Storia di altre storie
- Autore: Francesco Guccini Vincenzo Cerami
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2012
“Siamo chi va: la nube numerosa che si disfa a ponente è l’immagine nostra…” (Jorge Luis Borges)
Un incontro occasionale farà nascere il dialogo a distanza riportato in “Storia di altre storie. Il gioco della memoria”, questo piccolo volume scritto a quattro mani da Francesco Guccini e Vincenzo Cerami, entrambi nati nel 1940, amanti del racconto e del gioco della memoria.
Una conversazione epistolare sui propri ricordi personali: l’infanzia, l’adolescenza, il boom economico, il sessantotto, la scrittura, la musica; una storia personale che è anche la nostra storia.
Vincenzo Cerami ha vissuto a Roma, nato in una famiglia piccolo borghese - il padre era maresciallo - in una casa dove non vi erano libri. Nella parrocchia che frequentava da bambino giocava a biliardino e si dilettava a leggere i fumetti, le sue prime letture che gli avevano aperto “mondi meravigliosi”. Come per Francesco Guccini, in quel di Pavana, nel mulino di famiglia, dove viveva con i bisnonni, nonni e prozii. I fumetti gli furono vietati dal padre che non voleva che li leggesse per non perdere l’abitudine alla lettura. Un’infanzia che per entrambi trascorreva tra i giochi in cortile e poche distrazioni, in un dopoguerra che vide, come sottolineano i due autori, il proprio paese miserabile divenire in pochi anni uno dei più grandi e più ricchi del mondo. Il primo libro letto da Francesco Guccini fu “Pinocchio” e successivamente una serie di romanzi di appendice che la prozia possedeva, l’intellettuale di famiglia perché aveva lavorato come cameriera a Genova. Mentre per Vincenzo Cerami un giovane Pasolini, vestito con indosso una camicia tutta sdrucita, divenne il suo professore di lettere. Era stato bocciato in prima media a causa della sua timidezza cronica, scoprendo poi che il mondo della scrittura gli apparteneva. I ricordi della vita dei due autori si fanno man mano più vivi, avvenimenti più significativi o semplicemente più divertenti, come le serate trascorse ad ascoltare la radio. Francesco Guccini ricorda le fiction di allora che si ascoltavano alla radio che la mamma aveva vinto ad una lotteria, avevano la voce di Ubaldo Lay, ed erano imperdibili.
“La radio era il totem attorno al quale la famiglia si radunava la sera…”
E poi l’avvento dei juke box e della vespa con i cosciotti arrotondati. L’America con la musica rock sognando le praterie dei western.
“La musica ci faceva viaggiare lontano e noi ne avevamo voglia, avevamo voglia di cancellare un passato che leggevamo ancora negli occhi dei nostri genitori: la paura, lo spavento per la guerra”.
Un album di ricordi nel quale la memoria non è solo personale ed esclusiva per i nostri due amati autori, ma collettiva. Non è legata alla nostalgia, o alle malinconie scrive Vincenzo Cerami ma ad un comune sentire che può insegnare a dire sì o a dire no.
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