Tempesta di ghiaccio di Rick Moody

Quando una tempesta, anche se in qualche modo preannunciata, si abbatte in modo pesante, difficilmente passa senza lasciarsi dietro qualcosa del suo passaggio: imperversa per ore e ore, sferza con la neve buttata e sbattuta da tutte le parti, diventa pesante a causa del ghiaccio che forma e vi deposita. Solo all’interno di un’abitazione solida ci si può riparare senza esserne intaccati e coinvolti, ma se questa presenta delle crepe, se le sue strutture interne non sono salde e atte a sopportare il gelo che può ghiacciare i tubi dell’acqua fino a spaccarli, allora il disastro che è dietro l’angolo rischia di trasformarsi in tragedia.

In una classica comunità americana, dove sotto una coltre di perbenismo si annidano e nascondono problematiche importanti, in quella tipica famiglia dall’apparente perfezione quasi da pubblicità “del Mulino Bianco” che tanto è cara all’America, in quegli anni settanta della rivoluzione sessuale che arriva in ritardo in piccole cittadine come New Canaan e che si sentono quasi costrette a prendervi parte per non sentirsi fuori dal mondo, nel periodo in cui lo scandalo del Watergate imperversa, molti valori, compreso quello sacro e consacrato della famiglia, vengono messi in discussione, vacillano, sembrano corrompersi.

Rick Moody, uno dei più interessanti scrittori americani contemporanei, racconta, con crudezza e senza fronzoli, le vicissitudini di una famiglia nel bel mezzo di una crisi che è latente, ma che è pronta a manifestarsi e non aspetta altro che un evento alquanto singolare come una tempesta di ghiaccio. Un’analisi introspettiva di ogni singolo componente che da questa crisi è colpito ma che allo stesso tempo di questa crisi è in qualche modo responsabile.

Un linguaggio a tratti forte, una narrazione a quattro voci (quelle dei quattro componenti della famiglia), per un romanzo che, a parte il riferimento, talvolta insistente, al sesso, merita di sicuro di essere letto.