzo