Nel mese di giugno è stato presentato presso il Mondadori Point di via Villareale a Palermo, il best seller sulla famiglia Florio che ha visto protagonista l’autrice a cui sono state rivolte intriganti domande sulla genesi del suo “creaturo” come familiarmente Stefania Auci denomina la sua opera di successo. Il romanzo "I leoni di Sicilia" è frutto di tre anni di lavoro e, per l’ultimazione con un secondo volume conclusivo della saga, ne occorrerà almeno un altro.
L’idea del libro è venuta casualmente all’autrice che ha improntato una prima stesura poi riscritta per intero e trasmessa a varie case editrici. L’idea della saga familiare non suscitò però soverchi entusiasmi presso vari rinomati editori, essendo a loro avviso un filone ampiamente sfruttato. Nondimeno la casa editrice NORD, dopo avere visionato le prime trenta pagine, diede invece all’autrice il placet per proseguire, vincendo la scommessa visto il notevole successo di vendite.
Si parla delle tante imprese dei Florio nello scenario della florida realtà economica della Palermo del primo Novecento. Il libro analizza i vari personaggi dal di dentro, prendendo le mosse dal loro spostamento da Bagnara Calabra a Palermo, mettendo in rilievo il primigenio stato economico non certo florido. Un progressivo successo li portò poi a divenire padroni dell’economia dell’Isola, sviluppandola con grandi intuizioni.
Il libro è costato all’autrice un notevole sforzo ed impegno nel mettere insieme gli aspetti finanziari e storico economici della famiglia Florio con i risvolti familiari. Nel secondo volume si noterà ancor più come la Sicilia sia stata la terra delle occasioni mancate essendo stati i Florio, con le loro imprese, una cattedrale nel deserto con intorno poco altro, industrie e piccole realtà produttive.
Non è stata impresa facile ricondurre la storia dei Florio ad un romanzo. Ci si è accostati alle biografie rendendosi conto che si era in rapporto con persone vere che dovevano però divenire dei personaggi. Ciò ha significato adattarli ad un quadro storico particolare, inserendoli in situazioni che potrebbero anche non essersi verificate, ma che servono per la storia raccontata, per comprendere come i vari personaggi si sono evoluti e le motivazioni delle loro scelte e dei loro comportamenti poi protrattisi negli anni.
Vi è una sorta di incastro tra Storia e finzione, in cui talvolta la Storia è stata modificata e la vicenda familiare è stata resa quanto più possibile veritiera tanto da poter essere inserita in un particolare passaggio della narrazione romanzesca. Eventi e personaggi sono funzionali al romanzo dove vi è per definizione un margine di libertà che deve essere riconosciuto all’autore.
Ci si è accostati alla persona/personaggio con il massimo di rispetto, tenendo conto che non si tratta di persone inventate, ma di esseri umani che hanno avuto un loro vissuto, un percorso di vita su cui nessuno può dire una parola di troppo che possa tradursi in un giudizio.
Leggendo il romanzo, si nota come la nobiltà siciliana, dal Settecento in poi, tirasse le fila del Potere a prescindere dalla presenza dei Borbone e si adattasse al mutare degli eventi pur di mantenere i propri privilegi. Era lontanissima l’idea di creare un modello di sviluppo industriale e di impresa e non si accettavano nemmeno le riforme agrarie e cambiamenti nel modo di coltivare la terra. L’economia era basata solo sullo sfruttamento del latifondo e delle anzidette cave di zolfo peraltro date in appalto. I Florio portarono una nuova idea di sviluppo e ci si venne a confrontare con il modello inglese dove la nobiltà non solo si cimentava in nuovi tipi di colture, ma soprattutto iniziava ad occuparsi di industria in una visione di sviluppo ostacolato da chi portava avanti ancora metodi superati dai tempi. È stata impresa non facile quella di descrivere il successivo declino, una povertà improvvisa sopraggiunta, inserendo altri personaggi di pura invenzione.
Veramente un romanzo ben scritto in termini di fedeltà storica, narrato in termini leggeri, piacevoli ed accattivanti. Un libro che serve e stimola anche ai non siciliani a conoscere la storia della Sicilia. Il dato storico, con tutto quello che riguarda avvenimenti, ha un fondamento reale mentre le relazioni personali e familiari invece nella stragrande maggioranza dei casi sono frutto di invenzione. Si è trovato valido sostegno nella documentazione consultata e nei testi utilizzati per la ricerca, saggi storici di rilievo di prestigiosi autori, in primis il prof. Orazio Cancila, con i suoi studi di storia economica della Sicilia. Ma l’autrice ha il grosso merito di avere portato con una vicenda romanzata il grosso pubblico a conoscere questa importante fase della Storia e dell’economia dell’Isola, relegata sovente, per la specialità degli studi sinora effettuati, solamente a pochi.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Stefania Auci incontra i lettori: resoconto dell’appuntamento di giugno a Palermo
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