Sull’orlo del precipizio
- Autore: Antonio Manzini
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Sellerio
- Anno di pubblicazione: 2015
Fantaeditoria, fantascienza editoriale ma non proprio, non tanto.
Antonio Manzini, che ha già pubblicato per Sellerio i polizieschi che hanno per protagonista il poliziotto romano Rocco Schiavone esiliato ad Aosta, si cimenta in questo gustoso e pauroso libretto “Sull’orlo del precipizio” (Sellerio Editore, 2015) dalla copertina verde acido, che racconta del famoso scrittore Giorgio Volpe, autore di riferimento della più grande casa editrice italiana, campione indiscusso di incassi, che ha appena finito di scrivere il suo ultimo romanzo: due anni di fatica, ottocento pagine che raccontano tutto il suo mondo, famiglia e memorie pubbliche. Ottobre 2015, il giorno dopo il libro sarebbe stato nelle mani della sua storica editor, l’amica Fiorella Chiatti, e presto sarebbe diventato, presumibilmente, un grande best seller. Tutta la casa editrice è commossa e partecipa con entusiasmo alla prossima pubblicazione del libro. Lo scrittore con la moglie Bianca si concedono una settimana di vacanza ad Ischia, staccando il cellulare e la connessione internet.
Ma avviene qualcosa di insolito: al posto di Fiorella per cominciare il lavoro di editing si presentano in casa di Giorgio due individui vestiti di nero, camicia bianca, cravatta rossa: Aldo, di Macerata, Sergej, di Mosca. Da qui parte l’incubo del nostro autore, che spera di risvegliarsi, ma che si trova invece impelagato in una storia che non sembra possibile, tanto è surreale e grottesca: la sua casa editrice non esiste più, i vari marchi storici che ne facevano parte sono stati riuniti in una unica e potentissima, la Sigma, con nuova sede, nuova dirigenza, nuova politica editoriale. Tutto ciò che esisteva prima, persone e idee, cancellato drasticamente. La narrativa italiana viene annullata, di nome e di fatto, mentre al suo posto si parlerà di lingua indigena, più vicina ai gusti dei giovani, per i quali i classici verranno tagliati, aggiornati, resi più semplici ed accattivanti. I due improbabili editor, il marchigiano ed il russo, spiegano con pazienza ad un disorientato e ancora incredulo Giorgio che i Promessi Sposi saranno ripubblicati con nuovi dialoghi, per esempio, dice uno dei due ceffi,
“Questo matrimonio non s’ha da fare…..Ma chi parla così? Ora invece senta che meraviglia: -Prova a fa ‘sto matrimonio e ti rompiamo il culo, bello. – E’un’altra cosa, è così che i giovani si avvicinano alla letteratura”
Manzini ci trasporta in uno scenario dal quale sparisce in Guerra e Pace la parte dedicata alla guerra, spariscono le metafore, la poesia ( tanto nessuno la compra): i tentativi di resistenza di Giorgio Volpe, che spera di sfuggire ai carnefici del suo romanzo rifugiandosi in altre e minori case editrici svanisce, tutto è stato comprato dai potentissimi padroni della Sigma, addirittura sua moglie viene rapita e lo obbliga ad accettare le assurde condizioni imposte dal nuovo management aziendale, guidato dalla gelida Federica Celletti, prototipo della arrampicatrice col pelo sullo stomaco, cinica quanto basta, interessata al profitto di una azienda globalizzata, senza se e senza ma.
Antonio Manzini ci racconta la morte imminente della libertà dello scrittore, la fine della editoria indipendente, la catastrofe della lingua letteraria perduta, la fine della sperimentazione linguistica dei poeti, in un thriller surreale ma non per questo meno profetico. Speriamo che sbagli, e che dall’incubo di Giorgio Volpe, alla fine rassegnato, abbiamo tempo e voglia di uscire, ribellandoci, almeno noi lettori.
Sull'orlo del precipizio
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