Storie di padri e figli di Manuel Vázquez Montalbán

Ho fatto tutto per lui. Tutto. Assolutamente tutto.

Lo scrittore Manuel Vázquez Montalbán nel suo libro: "Storie di padri e figli" ci delinea con estrema chiarezza il difficile complesso e intricato rapporto tra genitori e figli.

Nel libro sono racchiuse tre storie, la prima con il titolo:"Da tetti e terrazze" il protagonista è un ragazzo adolescente che fa da scudo al padre, lo difende da svariati fallimenti.
Il padre è un uomo debole che vive logorato dai sensi di colpa per la propria inettitudine, per lui la vita, il presente è ansia e paura e per questo si rifugia continuamente nel passato idealizzato e perfetto ai propri occhi. Nel passato era circondato dall’affetto della famiglia che ora si è sgretolata, la moglie lo ha abbandonato perché era ed è un uomo inconcludente.
Lui, ex- pugile, cerca sempre di riprendere le gare e di allenarsi sui tetti, anche a quarant’anni, accade però un evento imprevisto, una morte improvvisa e sospetta dove il detective Carvalho mostrerà tutto il proprio acume e la propria intelligenza investigativa.

Nel secondo racconto dal titolo "Cercasi Shahrazad" viene analizzato il legame affettivo tra una madre e una figlia un po’ sui generis. La figlia Dora è una contorsionista e Carvalho si trova a dover indagare nel mondo del malaffare anche se il tema è trattato dal Vázquez in modo molto soft, dato che, durante la fase investigativa, il nostro detective è impegnato a degustare i piatti tipici della cucina sud spagnola.
Nel terzo e ultimo racconto, intitolato "Ne ho fatto un uomo" man mano che il lettore si inoltra nel racconto percepisce tutto quel senso di autoritarismo che il padre esercita sul figlio anche il giorno del suo matrimonio. La nuora è concepita come un oggetto di proprietà comune e il figlio è ancora un uomo-bambino che si lascia soggiogare dal proprio padre-padrone.
La storia si complicherà in modo inaspettato, ci sarà un duplice omicidio sul quale indagare e per il quale scoprire le ragioni. A tirare le somme della vicenda sarà il lettore spettatore.

La bellezza di queste tre storie è proprio il paradosso che esse rappresentano, storie che toccano l’assurdo per certi versi, ma che possono ben bene dipingere uno spaccato di vita reale.