Stella o croce di Gian Mauro Costa

Palermo, squadra Mobile, un delitto avvenuto mesi prima ma rimasto insoluto: una parruccaia, bravissima artigiana, era stata trovata uccisa nel suo laboratorio, frequentato da molti clienti. Per caso la “sbirra” Angela Mazzola, entrata in polizia da pochi anni ed in forza alla squadra antirapina, ha letto un articolo su Repubblica di cui è autrice un’amica, la giornalista Sandra Passafiume, che ha intervistato la nipote della parruccaia Anna Fundarò. Per caso si tratta di una compagna di liceo di Angela, Rosellina, unica erede della vittima, dispiaciuta che non si sia fatta chiarezza su quel delitto.
Angela Mazzola è giovane, bella, curiosa, un po’ ambiziosa, annoiata della routine nella sua sezione, appassionata di vini ma anche di vere indagini; ecco che servendosi di un collega della squadra omicidi che l’ammira, pur sapendo di andare incontro a problemi seri con i suoi capi, decide di mettersi a lavorare su quel delitto misterioso, aiutata da Sandra, dall’ingenuo Santo Iovino, il suo collega poliziotto, dal professor Paolo Cefalù, l’anatomopatologo che lavora per la polizia, e dalle varie persone che incontra man mano che le sue ricerche procedono. Il primo sospettato, Maurizio, l’unico uomo che aveva visitato il laboratorio della Parruccaia in via Amari subito prima del delitto, era entrato in contraddizione ma alla fine era uscito scagionato: Angela lo incontra, ne vede la fragilità emotiva, è gay e si era fatto fare una parrucca bionda, ma capisce che non è lui l’assassino. Poi ci sono le clienti ammalate, che in seguito alla chemioterapia avevano scelto Anna per farsi fare parrucche che coprissero la caduta dei capelli, e infine gente di teatro, che frequentava soprattutto in passato quella artigiana competente e scrupolosa.

Gian Mauro Costa ci racconta una poliziotta dinamica, intelligente, amante della buona musica e dei vini siciliani, spregiudicata nella vita affettiva, attenta alla famiglia d’origine e ai suoi bisogni: l’aver accompagnato l’anziana zia Giuseppina ad una visita specialistica in ospedale si trasformerà in una traccia concreta per mettersi sulle orme del misterioso assassino. Non si parla di mafia, per una volta, nel romanzo di Gian Mauro Costa

“La polizia di Palermo aveva raggiunto una professionalità e una capacità repressiva di altissimo livello nella lotta alla criminalità organizzata. Negli omicidi ‘normali’ invece, gli standard, anche se nella media nazionale, non potevano essere considerati eccellenti”.

Si parla invece di ambienti normali, dove le rapine ai furgoni delle sigarette o un furto al supermercato sono la norma per la vita del commissariato, ci sono molti locali dove si beve e si mangiano le untuose ma squisite delizie della cucina siciliana, in un settembre ancora caldo nel quale è piacevole stare all’aperto, in terrazza, guardando

“le torrette e i riferimenti architettonici liberty del Grand Hotel Villa Igiea, autentica dimora di vere signore di passaggio, luogo di languori da luna di miele…”

però poi, dietro le quinte di una città che vuole risorgere, affari loschi e corruzione dilagano.

Romanzo originale questo di Gian Mauro Costa, molto contemporaneo, pieno di colpi di scena che la curiosità di Angela riesce a smascherare pur rischiando la carriera: la sua energia, la sua voglia di giustizia, l’interesse profondo per il suo lavoro la porteranno a risultati di cui i suoi stessi superiori le saranno riconoscenti. La scrittura di “Stella o croce” è curata ma scorrevole, gli inserti di musica appropriati, il libro di avventure del quale Angela si innamora, “Le avventure di Long John Silver”, una citazione in linea con la voglia d’avventure che la protagonista affronta con coraggiosa determinazione. Un libro piacevolissimo, intelligente, ottimista.