Sotto un sole diverso
- Autore: Ernst Lothar
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: E/O
- Anno di pubblicazione: 2016
Lo scrittore austriaco Ernst Lothar emigrò negli Stati Uniti in seguito alle leggi razziali emanate del regime nazista e tornò a Vienna solo dopo la fine della guerra. Innamorato dello spirito austriaco che traspare ad ogni pagina del romanzo “Sotto un sole diverso” , pubblicato nel 1961 ed ora tradotto in italiano dalle edizioni E/O (2016), dopo il grande successo de La melodia di Vienna, l’opera più nota e riuscita del romanziere e commediografo.
“Sotto un sole diverso” racconta il destino di una famiglia sudtirolese che vive a Bolzano da molte generazioni che, insieme a tutta la comunità etnica di lingua tedesca, si trova al centro delle drammatiche vicende della prima metà del secolo scorso: la famiglia Mumelter, che abita in una bella casa ai piedi dello Sciliar e del Catinaccio, di fronte all’altipiano del Renon, titolare di una ditta di legno intagliato, con banco dedicato nella cattedrale e tomba al cimitero, vive il rivolgimento storico che porterà la regione dell’Isarco a diventare forzatamente italiana dopo la conclusione della Prima Guerra mondiale e a prendere il nome di Alto Adige. Il regime fascista che ha appena preso il potere eserciterà un potere dispotico e violento nei confronti dei sudtirolesi, imponendo loro toponimi, lingua, insegnamento scolastico, funzioni religiose solo in italiano.
Il patriarca Laurenz Mumelter, novantenne capofamiglia e cattolico intransigente, depositario delle tradizioni etniche del suo popolo, governa con pugno rigido i suoi tre nipoti: il maggiore, Andreas, ingegnere appena laureato in Germania, Riccarda, il ragazzo Sepp. I tre ragazzi sono da sempre orfani e sono cresciuti con il nonno e con la domestica Vroni. Ora però, sotto la dittatura fascista, Sepp si avvicina ai nuovi padroni, mentre Andreas, che ha visto la brutalità e la cieca violenza dei nazisti a Berlino e a Monaco, tornato a casa intravede la possibilità di opporsi tanto agli italiani quanto ai nazisti.
Verrà arrestato e posto di fronte a scelte difficili e tormentate: rimanere italiano e certamente allontanato dalla sua terra e deportato nel sud della penisola, oppure aderire al Reich tedesco, con incerta collocazione futura.
Intanto è giunta a Bolzano la famiglia Hoffman, composta da una coppia e dalla loro figlia Gwen: sono ricchi americani di Boston, ma in realtà Mr. Hoffman conserva un passaporto austriaco ed è giunto per dire addio alla vecchia madre e per curare a Merano la giovane Gwen, ammalata di petto e bisognosa dell’aria pura delle Alpi.
La vicenda delle due famiglie, i sudtirolesi e gli americani, sono profondamente intrecciate ed attraversano due anni terribili, il biennio 1938-1940. Il vecchio Mumelter e i suoi nipoti sono messi su un treno piombato e deportati in Cecoslovacchia, appena occupata dai nazisti: lì Andreas, che è un progettista di armi molto promettente, viene usato in una grande fabbrica al servizio del Reich, mentre intorno a lui e a Gwen che è innamorata del coraggioso tirolese, avviene l’inferno nel quale l’Europa sprofondò in quegli anni. Dalla villa dove viene ospitata la famiglia americana vede e sente i lamenti dei prigionieri torturati in un lager poco lontano, senza poter intervenire.
Lothar sembra conoscere molto bene le posizioni degli americani, decisi a non intervenire nelle vicende europee nei primi anni del conflitto, mentre i tedeschi non vogliono creare con loro attriti e problemi diplomatici; compaiono nel libro documenti originali, testi di proclami, canti, che ci raccontano la resistenza dei cechi, la voglia di riscatto e l’orgoglio sudtirolese e l’amore che supera barriere politiche, linguistiche, etniche.
Gwen e la cognata Riccarda rappresentano due modi opposti di vivere la propria identità femminile: la prima, figlia della democrazia americana ed abituata alla libertà e alla giustizia che ritiene valori irrinunciabili, la seconda vittima di una società troppo chiusa a cui è stato sottratto tutto e quindi infelice e delusa.
La parte più interessante del libro è la fedele ricostruzione storica di un pezzo di storia del confine italiano, visto dal punto di vista austriaco, che troverà una soluzione solo molto dopo la fine della guerra e che i nostri protagonisti non hanno potuto vedere. Oggi Bolzano e tutto l’Alto Adige sono finalmente pacificati, le popolazioni vivono l’una a fianco dell’altra con rispetto, ormai il sole che illumina lo Sciliar, l’Ortles, il Catinaccio di sera non è più "un sole diverso".
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