Splendore
- Autore: Margaret Mazzantini
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2013
Costantino “era il figlio del portiere. Suo padre aveva le chiavi di casa nostra, quando partivamo innaffiava le piante di mia madre”. Guido era figlio unico, “non ho avuto fratelli, ho trascorso le ore solo”, studiando sul pavimento con la schiena incollata al muro accanto alla porta d’ingresso perché era il luogo più vicino al mondo “al rumore della vita”. Se Costantino apparteneva al proletariato della Capitale, Guido proveniva da una famiglia altoborghese, “avevo ereditato l’autismo emotivo che caratterizzava i maschi della mia famiglia”:
- il padre dermatologo “silenzioso e monotono nelle sue attività”,
- la madre Georgette, una belga di umili origini, figlia di italiani emigrati, attivista di Italia Nostra che non aveva mai orari precisi.
“La nostra era una famiglia di adulti rigidi e stravaganti e di infiniti vecchi”
nella quale il bambino Guido era guardato con timore come una sorta di “insetto kafkiano che avrebbe potuto, ingigantendosi, divorarli”.
In quell’appartamento situato all’interno di “un casamento d’epoca fascista accanto al Tevere”, il Palazzo di Giustizia a pochi isolati di distanza, Guido era cresciuto in compagnia della domestica “che cambiò molte volte, ma per me fu sempre la stessa, una figura mite ma nemica che consentì a mia madre di abbandonarmi durante tutta l’infanzia”. L’ascensore, “un’elegante cabina di ciliegio e vetri che saliva a vista lungo la tromba delle scale”, rappresentava l’elemento meccanico che univa il basso all’alto, “la strada al nostro appartamento”. Guido e Costantino, il quale viveva insieme alla sua famiglia nel seminterrato del palazzo accanto alle cantine, si erano incontrati durante tutta l’infanzia: il primo saliva, il secondo scendeva, completamente diversi l’uno dall’altro, per nascita, estrazione sociale e corporatura.
“Lui grosso, io magro, lui povero, io figlio di misera gente benestante”
Guido esile e inquieto, Costantino massiccio e sensibile.
“Costantino era l’essere più lontano da me al mondo, un bambino senza nessuna attrattiva”.
Se è vero che gli opposti si attraggono, da adolescenti “venne l’adolescenza, venne quel morbo”, entrambi spiriti solitari, si erano riconosciuti l’uno nell’altro. Era l’amore, inaspettato, unico quanto sofferto, taciuto perché impossibile da vivere, quindi inaccettabile. Un sentimento profondo nato da giovanissimi e continuato per tutta la vita, fatto di incontri clandestini, rubati all’apparente normalità della rispettiva vita familiare. Come il mosaico in pietra da comporre, che lo zio di Guido Zeno aveva regalato al nipote e quest’ultimo aveva scaraventato con uno scatto d’ira fuori dalla finestra, per tutta la loro vita Guido e Costantino avrebbero cercato inutilmente di ricomporre quei pezzi sparsi e rovesciati in quel cortile che li aveva visti nascere e crescere.
“Avremo mai il coraggio di essere noi stessi?”.
Nel suo ultimo romanzo dedicato “A Sergio, ancora una volta”, Margaret Mazzantini racconta una storia d’amore omosessuale lunga quarant’anni di vita, dagli anni Settanta ai giorni nostri. Una passione che lotta contro i pregiudizi, sempre in bilico tra ragione e sentimento, giacché “siamo sempre obbligati a rinascere in un remoto luogo dell’universo”. Margaret Mazzantini, forte del record di circa 3,5 milioni di copie vendute, ancora una volta indaga quel sentimento intenso e profondo di affetto e affinità che lega due persone attraverso l’io narrante di uomo tormentato pieno di rimpianti, diviso tra una Roma che sta cambiando e una Londra in pieno fermento culturale. Un amore impossibile che ha pochi istanti di puro splendore.
“Dovrei tornare nel punto in cui la mia vita cominciò, la serratura cadde e la porta si aprì. Nell’estate della bellezza”.
Splendore
Amazon.it: 19,61 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Splendore
Lascia il tuo commento
SPLENDORE-MARGARET MAZZANTINI.Quando il contenuto di un romanzo si definisce forte e delicato nello stesso tempo.Quando chiudendo un libro ti soffermi a riflettere e sei spinto a fare una rierca interiore,un’analisi esistenziale della tua vita.Quando un romanzo ti trasmette rabbia,tristezza,disappunto e al contempo meraviglia,emozione ,empatia.Se tutto ciò lo ritrovi in un libro puo’essere definito secondo me uno splendido libro.Impossibile non soffermarsi a riflettere su moltissimi aspetti della vita con i quali ci misuriamo ogni giorno;pregiudizi, vergogna,chiusura,ribellione.Sono questi gli ostacoli che impediscono ai due protagonisti di vivere un amore libero,assoluto,spensierato.L’amore tra due uomini definito nella nostra società "scandaloso","contro natura"diventa per questo motivo un amore disperato ,impossibile,infelice.Non esiste una societa scevra da condizionamenti, schemi e convenzioni quindi la solitudine, l’inaccettazione della propria identita sessuale accompagnano passo dopo passo tutta l’esistenza dei due protagonisti costretti ad una vita di apparenze, menzogne,ipocrisie. Lo stile della Mazzantini è sempre brillante, il lessico accattivante e ricco di fascino; le metafore,la scelta degli aggettivi, la descizione dettagliata dei luoghi e dei personaggi, nonche’ un tema tanto delicato quanto profondo fanno di questo romanzo un’opera brillante, raffinata, profonda e vera.
Mi chiedo come mai Margaret Mazzantini, anche se scrittrice di provata bravura, possa essere riuscita a scrivere un romanzo splendido come Splendore.
Un’autrice che non finisce di stupirci mai, neanche in quest’occasione.
Anche se non ne condivido il linguaggio troppo spesso licenzioso e volgare, oserei dire.
Il suo scavare nei meandri della psicologia dei suoi due personaggi, Guido e Costantino, dapprima ragazzi e poi uomini, è davvero sbalorditivo e da vera maestra dell’arte dello scrivere.
Riesce a leggere, in modo veramente ammirabile, nell’animo dei due durante tutto lo svolgersi della loro vita.
Guido e Costantino, giorno dopo giorno, imparano a guardarsi, a cercarsi, a volersi, ad amarsi. Anche se il loro è un amore fuori dai binari, dalla consuetudine.
Le vicissitudini che si frappongono nel corso degli anni, sono tante da fronteggiare, non ultimi gli amori al femminile per ambedue, oltre a quello per i figli da parte di Costantino.
Ma durante tutto il lungo tragitto che li porta a diventare adulti, non vengono mai meno la voglia e la speranza di ritrovarsi e amarsi pazzamente.
Una storia, la loro, che pone tanti quesiti ai quali non è facile rispondere, e che, anche se indagassero in modo molto lineare e onesto, fuori da ogni sorta di schemi precostituiti, non riuscirebbero mai a dare delle giuste risposte.
Un dramma la vita e la storia di Guido e Costantino, che sono anche la storia e la vita di Filippo e Nino e di tanti e tanti altri, e di tante e tante altre, che non riescono o non possono esprimersi come vorrebbero, e che si chiedono: “Avremo mai il coraggio di essere noi stessi”?