Ted Bundy all’inferno di Gianluca Morozzi

Dannazione eterna.

La morte è una fine, una fine che intrappola. C’è chi dice che, a volte, si possa ricominciare la vita dall’inizio, come una sorta di gioco dell’oca perverso e, per qualcuno, è davvero così.
Volete un esempio? Ted Bundy.

In Ted Bundy all’inferno (Guanda.bit, 2014) di Gianluca Morozzzi, proprio lui, l’efferato assassino Ted Bundy è condannato all’inferno. Ma, in questo caso, l’inferno non è uno scenario grottesco tra fiamme alte come palazzi e gente che urla, disperata.

Il nostro Ted si reincarnerà più e più volte e la sua vita, in sottofondo, avrà la musica di Phil Collins. Non è così male, dite?
Provate a dirlo a Ted…

Gianluca Morozzi ha il dono di riuscire a scrivere qualcosa d’intrigante e meraviglioso in pochissime pagine, con uno stile magnetico, graffiante e deciso.
Graffi profondi, certo, ma resteremo comunque vigili quel tanto che basta per riuscire a giungere all’agognato epilogo, che magari non ci accontenterà del tutto, ma ci lascerà qualcosa dentro.

Ted Bundy all’inferno è una storia da leggere in un fiato, per gli estimatori del buon Morozzi, ma anche una storia da leggere in un fiato, prima di proseguire con le altre sue opere, per chi ancora non conosce questo magnifico autore.