Storie meridiane. Miti, leggende e favole per raccontare l’arte
- Autore: Lauretta Colonnelli
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Marsilio
- Anno di pubblicazione: 2021
Nella prima metà dell’Ottocento, il sorriso ambiguo del Ritratto d’uomo di Antonello da Messina scatena l’aggressività latente della figlia di un farmacista di Lipari, proprietario del dipinto: lo sfregia 15 volte, le tracce restano evidenti sulla bocca e sugli occhi dell’immagine. Il Codice Purpureo Rossanensic “sbarca” invece a Rossano Calabro millecinquecento anni fa. Lo porta con sé un migrante ante litteram, uno dei tanti che già a quel tempo tentavano la sorte sulle coste italiane: sui fogli finemente miniati dell’evangelario è declinato in inchiostri d’argento e d’oro, una delle più preziose raffigurazioni della storia di Cristo. Terzo esempio: a parte che nei dipinti di Edouard de Sain e di Filippo Palizzi, non c’è riscontro che le "donne di Pompei" siano esistite davvero. Nei quadri sono raffigurate come giovani, e trasportano sul capo e sulle spalle “grandi ceste ricolme della terra di risulta”. Quello tra arte e storia è insomma un rapporto di mutua reciprocità, attraversante i segni espressivi come i racconti orali, e le leggende.
È questo l’ambito in cui si muove Lauretta Colonnelli per il suo nuovo e sontuoso saggio illustrato Storie meridiane. Miti, leggende e favole per raccontare l’arte (Marsilio, 2021), concentrato sulle vicende ispirative l’arte del Meridione d’Italia: 352 pagine di assoluta malia, uno scrigno di tesori. Ciascun racconto del libro scaturisce, in fondo, da una fascinazione. Vuoi nei confronti di una scultura, vuoi di un dipinto, vuoi di un’opera architettonica o letteraria: Lauretta Colonnelli ne scandaglia le suggestioni (a volte diverse), le matrici, correlate spesso all’immaginario e alla narrazione popolare. Scopriamo così che I bronzi di Riace erano già narrati da Esiodo come “nati dal duro legno dei frassini, terribili e feroci […] pensavano soltanto alle imprese di Ares e della hybris” (pag. 265); e che il filone pittorico della “Tacita muta” risale ai “tempi remotissimi, i tempi in cui il greco Sofocle scriveva che ‘alla donna il silenzio reca grazia’" (pag. 131).
Opinione peraltro condivisa dai greci e dai romani, convinti che
“la parola, nelle loro bocche, avrebbe provocato un inutile chiacchiericcio, o peggio ancora la rovina della città” (pag. 133).
Come si può evincere a questo punto, il libro è pieno di curiosità, ma si presenta anche come excursus gravido di stratificazioni, intersecanti la storia culturale e quella del costume di popolazioni antiche le cui tracce sono rimaste espresse in svariate rivisitazioni artistiche. Lauretta Colonnelli racconta il tutto senza prosopopea: il suo Storie Meridiane si legge per questo come un grande romanzo sull’arte, l’ingegno e la storia umane.
Storie meridiane. Miti, leggende e favole per raccontare l’arte
Amazon.it: 27,55 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Storie meridiane. Miti, leggende e favole per raccontare l’arte
Lascia il tuo commento