Tex. Apache Kid
- Autore: Gianluigi Bonelli
- Genere: Fumetti e Graphic Novel
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2003
“… calcolare poi quante volte il vostro baldo comandante spazzerebbe il pavimento con la faccia e altre parti del corpo più o meno nobili!” (Pag. 81)
Fantasia e realtà s’intrecciano utopicamente nelle avventure western di Tex Willer.
Tex irrompe nella storia, incontra personaggi famosi, combatte nella guerra di secessione, viaggia in luoghi lontani, incontra presidenti, generali, celebri indiani.
Nelle storie Tex è sempre discreto, non modifica gli avvenimenti documentati ma si limita ad assecondarli senza alterarli.
Gianuigi Bonelli e Sergio Bonelli sono stati dei gran conoscitori della storia del west. Hanno viaggiato e letto tutto sull’argomento. Ne sono rimasti emozionati e favorevolmente impressionati.
Gli stessi criteri sono utilizzati nella storia di Tex. Apache Kid, scritto da Gianluigi Bonelli e disegnato da Erio Nicolò.
Apache Kid è stato pubblicato la prima volta nel 1974. L’immagine degli indiani da qualche tempo è stata rivisitata e riscritta, secondo un’ottica diversa rispetto ai grandi western iniziali del cinema.
Apache Kid fu uno scout dell’esercito americano dal 1880 circa. Era agli ordini di Albert Sieber forse il capo scout più popolare e bravo dell’epoca.
Le loro storie si divideranno in modo violento.
Bonelli e Nicolò riprendono la storia, l’arrivo di Tex non correggerà gli eventi reali.
La sceneggiatura è veloce e riprende tanti topos del western. Indiani, pellirossa, giubbe blu, assalti alle fattorie, perfino un processo, una fuga, uno scontro con comanceros, e le miniere.
Sarebbe finito qui. Siccome siamo negli anni Settanta, la lettura del west è innovata. Gli autori ci aggiungono le promesse mancate da parte dei bianchi, l’arroganza dell’esercito, un processo farsa, rinnegati approfittatori degli indiani.
Drammatica è la prigionia di Apache Kid, con tanto di marchiatura, come si usava all’epoca, degli indiani condannati.
Tex parteggia per Apache Kid, contro l’ingiustizia da lui subita.
Nicolò disegna la sceneggiatura partendo dai grandi spazi, le cavalcate, la sensazione d’infinito.
Gli piace anche il primo piano, quello di Tex è con un volto volitivo, marcato.
Le stesse caratteristiche le usa per Apache Kid, perché pure lui era uomo coraggioso e d’onore. Nel primo piano a pagina 130, i suoi occhi guardano lontano, i lunghi capelli gli svolazzano dietro la nuca, un medaglione al collo e la bandana sulla fronte gli attribuiscono importanza. L’orizzonte si apre alle spalle, gli occhi mirano al lettore, come se volesse domandarci se avesse ragione.
Al contrario i volti dei due ufficiali dell’esercito sono rappresentati con segni come a marcare la loro disonestà.
Ci sono anche tante immagini di velocità: a cavallo e tante battaglie.
Nella prima immagine a pagina 124 c’è un bel campo medio: indiani a cavallo fanno fuoco contro la fattoria. Uno di loro sta compiendo un notevole gesto atletico nascondendosi dietro l’animale e sparando da sotto la sua testa. Contemporaneamente tre indiani stanno assalendo la porta usando un palo come ariete. I vetri rotti della finestra riprendono i segni di battaglia. È un esempio di come Nicolò con grande maestria riporta in un’unica scena tanto movimento, sia a cavallo, sia di corsa.
Un’immagine totale di guerra.
Tex non cambierà la storia ma ci ricorda certe ingiustizie vissute all’epoca.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Tex. Apache Kid
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