Testi segreti
- Autore: Marguerite Duras
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2015
Chi ama Marguerite Duras l’ama per il suo estremismo. Forse nessun artista moderno ha saputo toccare i fondali e le altezze dell’amore, lì dove Eros incontra Thanatos, quanto lei. Duras ha la potenza delle tragedie greche dove l’anima umana mette a nudo se stessa nella passione, senza abbellimenti, rischiando anche l’autodistruzione, salvo poi riemergere e ritrovarsi miracolosamente intatta. Non certo priva di ferite e cicatrici, ma intatta nel senso di sapiente, senza illusioni consolatrici e capace di accettazione di sé, divenendo in tal modo grande. Grande scrittrice e, come afferma Rosella Postorino, "assoluta".
Testi segreti (Nonostante edizioni, 2015, pp. 126) con traduzione e ottima postfazione di Rosella Postorino, raccoglie tre racconti brevi di Duras: L’uomo seduto nel corridoio, L’uomo atlantico e La malattia della morte, seguiti da La puttana della costa normanna. Tutti mettono in scena l’osceno e il lato indicibile, "condannabile" del desiderio, lontano da qualunque relazione amorosa rassicurante, duratura, costruttiva, per esprimersi fuori dall’alveo protettivo istituzionale. L’inconscio è il grande protagonista di queste pagine conturbanti.
Penso al primo racconto, nel quale un uomo uccide di botte la donna e lei sa che accadrà, e sa che non vuole sottrarsi a un’esperienza tanto estrema. Nella seconda novella è l’uomo ramingo a catturare l’attenzione, colui che non darà mai sicurezza. Nella terza è l’omosessuale giovane che cerca la scrittrice e non può farne a meno (la storia è totalmente autobiografica), privilegiando affinità elettive al piacere fisico, non consumato. E la puttana infine, porta in sé il lato sacro e selvaggio di Eros.
Qualcuno deve pur affrontare le profondità dell’essere, non toccate dagli aggiustamenti della civiltà. Marguerite Duras lo fa, ne ha esigenza, fino a ricercare lo scandalo, poiché (sta parlando del giovane gay):
"Tutte le direzioni si ricongiungevano in lui alla fine delle giornate, delle notti. Si ricongiungevano nella speranza folle di uno scandalo possibile, di una totalità inaudita, di cui la mia vita sarebbe stata l’oggetto. […] Eravamo arrivati da qualche parte in un luogo dove la vita non era completamente assente.”
Ecco la sete di vita e il bisogno di percorrere "tutte le direzioni" in un mondo addomesticato e fasullo, ma senza possibilità di soddisfazione fisica, con un anelito inestinguibile e inappagato.
Quanto di noi ritroviamo in questi scritti segreti? Ognuno può chiederselo. In parte siamo là... Forse non avevamo mai sospettato di covare certi istinti.
Ma, e ciò probabilmente ognuno può sottoscriverlo, la scrittrice vuole far risaltare quanto l’amore resti incompiuto, mancante, irrealizzato e irrealizzabile. Sul piano letterario si tratta dell’equivalente dell’Incompiuta di Schubert. È un romanticismo estremo che nega il romanticismo, conducendo oltre la limitatezza delle esperienze usuali, sempre monche, fino a un orizzonte metafisico che si congiunge nel fisico, nel corpo senza mezzi termini, ma non trova pace, con il dolore ingrediente ineliminabile:
"In balia del tuo sesso eretto nella notte che invoca un posto dove mettersi, dove liberarsi delle lacrime che lo gonfiano.”
"Inconciliabilità tra uomo e donna", scrive Postorino. Lei e lui si amano ma non possono realizzare l’incontro. Marguerite lo accetta senza poterlo aiutare.
È raccontato pure l’assoluto del possesso quale culmine del piacere; qui parla la “puttana” sapiente:
"La voglia di essere sul punto di uccidere un amante, di tenerlo per sé, per sé soltanto, di prenderlo, di rubarlo contro ogni legge, contro tutti i dettami della morale.”
Scriverlo è catartico, è scendere nei meandri infernali, oscuri. Freud capirebbe.
Sono testi segreti perché volutamente amorali, permeati di una superiore esigenza di verità, dunque anche di istanze etiche. Che il piacere poggi sul dolore e la distruzione dell’altro è indicibile. Eppure... Basti pensare al piacere procurato da un buon arrosto. L’importante per l’uomo comune è non sapere nulla del mattatoio, è... non svolgere la professione di macellaio. Platone nella sua assoluta sincerità, nel Fedro nomina l’amore folle del lupo per l’agnello. Duras non è da meno. Sempre enormemente emozionante, pone sul tappeto il grande problema sollevato dagli gnostici: anche il male è parte della vita. Ed è una parte esorbitante. Oltre ogni nostra logica e razionalità. Siamo sempre chiamati a scegliere però, tra bene e male. Difficile è comprendere dove sia l’uno e dove stia l’altro.
Credo che Duras, nei riguardi del suo ultimo giovane amante, abbia svolto un ruolo materno, tenerissimo, di cui il ragazzo aveva necessità, e abbia rinunciato a una parte essenziale della sua femminilità, l’erotismo. Era il bene di entrambi, intriso di sofferenza.
Testi segreti
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