The White Album di Joan Didion

“Noi ci raccontiamo delle storie per vivere.” È con questa frase secca divenuta una delle sue più famose citazioni che Joan Didion inizia The White Album (il Saggiatore, 2023, trad. Delfina Vezzoli), raccolta di scritti della giornalista americana tra gli anni sessanta e settanta. Il testo è diviso in cinque parti in cui Didion rispettivamente parla di sé, della California, delle donne, di soggiorni tra lavoro e villeggiatura, del fare i conti con gli anni sessanta.

In questo libro c’è Jim Morrison, c’è Hollywood, ci sono le Pantere Nere e la Manson Family, eccessi e bellezza, violenza e lustrini, droghe e processi giudiziari. Ci sono i luoghi esotici delle Hawaii ma c’è anche uno studio sui centri commerciali, simbolo del potere d’acquisto statunitense e oggi non-luogo, come direbbe Marc Augé. C’è lo stare a letto con l’emicrania e poi girare gli Usa in tournée per presentare un libro. Ci sono le nevrosi e la vita mondana. In breve in The White Album c’è molta Joan Didion, nello sguardo e nella prosa, il che lo rende un libro interessante se vi piace la lettura personale degli eventi, ma non adatto a chi desidera un quadro più imparziale.
Questo fa sì che The White Album sia un diario, ma anche una raccolta di articoli e reportage e un manifesto dell’America di quegli anni. È difficile dare un’etichetta al testo poiché è difficile dare un’etichetta alla sua autrice. Su Joan Didion si è detto veramente di tutto: esponente del new journalism e giornalista poco obiettiva, reporter analitica e donna nevrotica, icona di stile e figura frivola… Oggi Didion, scomparsa a dicembre 2021, vede una nuova popolarità grazie ai social, dove alcuni suoi libri vengono promossi come "hot girl book" o "sad girl book", formule quantomeno semplicistiche. Insomma, da sessant’anni si prova ad etichettare Joan Didion senza riuscirci, come se per apprezzare una scrittrice sia essenziale categorizzarla, cristallizzarla in definizioni riduttive.
Probabilmente l’essenza di Joan Didion è stata catturata da lei stessa proprio in The White Album, in cui scrive:

“Volevo vedere la vita ampliata in un romanzo, e lo voglio ancora.“

E noi lettori di oggi come possiamo biasimarla?