È difficile, spesso impossibile, trovare un convincente punto di congiunzione fra la spiritualità orientale e quella occidentale. Sono mondi completamente diversi, che vivono di linguaggi, pensieri, basi e presupposti che sembrano aver poco da comunicarsi. Di solito perciò vediamo l’’uomo occidentale che si illude di mascherarsi da mistico, cercando di inserire, in maniera ben poco ancorata alla realtà, l’ascetismo delle religioni di altre culture nel suo mondo artificializzato. Molti libri che leggiamo ci promettono infatti il raggiungimento di grandi mete spirituali, molti famosi santoni appaiono in internet pronti ad esortare tutti a diventare come loro.
Daniel Odier in questo libro comunica il messaggio opposto. È alla ricerca di una spiritualità che in occidente non esiste, ma rende chiaramente l’idea di quanto sia difficile trovarla prima e mantenerla poi.
Quando egli arriva in India, nessuno sembra volerlo aiutare a trovare il maestro di cui sente il bisogno. Nessuno sembra addirittura nemmeno capire cosa stia chiedendo e, anche quando la persona che egli cerca gli si manifesta, ci vuole un po’ di tempo prima che egli possa diventarne l’allievo, perché la pratica tantrica non è per chiunque e necessita di una rigida selezione per poterla sperimentare. Selezione e segreto. Nessun segno distintivo, niente che possa attirare l’attenzione sul percorso spirituale della persona, poiché la scelta è intima e profonda e non deve essere assolutamente messa in mostra per nutrire il proprio ego.
È in questo che il libro si rende diverso dal solito. Ci sono numerose pagine che possono risultare di difficile lettura a chi non è già documentato sull’argomento, ma questo non è un romanzo di intrattenimento, bensì un messaggio per coloro che vogliono davvero sapere di più sul tantrismo indiano. Chi supera questa difficoltà, si ritrova in una dimensione interessantissima, fatta di esperienze che ci sono estranee, ma che vengono raccontate in maniera fruibile anche a noi che viviamo ad un livello ben diverso. Le descrizioni sono suggestive e avvolgenti, a tratti illuminanti.
Poi però si arriva al dunque: la difficoltà di conciliare la vita quotidiana con l’esperienza eccezionale, il mondo dello spirito con la realtà materiale. È lì che l’uomo può non ritrovare più la via per ristabilire un equilibrio ed è quello il motivo per cui il tantra seleziona severamente i suoi adepti.
Daniel Odier scopre le infinite maggiori possibilità fisiche ed emotive della sessualità maschile, scopre il suo contatto con il divino attraverso il suo corpo, scopre la possibilità di oltrepassare la paura umana dell’ignoto. Ma poi deve tornare in Francia, dove tutto questo sarà in gran parte inconciliabile con la sua vita di tutti i giorni. Riesce a trovare un giusto equilibrio, accettando i limiti imposti dalla sua stessa vita e per questo riesce a trasmettere un messaggio utile e interessante, molto più credibile di tanti altri che promettono un paradiso poco attendibile e desiderato da tanti.
Tantra. L'iniziazione di un occidentale all'amore assoluto
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