Sotto un cielo senza stelle
- Autore: Francesca Romana De’ Angelis
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2015
Ho letto con attenzione, con interesse crescente, con grande passione, con sincera commozione Sotto un cielo senza stelle, il libro che Francesca Romana De’ Angelis ha scritto raccontando la vicenda umana di tre donne, vicine ad altrettanti uomini grandi. Donne che, pur dotate di talento e di cultura, di interessi e di curiosità, essendo vissute in tempi nei quali la cultura dominante era maschile e maschilista, hanno dovuto accontentarsi di rimanere in seconda fila, quando non nell’ombra.
Virginia Galilei, monacata a forza dal padre Galileo; Paolina, sorella di Giacomo Leopardi e infine Vittoria, una delle poche sopravvissute della famiglia di Alessandro Manzoni sono le tre protagoniste del racconto che Francesca Romana De’ Angelis, insigne studiosa di documenti, lettere, memorie, ricompone narrando in prima persona le tre storie, pur organizzate secondo diversi generi letterari. Mentre Virginia, ormai vicina alla morte, scrive una lunga lettera a suo padre lontano, Paolina decide di mettere su carta i ricordi della sua vita passata, alla vigilia del viaggio che la porterà lontano da Recanati, a Pisa, pronta a cominciare una nuova vita. Infine Vittoria Manzoni, al compimento dei settanta anni, decide di affidare alla carta le memorie della sua lunga vita, vissuta in una famiglia sfortunata anche se il padre era considerato un “monumento”.
L’epigrafe del volume è opera di Angela Bianchini, la grande scrittrice che tanto si è occupata di donne:
“La voce delle donne del passato somiglia a una conchiglia: portandola all’orecchio… si riesce a coglierne un brusio segreto, una sorta di mormorio. Sono le donne che si rispondono di secolo in secolo, da una civiltà all’altra.”
E da un secolo all’altro ci accompagna Francesca Romana: parte da un racconto simbolico che ha per protagonista Penelope che dopo il ritorno in patria di Ulisse non ha più riconosciuto nell’uomo amato e atteso per venti anni lo sposo sognato.
”Per dimenticare un’infelicità lunga venti anni avevo bisogno di sapere che il mio sposo mi sarebbe rimasto accanto per sempre. E invece, dopo essersi rivelato, Ulisse mi disse che nel suo destino c’era un’altra partenza.”
Dunque Penelope sceglie di lasciare per sempre la sua Itaca, diretta alla volta di Creta, in compagnia del cantore Femio, per riuscire, abbandonandolo, ad amare ancora l’uomo da sempre amato.
La lettera di Virginia Galilei al grande scienziato ci racconta di una giovane, che, insieme alla sorella Livia, non fu mai riconosciuta come figlia legittima: solo il fratello Vincenzo, ebbe il nome del padre.
Tuttavia malgrado le grandi traversie che costellarono la vita di Galilei, Virginia, divenuta suor Celeste, pur se chiusa in un convento dove la regola di povertà di Santa Chiara era seguita alla lettera, studiava e seguiva le grandi avventure intellettuali, la grande rivoluzione scientifica che il padre stava compiendo. Leggeva e scriveva la suora, per lei la prosa nella quale l’amato padre andava costruendo la sua rivoluzionaria lettura dell’universo non era misteriosa: fra padre e figlia c’era uno scambio epistolare che consentiva alla suora di seguire le vicende drammatiche a cui le idee espresse nei suoi scritti stavano condannando il grande scienziato.
Il memoriale di Paolina Leopardi è davvero commovente, nella ricostruzione di un bellissimo rapporto affettivo ed intellettuale con Giacomo, a cui fu legata da una stima e da una condivisione di sensibilità che nella solitudine della grande biblioteca del palazzo di Recanati fu l’unica vera salvezza per i tre fratelli Leopardi.
Monaldo, pur se uomo legato ad una cultura conformata al secolo precedente, aveva grande considerazione per gli studi che dovevano coinvolgere indistintamente tutti i suoi figli, a prescindere dal sesso: ecco allora Paolina divenire una fine letterata, capace di fiancheggiare il fratello nella copiatura dei testi che Giacomo andava scrivendo, capace di tradurre i classici, di apprezzare la letteratura francese, di leggere per prima le Operette Morali.
Infine la lunga vicenda di Vittoria, che nel giorno in cui compie settanta anni, nella sua bella villa in Toscana, a Montignoso, dove vive appagata con il marito Giovan Battista Giorgini (Bista per la moglie), decide di scrivere le sue memorie: la lunga vita le permette di attraversare gli anni nei quali la sua numerosa famiglia fu decimata dalle malattie.
La precoce morte della madre Enrichetta, seguita a breve distanza dalla perdita delle sorelle Giulietta, Sofia, Matilde, da sua figlia Luisina, dai fratelli. Il padre Alessandro era sempre lontano, distante, incapace di calore. Eppure Vittoria non lo accusa, né lo critica, pronta invece a trovare giustificazioni al suo comportamento:
“Chi ha sofferto di abbandono ha due strade davanti: cercare il conforto di caldi affetti familiari o replicare senza volerlo quell’abbandono… La sua infanzia di solitudine ancora gli pesava… Malato di malinconia, ripiegato su se stesso. Aveva paura di uscire da solo, temeva la folla, cercava luoghi dove potersi rifugiare…” .
Il grande monumento della letteratura italiana era dunque un padre distante, troppo preso dai suoi problemi esistenziali, mentre la figlia superstite sarà la sola a ricavarsi una vita normale, vicino ad un uomo meno celebre, ma non per questo meno stimabile: l’autore del Nuovo Vocabolario della lingua italiana, redatto seguendo le indicazioni del grande suocero.
Tre donne che non hanno potuto diventare stelle di un firmamento, quello della letteratura italiana, dove i nomi femminili sono pochi e trascurati, che nella scrittura fluida e raffinata di Francesca De’ Angelis riescono a ritrovare una voce autentica, forte, incisiva.
Tre personalità che forse, in un altro contesto, avrebbero potuto emergere a prescindere dalla illustre parentela: tre voci calde, piene di umanità, capaci di mescolare i grandi temi con le minuzie della quotidianità, la politica, la scienza e la religione con la cura di corpi trascurati, la durezza della vita in convento, in collegio, in ambienti gelidi dove la malattia era in agguato e non risparmiava nessuno.
Grazie a questo libro che attraversa tutti i generi letterari, un po’ biografia, un po’ romanzo epistolare, un po’ mémoir, arricchito da una ricca bibliografia e da un utile elenco dei numerosissimi personaggi citati, possiamo rileggere storie che credevamo di conoscere ma che qui l’autrice arricchisce di aneddoti, documenti, ricordi che ci avvicinano a Galilei, a Leopardi, a Manzoni e alle loro famiglie in modo inedito ed affascinante: una rilettura stimolante in chiave femminile, che ci allarga davvero il cuore.
Sotto un cielo senza stelle. Virginia Galilei, Paolina Leopardi,Vittoria Manzoni
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