Storia di Caterina che per ott’anni vestì abiti da uomo
- Autore: Marzio Barbagli
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: il Mulino
- Anno di pubblicazione: 2014
In quest’ultimo saggio del sociologo Marzio Barbagli, è narrata la breve vita di Caterina Vizzani, una giovane fanciulla vissuta nel Settecento e protagonista coraggiosa di una modernità che sembra essere contemporanea.
"La storia che il lettore troverà in questo libro ha molti attori e due grandi protagonisti: Caterina Vizzani e Giovanni Bianchi. Racconta la vita e gli amori della giovane romana e gli sforzi fatti dal docente di anatomia per capire chi era la donna che ’s’infiggeva uomo’. Cerca di dare una risposta a numerosi interrogativi, che ruotano tutti intorno a uno: che differenza c’è fra Caterina Vizzani e le donne che oggi, a Roma, a Firenze, a Siena, o in altre città si innamorano di persone dello stesso sesso?"
Caterina, di umili origini e figlia di un falegname, appena quindicenne lasciò la sua casa nei sobborghi di Roma per fuggire alle accuse e alla probabile denuncia del padre di Margherita, sua compagna di cucito della quale si era perdutamente innamorata. Impaurita, si travestì da uomo e si diresse lontano in altre città. Visse otto anni indossando vestiti da uomo, lavorando come maggiordomo, radendosi per vedere spuntare un po’ di barba e accrebbe la sua fama di seduttore da far invidia agli uomini.
Si faceva chiamare Giovanni Bordoni e la sua era una vera passione per le donne. Un colpo di archibugio, un giorno del giugno del 1743, lo ferì in modo grave alla gamba e a seguito di questo avvenimento fu svelato il suo mistero. Trasportato all’ospedale di Siena, sopraffatto dall’infezione, morì dopo alcuni giorni di agonia. Solo in punto di morte rivelò che voleva essere sepolto vestita con indumenti femminili, da donna. Gli inservienti dell’ospedale nel rimuovere il corpo notarono, infatti, che sotto le bende che coprivano il torace si nascondeva un seno femminile.
E fu così che Giovanni, in verità Caterina, divenne il caso incredibile di una donna vergine che si infingeva uomo. La storia di Caterina venne raccolta, studiata e pubblicata in un piccolo saggio Breve storia della vita di Caterina Vizzani dall’allora medico anatomista Giovanni Bianchi, che tra l’altro aveva conosciuto in vita il solerte maggiordomo. Uno scienziato illuminista aperto alla conoscenza, che superando i pregiudizi e le teorie del suo tempo studiò, per una sua maggiore comprensione, trattati medici e sociologici del tempo e investigò nella famiglia di Caterina. I suoi genitori infatti non solo erano al corrente delle sue scelte sessuali, ma la difesero e aiutarono nella realizzazione della sua vita.
Caterina era appena una quattordicenne quando si sentì attratta da un’altra donna e non mostrò mai nell’arco della sua vita interesse erotico per gli uomini. Fu una giovane fanciulla che temerariamente volle vivere a pieno il suo tempo e i suoi sentimenti.
Non era la prima volta che una donna si infingeva uomo. Scrive il professore Barbagli che nell’Europa pre e post industriale lo scambio dei ruoli, maschile e femminile, era molto diffuso per quanto il travestitismo fosse proibito e punito con pene severe perché comportava tra l’altro una falsa identità. L’autore ci ricorda che sono state tante le ragioni, non solo di tipo sessuale, per le quali molte donne amavano vestire come un uomo, da Giovanna d’Arco alla Fiordispina dell’Ariosto, a Moll Flanders o come avvenne spesso anche in Inghilterra nel corso del Settecento e dell’Ottocento per sfuggire ad una condizione di miseria. Mentre gli uomini caduti in povertà potevano imbarcarsi su di nave e avere vitto e alloggio, le donne non avevano molte alternative se non morire di stenti.
A questo riguardo mi sovviene il ricordo del bellissimo e drammatico film Albert Nobbs del 2012, interpretato magistralmente da Glenn Close. Nel caso di Caterina però ella si finse uomo per amore di una donna e dalla sua storia; proprio per questo il professore Barbagli ha tratto spunto per analizzare sociologicamente e storicamente il tema dell’omosessualità femminile, iniziando proprio dalla sua vicenda.
Scorriamo lungo il corso degli ultimi secoli le indagini medico scientifiche (vere barbarie fisiche) alle quali gli studiosi sottoponevano le povere donne, all’intransigenza della Chiesa, fino al diritto e alla morale, che attraverso le sue leggi puniva con notevole severità l’abominevole vitio.
"Storia di Caterina che per ott’anni vestì abiti da uomo" (Il Mulino, 2014) è un saggio che si legge agilmente come un romanzo, dalle argomentazioni attuali e molto interessante.
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