Sui gatti
- Autore: Charles Bukowski
- Genere: Amanti degli animali
- Categoria: Poesia
- Casa editrice: Guanda
- Anno di pubblicazione: 2016
Che Charles Bukowski (1920-1994), scrittore irriverente dal carattere riottoso, avesse tante passioni lo sapevamo tutti. Ma che egli avesse anche un lato “debole”, espresso nell’amore smisurato per i gatti, forse è cosa nuova, che ci stupisce quanto aggrada.
Il “porco” Bukowski, “Chinaski”, come amava definire se stesso, raccoglieva gatti randagi che poi portava a casa con sé. O meglio, lasciava entrare felini malandati che apparivano sulla sua soglia, adottandoli come veri e propri membri della famiglia. Spesso gli animali comparivano nelle sue interviste, così come erano liberi di scorrazzare sulla sua scrivania o sui tasti della macchina da scrivere.
A tal proposito, il 16 giugno 2016 è uscito un piccolo libro, “Sui gatti”, edito da Guanda, che attinge direttamente ai manoscritti originali di Bukowski. Esso presenta poesie e testi inediti, o comunque apparsi in precedenza su riviste a bassa tiratura. Si tratta di liriche, annotazioni e qualche breve pezzo in prosa.
Lasciati da parte, almeno al momento, donne, alcol e gioco d’azzardo – in particolare le corse dei cavalli – lo scrittore si concentra su quella parte più intima della sua vita, sicuramente più autentica, sebbene forse poco nota.
I gatti che, da due, a poco a poco diventano cinque, poi sei e poi nove. Fieri combattenti e maestri nell’arte della sopravvivenza, come lui, ne hanno passate tante. Ma sono sempre in piedi. A loro, va tutta l’ammirazione dello scrittore, per quel carattere schivo, attraverso cui riescono a dare e a pretendere rispetto. Animali che egli considera “maestri”, e che basta osservare per riuscire a ritrovare la propria concentrazione. Come la scrittura, i gatti per Charles Bukowski hanno la grande facoltà di calmare i nervi. Essi si lamentano, ma non si preoccupano né pretendono nulla. Prendono la vita come viene, e insegnano la calma e l’ineluttabilità degli eventi.
Bukowski vorrebbe dare loro i nomi di grandi letterati, ma lascia scegliere alla moglie, Linda Lee, anch’ella amante di questi felini. E così, nessun Tolstoj, fra loro. Solo un Ting, un Ding, un Beeker, un Bhau, un Feather e un Beauty.
Al testo, tradotto da Simona Viciani, è allegata anche la versione originale, tutta in inglese.
Lo scrittore di culto, dalla vita dissipata, pensava che i gatti fossero migliori degli uomini. Ci credeva davvero tanto, sebbene alla sua maniera.
“loro, non fanno altro che correre, mangiare, dormire, cagare e combattere ma a volte si bloccano e guardano me con occhi molto più belli di qualsiasi occhio umano io abbia mai visto. Sono bravi ragazzi.”
"Sui gatti" è un libro illuminante, che apre nuovi scenari sull’autore. Consigliato a chi ama Charles Bukowski, oppure adora i gatti. Se poi amasse ambedue le cose, sarebbe davvero il massimo.
Sui gatti. Testo inglese a fronte
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Sui gatti
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