Storia di Malala
- Autore: Viviana Mazza
- Genere: Storie vere
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2013
“Un bambino, un insegnante, una penna e un libro possono cambiare il mondo. L’istruzione è la sola soluzione”.
Malala Yousafzai ha compiuto sedici anni il 12 luglio scorso e li ha festeggiati parlando davanti all’Assemblea generale dell’Onu a New York, di fronte a una delegazione di 500 giovani provenienti da 80 Paesi presenti all’interno del Palazzo di Vetro, avvolta nel velo appartenuto a Benazir Ali Bhutto, la leader pachistana assassinata durante un comizio elettorale nel 2007.
“Prendete i vostri libri e le vostre penne, sono la vostra arma più potente”.
Un discorso importante e commovente, sulla pace e sulla tolleranza, nel quale la più giovane candidata al Premio Nobel per la Pace si è rivolta ai potenti della terra, affinché possano garantire il diritto allo studio di tutti i bambini.
“Capiamo l’importanza della luce quando vediamo l’oscurità, della voce quando veniamo messi a tacere”.
Malala è sopravvissuta a un attentato dei talebani il 9 ottobre 2012, gravemente ferita alla testa e al collo da uomini armati saliti a bordo del pullman scolastico su cui tornava a casa da scuola, perché ritenuta colpevole di difendere il diritto all’istruzione delle bambine e delle ragazze, sue coetanee. Nel giorno che le Nazioni Unite hanno rinominato Malala Day, ha pensato a quei 57 milioni di bambini in età scolare (dai 5 ai 15 anni) che non ricevono istruzione nel mondo, perché colpiti dagli scontri o arruolati nei corpi armati. Per questo Malala ha consegnato al Segretario Generale dell’Onu il sudcoreano Ban Ki – moon una petizione con 4 milioni di firme raccolte on line su Change.org e A world at School per chiedere ai leader mondiali che si trovino i finanziamenti per garantire libri, penne e insegnanti ai bambini del Pianeta.
“Sono qui per parlare del diritto all’istruzione per tutti. Voglio istruzione anche per i figli e le figlie dei talebani”.
La storia di Malala, diventata simbolo della battaglia per l’emancipazione e della lotta contro ogni estremismo, giacché “i talebani hanno paura del potere dell’istruzione, hanno paura del potere delle donne. Per questo uccidono, perché hanno paura”, è raccontata dalla giornalista Viviana Mazza, corrispondente agli Esteri per Il Corriere della Sera. Un libro illustrato da Paolo D’Altan in libreria per Mondadori dal 16 luglio 2013 dedicato ai piccoli lettori (dagli 11 anni) ma rivolto anche ai loro genitori, affinché la voce di Malala, la quale nel 2009 a soli 12 anni di età decise di dire il suo “no, non ci sto”, attraverso il suo blog sotto pseudonimo sul sito della tv BBC, non rimanga solo una voce perduta nel vento.
Nel Diario di una studentessa pachistana scritto in lingua urdu, la ragazzina denunciò il divieto di andare a scuola imposto dai talebani nel 2009 alle bambine e alle ragazze di Mingora (città natale di Malala) nel distretto della valle di Swat, nel nord del Pakistan, mostrando al mondo le ingiustizie subite da un regime che si oppone ai diritti delle donne. Nella sala del Trusteeship Council, Malala, ovvero “colei che conosce il dolore” ha parlato di verità semplici, rivoluzionarie:
“oggi non è il mio giorno, è il giorno di tutti coloro che combattono per i propri diritti. I talebani non mi ridurranno mai al silenzio e non uccideranno i miei sogni”.
Una lezione di coraggio da lei piccola grande donna che ha osato sfidare quegli ostinati guerrieri delle vallate afghane e pachistane che continuano a mettere in scacco la Nato in quel territorio bellissimo quanto oscuro e ostile.
“Diffondeva idee laiche fra i giovani e faceva propaganda contro di noi”
è questa l’infamante accusa rivolta dai talebani a Malala che è costata alla giovane mesi di riabilitazione a Birmingham, in Inghilterra, dove ora vive con i genitori e i fratelli.“Pensavano che ci avrebbero zittite. Hanno fallito”. Può sembrare paradossale ma questi guerrieri temono l’istruzione come la peste, perché sono consapevoli che le nuove generazioni di bambini e bambine armati di penna e quaderno (“la penna è più forte della spada”) saranno in grado di sconfiggere la loro assurda e retriva teologia. “Gli estremisti hanno paura del cambiamento, dell’uguaglianza all’interno della nostra società”.
Viviana Mazza, che nel 2010 ha vinto il Premio giornalistico Marco Luchetta dedicato ai bambini vittime della guerra, a metà tra il documentario e il diario, attraverso gli occhi di Malala, scuri e profondi, descrive il cambio delle stagioni nella valle di Swat, la vita e le paure, le amicizie e i sogni di una ragazza il cui padre Ziauddin è un ex insegnante, fondatore di una scuola per ragazze e poeta.
“Perché la pace di questa valle è stata distrutta? Perché l’obiettivo è colpire la gente innocente? Le scuole non sono più luoghi di apprendimento ma di paura e di violenza”.
Buon Compleanno a Malala Yousafzai che non odia il talebano che gli ha sparato, perché segue l’esempio del suo Maestro, il filosofo indiano Mahatma Gandhi che seppe fare della non violenza la sua arma vincente, proprio come la sua piccola grande allieva.
“Non so da dove iniziare il mio discorso. Non so cosa le persone si aspettano che io dica. Ma prima di tutto vorrei ringraziare Dio, che ci ha fatti tutti uguali...”.
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é un bellissimo libro molto interessante