In un incontro tenutosi nella giornata di domenica 13 marzo 2022 presso Libri Come, il Festival del libro e della lettura, la scrittrice Melania G. Mazzucco ha presentato Metamorfosi, il secondo numero della rivista Sotto il Vulcano, edita da Feltrinelli e diretta da Marino Sinibaldi.
Le riviste letterarie sono ancora in grado di raccontare l’epoca in cui viviamo, soprattutto le sfide del nostro tempo?
È questo d’altronde il retaggio delle grandi riviste novecentesche, luoghi di confronto intellettuale, politico e letterario che seppero avviare veri e propri movimenti culturali, raccontare la nascita di ideologie e rivoluzioni.
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Sotto il Vulcano. Idee, narrazioni, immaginari, la nuova rivista trimestrale edita da Feltrinelli, raccoglie il testimone dei periodici novecenteschi nel tentativo di farne propria l’ereditarietà. L’obiettivo è, nell’arco di una serie limitata di dieci numeri, quello di mostrare, documentare, raccontare e reinventare la realtà contemporanea.
Si tratta di una rivista a cadenza trimestrale, specifica il direttore Marino Sinibaldi, poiché deve consentire una zona di mezzo spazio-temporale in grado di favorire un certo distacco dalla contingenza dei fatti.
Spiega Sinibaldi:
La distanza è una sfida, ma ti consente anche uno sguardo. Una rivista trimestrale consente un certo distacco dalla contingenza della realtà quotidiana, che tuttavia non è estraneità. Non dovendo raccontare i fatti di cronaca in presa diretta vi è quindi una nuova capacità di approfondirli e commentarli.
Melania Mazzucco e la sfida delle Metamorfosi
Melania G. Mazzucco, condirettrice del secondo numero della rivista, ha scelto per questa edizione un tema peculiare: “Metamorfosi”, forse la parola più degna di rappresentare il nostro complesso e sfaccettato tempo presente.
Guardarsi intorno e capire quello che sta succedendo è diventato un imperativo letterario, ma anche un modo di ripensare il mondo. E mi sembrava che la parola Metamorfosi fosse il tema più appropriato per esprimere questa necessità.
Ha spiegato l’autrice nel corso del suo intervento. Secondo Mazzucco sono in atto, nella contemporaneità, gigantesche metamorfosi che ci riguardano tutti in quanto esseri umani. La letteratura può divenire un valido strumento, osserva la scrittrice, per affrontare il complesso mutamento che la storia ci ha messo di fronte.
Dalle metamorfosi di Ovidio al tempo presente
Si parte quindi dalla mitologia classica, con la leggenda di Ovidio, che narra delle Mineadi, le tre figlie di Minia, trasformate in pipistrelli, per affrontare le metamorfosi del nostro tempo.
Secondo Melania Mazzucco Le Metamorfosi di Ovidio sono un “libro-mondo”, che contiene tutte le narrazioni possibili, nella sconfinata varietà di storie, forme, ritmi, stili, riassume la letteratura passata e addirittura inventa quella futura.
Tutto ha inizio appunto con il pipistrello, inteso come il messaggero volante di un viaggio perturbante, che è stato annunciatore della pandemia di Covid-19 e, per diretta conseguenza, dell’inizio di una serie di cambiamenti a catena che hanno rivoluzionato lo stile di vita occidentale.
Le metamorfosi narrate da Ovidio diventano così un nuovo modo di guardare il mondo, soprattutto di coglierlo nella sua perenne evoluzione avendo quindi percezione di una continua trasformazione, di un Io labile e sfuggente.
Numerosi i contributi presenti in questo secondo numero della rivista. Il tema delle Metamorfosi è affrontato da scrittori, filosofi, artisti italiani e stranieri, attraverso racconti, reportage, memoir, interviste, poesie, graphic novel.
La metamorfosi in prosa: Elvira Mujcic
La riflessione di Mazzucco si sofferma sulla concezione di “metamorfosi” come frattura dolorosa, ma anche come simbolo di trapasso e quindi rinascita. Secondo la scrittrice l’umanità si sta preparando a varcare “nuovi e indistinti confini” sia in ambito sociale che in ambito individuale.
Meritevole di menzione è anche l’intervento di Elvira Mujcic, scrittrice e traduttrice italo-bosniaca, che nel racconto Da grande voglio imitare Giano affronta il tema del ritorno che si lega a doppio nodo all’esilio.
Un’importante osservazione riguarda il fenomeno migratorio, un discorso dal quale oggi non possiamo prescindere, che dall’autrice viene percepito come intrinsecamente legato alla definizione di metamorfosi:
La migrazione apre una frattura che è insanabile.
Racconta Mujcic che il momento più doloroso è quello in cui avviene la metamorfosi, ovvero la frattura. Narrando il proprio vissuto di donna bilingue, appartenente a due patrie, spiega che raccontare in un’altra lingua rende “dicibile” persino l’indicibile e quindi fa riferimento alla parola “guerra” che in italiano ha un suono più leggero rispetto al bosniaco.
Vi è nel lost in traslation, afferma Elvira Mujcic, qualcosa di salvifico.
La metamorfosi in poesia: Valerio Magrelli
Il poeta Valerio Magrelli invece declina la metamorfosi in forma di poesia creando un neologismo: Antropocedio.
Che significa Antropocedio? È un termine che deriva dall’unione delle parole “Antropocene” - ovvero l’era dell’uomo, il periodo più recente della storia terrestre - ed “Epicedio” che in greco significa lutto.
Una poesia che vuole essere una sorta di canto funebre, ma anche una riflessione sulla metamorfosi necessaria nella vita. L’evoluzione infatti comporta necessariamente un contrasto, specifica Magrelli, poiché un figlio può crescere soltanto urtandosi con il padre.
Solo attraverso lo scontro dunque l’individuo trova la propria strada nel mondo e in questa collisione inevitabile, che provoca frattura, si verifica una metamorfosi necessaria per la storia umana.
La metamorfosi umana
Metamorfosi è quindi la parola più opportuna per indagare il nostro mondo, la nostra epoca complessa e carica di incertezze.
L’incontro si chiude con una riflessione significativa da parte di Melania Mazzucco:
La metamorfosi descrive il momento doloroso della trasformazione. Gli esseri umani nel mito di Ovidio diventano altro, diventano animali. La loro mente però rimane quella di prima, solo che hanno perso la voce e quindi non possono esprimere i loro pensieri. Ecco, la voce, è il segno dell’umano. La voce è ciò che ci contraddistingue in quanto esseri umani e il nostro unico modo di lasciare il segno.
Che sia proprio questo lo scopo della letteratura? Lasciare il segno dell’umano, incidere una traccia della nostra voce prima che la continua metamorfosi del tempo e della storia cancelli persino l’ultimo residuo di umanità.
La riflessione sull’“importanza della voce” è stata una delle considerazioni più intense e inaspettate di questa tredicesima edizione di Libri Come 2022, il Festival del libro e della lettura. È un invito ad agire, a scrivere e soprattutto a raccontare, intessendo reti di storie tra loro interconnesse, persino in un tempo incerto.
Perché siamo tutti in perenne transito, spiega Melania Mazzucco, in continua fase di passaggio o di transizione ed è proprio in questa metamorfosi che riconosciamo il nostro “essere umani”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Sotto il vulcano”, la nuova rivista Feltrinelli: a Libri Come Melania Mazzucco ha presentato “Metamorfosi”
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