Suite francese
- Autore: Irene Némirovsky
- Casa editrice: Adelphi
Suite francese (titolo originale del libro: Suite française) di Irene Nemirovsky è in realtà costituito da due romanzi brevi (Tempesta di Giugno e Dolce), ambientati entrambi in Francia, all’epoca dell’occupazione tedesca all’inizio della Seconda Guerra Mondiale.
La scena è la campagna intorno a Parigi: nel primo è descritta la fuga dei parigini di diversi ceti sociali dalla città invasa, nel secondo l’acquartieramento dell’esercito tedesco in un paesino alle porte della capitale. I due romanzi sono nati come il primo ed il secondo capitolo di una saga che doveva consistere di cinque volumi, dedicata alle vicende individuali e collettive della guerra in corso di svolgimento.
La scelta del tema scelto da Irene Nemirovsky appare singolare per il suo carattere drammatico, che tuttavia non impedisce descrizioni dai toni lirici o dal timbro ironico, che trascendono sempre il puro resoconto giornalistico, mettendo in luce la capacità di distacco e di oggettività dell’autrice rispetto agli eventi contemporanei. Alcuni personaggi compaiono in entrambi i volumi, assicurandone così il collegamento, ma nel complesso le storie restano in sospeso, incompiute, non avendo potuto l’autrice condurle a compimento a causa delle sue tragiche vicende personali: la deportazione e la morte in campo di concentramento. Vi sono dunque personaggi descritti in modo più dettagliato e con maggiore profondità di analisi ed altri solo abbozzati, ma che lasciano intendere un possibile sviluppo ulteriore purtroppo irrealizzato.
Protagonista di “Suite francese” è anche la folla in sé stessa, quella dei fuggiaschi parigini, affannati, increduli, disperati, e quella dei paesani, laboriosi, riservati, forti del legame con la loro terra: un potente coro, variegato e animato, che fa da sfondo alle vicende dei singoli e le tiene insieme.
Nel primo volume prevale il senso del disordine, della rottura di una consuetudine consolidata: è la tempesta, appunto, che travolge le abitudini dei borghesi e li trasforma in esuli raminghi e disorientati. I personaggi portati in primo piano sono in genere trattati con ironia e tragicamente ridicolizzati per la loro incapacità di adattarsi alla situazione e di rinunciare al proprio benessere.
Nel secondo volume invece prevalgono la pietà e la dolcezza, come ribadisce il titolo del romanzo, incentrate in una storia d’amore tra una giovane sposa di un prigioniero francese e un ufficiale dell’esercito occupante, una storia tanto più struggente in quanto ostacolata dalla contingenza storica e dalla fierezza di carattere dei due protagonisti. L’amore è dunque un gioco di sguardi discreti e di consapevoli silenzi, di desideri inconfessati e di spinte passionali vissute nel reciproco, irrinunciabile rispetto. Tutt’intorno grande rilievo ha la natura, a volte sfolgorante, florida, vitale, a volte buia e tempestosa, quasi a concretizzare il tenebroso momento storico e l’angoscia degli animi umani: ad essa sono dedicati i momenti di più alto ed intenso lirismo. E significativo è anche il ricorso alle figure dei bambini, alla loro vivacità ed innocenza che fanno dimenticare la tragica realtà. Ma ciò che più di tutto colpisce l’immaginazione leggendo “Suite francese” è il tratto compassionevole e delicato che l’autrice, mettendo a tacere le proprie personali paure e una giustificabile ostilità, riserva invece alla rappresentazione dei soldati tedeschi, descritti con le loro debolezze e la loro umanità, dotati di sentimenti e rimpianti, imprigionati anch’essi in un ingranaggio spesso estraneo alle loro scelte personali.
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Ottima la recensione di un romanzo meraviglioso.