The Assassin’s Blade
- Autore: Sarah J. Maas
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2014
Esistono tanti tipi di lettore quante stelle in cielo e, per quanto possa essere irritante riconoscersi in certe etichette, prima o poi capita a tutti di imbattersi in situazioni tali da far emergere, nel bene o nel male, i connotati caratteristici delle più disparate razze di bibliofili: ci sono gli onnivori, ad esempio, poi i lettori di genere e quelli di nicchia; ci sono i selettivi, naturalmente, e ci sono i qualunquisti (che non è sinonimo di “onnivori”); e ancora, gli entusiasti e i frigidi, i fiduciosi e i diffidenti. Ecco, tra i mille altri aggettivi che campeggerebbero su un mio ipotetico profilo di lettrice, ci sarebbe anche questo: diffidente. A mia discolpa mi sia permesso di aggiungere che quando ci si vede passare sotto gli occhi caterve di paralipomeni palesemente indirizzati al successo commerciale dalla prima all’ultima riga, almeno una punta di diffidenza diventa d’obbligo.
Ed eccoci giunti al perché di questa lunga introduzione: i racconti contenuti in "The Assassin’s Blade" e pubblicati in volume unico nel marzo del 2014 nascono come prequel di "Throne of Glass", "Il trono di ghiaccio", in Italia edito da Mondadori, il primo capitolo dell’omonima serie cui l’autrice Sarah J. Maas darà un seguito questo settembre con l’uscita di "Heir of Fire". Si tratta della bellezza di cinque novellas più o meno lunghe che ci narrano quel che accadde a Celaena Sardothien, prodigiosa Assassina di Adarlan, prima che la incontrassimo, prostrata, indebolita, ma tutt’altro che sconfitta, costretta sotto il giogo della schiavitù nelle infami miniere di sale di Endovier, circostanza in cui prende avvio, appunto, "Il trono di ghiaccio". Nessuna meraviglia, dunque, che le mie aspettative si limitassero a una lettura piacevole, ricca d’avventura, ma priva di particolari exploit. Non avevo neppure letto il volumi principali della trilogia e, se non si fosse trattato d’innalzare il mio standard di inglese, non mi sarei mai decisa a leggere proprio queste storie. Sarei stata più diffidente e avrei fatto male.
Più pagine divoravo, più il mio entusiasmo cresceva. In primis, c’è da dire che Sara J. Maas possiede una penna davvero degna di nota: vivace, agile, frizzante, mi ha fatto apprezzare la lettura in lingua a tal punto che al confronto le rispettive traduzioni suonavano scialbe, ingrigite; una prosa, insomma, che ben si addice al suo oggetto principale, la protagonista Celaena, abilissima assassina e ragazza intelligente, sarcastica, dura ma senza affettazione. Le descrizioni dei combattimenti sono forse i brani che più hanno ravvivato il mio interesse: ben scritte, sapientemente architettate, affatto scevre di una certa plasticità capace di tramutare la parola scritta in un fluido susseguirsi di immagini mentali, consentendo così una percezione tanto realistica della finzione letteraria da innalzare quest’ultima ben al di sopra della sua stessa definizione.
L’altro punto a favore della raccolta sta nella consequenzialità delle cinque short stories, al punto che sembrerebbe quasi più corretto parlare di cinque lunghi capitoli di un unico romanzo. Ognuna di queste avventure immortala una tappa del percorso che ha portato la giovane Celaena ad essere quel che è, ogni evento si delinea come parte integrante di una lezione di vita, durante la quale Celaena impara a caro prezzo quanto impervia e ostile sappia essere la vita dentro e fuori la Fortezza in cui è stata addestrata. Il risultato è un viaggio intrigante, appassionante e ricco, ancora più godibile se si riesce ad essere indulgenti e chiudere un occhio o anche due su qualche cliché e qualche -per fortuna, rara- banalità.
Mi duole dire che la raccolta non è ancora stata pubblicata in Italia. Chi non fosse un amante della lettura in lingua, però sarà felice di sapere che quattro dei cinque racconti sono stati tradotti nella nostra lingua e sono disponibili in formato digitale e scaricabili gratuitamente su Google Play.
Ed ora vi lascio per immergermi nel vivo della serie con "Il trono di ghiaccio", stavolta in italiano, nella speranza che sia meritevole di lodi almeno quanto i suoi prequel. Fatemi gli auguri!
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: The Assassin’s Blade
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