Storia del miracolo italiano di Guido Crainz

Si fa presto a dire boom economico. Fra la fine degli anni ’50 e la prima metà dei ’60 l’Italia conobbe uno sviluppo industriale ed economico senza precedenti. Il pil cresceva con percentuali oggi da sogno, gli italiani sembravano all’improvviso sospinti ai consumi dall’inebriante vento del benessere. Le case, infatti, iniziavano pian piano a riempirsi di frigoriferi, lavatrici, televisori che avrebbero alleviato le fatiche delle casalinghe ed allietato la vita domestica.
Per le strade scorrazzavano sempre più le due ruote delle mitiche Vespa e Lambretta prima, per poi arrivare alle quattro ruote marcate soprattutto Fiat Seicento e Cinquecento poi: la motorizzazione dunque alla portata di tutti.

Ma non era tutt’oro quel che luccicava, perché il Paese lamentava punti di arretratezza non da poco, così come importanti e irrisolti problemi sociali ancora da affrontare. La situazione della donna conosceva punte di disparità marcate rispetto alla condizione lavorativa all’uomo: l’accesso a molte carriere, per esempio, sia nel pubblico sia nel privato, era precluso all’universo femminile.
E poi, ai tempi dei governi centristi, la politica difettava di democrazia:
soppravvivenza di istituti e leggi risalenti ai tempi del fascismo; carta costituzionale non attuata e realizzata nel concreto in tutta la propria completezza. Non dimentichiamo che l’Italia arrivò anche sull’orlo del colpo di stato, nel 1964, con il cosiddetto Piano Solo del generale dei carabinieri Giovanni De Lorenzo: quanto poi realmente fattibile o meno sarebbe stato tutto da dimostrare.
Questo fu un periodo di forti emigrazioni interne, con masse di persone che si spostarono dal meridione al nord, soprattutto dalle campagne e dalle zone sottosviluppate alle grandi città industriali.

Guido Crainz, classe 1947, docente di Storia contemporanea a Teramo, in questa sua “Storia del miracolo italiano” ripercorre da autorevole studioso la fase di grande crescita economica, di mutamenti politici che avrebbero portato alla formazione del primo governo di centrosinistra, di trasformazioni sociali e di costume. Autentico libro di storia, non certo divulgativo, senza però quel taglio professorale da appesantirne la lettura, con interessanti dati e spunti per approfondire una pagina del nostro vissuto nazionale.