Stramonio
- Autore: Ugo Riccarelli
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Einaudi
Un giovane uomo, seduto sul davanzale della finestra di un ospedale, racconta la propria storia a due piccioni. Lui è Paolino e da poco più di un anno è un operatore ecologico: il lavoro gli è capitato così, quasi per caso, quando, al termine delle scuole superiori, i genitori gli confidano di essersi ormai separati e Paolino, già mortificato dalla poca presenza fisica dovuta al metro e quaranta di statura e all’eccessiva magrezza, abbandona i suoi sogni per una vita diversa di cui aveva parlato poco prima, insieme alla presentazione del suo poeta preferito, il ceco Hrabal Bohumil, davanti ad un’attonita commissione d’esame. Hrabal non è solo l’autore preferito da Paolino studente, bensì, per lui, anche il consigliere, l’amico e, perfino, il vate, come si legge in un esergo al libro che dice “La vita è rimozione di sporcizia” scritto da Hrabal appunto e che Paolino farà proprio giorno dopo giorno. Dopo il brusco arresto negli studi, il ragazzo accetta infatti il lavoro di operatore ecologico, da tanti altri rifiutato. Qui, tra gente comune, stringe tante amicizie, di certo più vere e meno superficiali di quelle che aveva avuto fino ad allora. Conosce personaggi un po’ strampalati, tutti con un soprannome: Notte, Elvis, Nanna, Svizzero e soprattutto il suo “capo”, colui che dirige le attività, il signor Lupo, un uomo all’apparenza molto diverso da Paolino, perché robusto, forte, ma con un animo buono e sincero. E’ lui a trovare casualmente un soprannome al ragazzo.
“Quando arrivai davanti al signor Lupo vidi che teneva tra le dita una piantina, con le foglie appuntite e i fiorellini bianchi. - Vedi- disse – questo è lo stramonio. Cresce vicino ai ruderi e ai rifiuti perché è la pianta dell’abbandono. Può essere un buon medicinale, ma anche un tremendo veleno. Sembra innocuo e gentile, ma quello che ha dentro può scatenare una burrasca - Poi si levò dritto in piedi e – Matto di uno Stramonio – mi disse – ecco il tuo nome da uomo”.
Paolino, anzi Stramonio, inizia così la sua vita adulta. Riesce a ricavare dal garage dello zio una piccola casa per sé, conosce Nova, figlia del signor Lupo e di lei s’innamora. Giorno dopo giorno Stramonio, insieme a Lupo, pulisce e conosce la città: all’alba, di notte, dall’alto fino alle profonde fognature e tutto ciò è esperienza di vita vera, densa di significato. Lupo, operatore ecologico, fa pulizia delle strade ma, al contempo, vorrebbe mondare le lordure di alcuni ambienti “più in alto” ove pare non sedimentare nemmeno la polvere ma ove, invece, sono nascoste azioni basse, sporche e dannose all’intera cittadinanza. Lupo e Stramonio, ormai amici, condividono vita e ideali che sarà il ragazzo a cercar di portare a compimento poiché Lupo, in circostanze misteriose, perde la vita. Così quel giovane uomo che porta il nome di un tremendo veleno si ritrova a far qualcosa che una moltitudine di persone non avrebbe osato.
Questo romanzo è un’intera metafora: la vita vera è fatta anche di sporcizia, è macchiata dal sangue, è sudata di passione. Paolino è uno Stramonio della vita: vorrebbe in essa far pulizia ma sceglie un gesto troppo forte. Lui non è solo un operatore ecologico delle strade. Vorrebbe esserlo della coscienza delle persone ma ciò, purtroppo, è utopia. Paolino – Stramonio rimane comunque, come altri personaggi dei romanzi di Ugo Riccarelli, nei nostri cuori e ci fa meditare su come ogni giovane possa diventare un adulto onesto e pulito in mezzo all’immondizia, soprattutto morale, che esiste in questo mondo.
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