Il 6 giugno 1875 nasceva a Lubecca lo scrittore Thomas Mann, caposaldo della letteratura del Novecento e autore di romanzi immortali quali I Buddenbrook, La montagna incantata e Morte a Venezia.
Scopriamo 5 curiosità sulla sua vita narrate ne Il mago, la recente biografia romanzata dello scrittore e giornalista irlandese Colm Tóibín pubblicata in Italia da Einaudi.
Thomas Mann: “Il mago” tra luci e ombre
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L’opera di Tóibín, capace di indagare le contraddizioni e le ombre di un gigante della storia della letteratura, una settimana fa ha vinto il Premio Gregor von Rezzori 2023. Per scrivere la biografia dell’autore tedesco Colm Tóibín ha deciso di utilizzare il suo stesso metodo: Thomas Mann era capace di “entrare nella coscienza di un singolo individuo e scandagliarla senza sosta e con intensità” e dunque Tóibín ha voluto sottoporlo alla stessa indagine. Il risultato è audace e, al contempo, sconcertante come tutte le grandi prove narrative. Tutta l’opera di Mann, ci rivela lo scrittore irlandese, è in realtà drammatica, fondata su un conflitto costante tra ciò che “veniva rivelato e ciò che veniva nascosto”.
Cosa emerge dalla coscienza di Thomas Mann? Quali sono i suoi segreti? Ve ne sveliamo cinque.
1. La madre di Thomas Mann era brasiliana
Thomas Mann era cresciuto in una tetra città della Germania, ma sua madre era brasiliana. Si chiamava Júlia da Silva Bruhns (1851-1923) ed era nata a Paraty, in Brasile, figlia di un agricoltore tedesco e di una donna brasiliana. Le scorreva sangue indigeno nelle vene, ma si fece luterana per sposare il senatore Johann Heinrich Mann. La donna non ebbe vita facile: dovette sopportare numerosi lutti, tra cui i sucidi delle due figlie Carla e Lula, e trascorse i suoi ultimi anni vagabondando senza trovare pace in diversi alberghi tedeschi.
Anni dopo Thomas si sarebbe domandato se la decisione di suo padre di sposare Júlia de Silva-Bruhns, anziché la figlia di un imperturbabile magnate del commercio o la bella erede di un vecchio banchiere, non avesse rappresentato l’inizio del declino dei Mann. Forse la madre dal sangue indigeno era la prova che “cose anomale” erano penetrate nello spirito della famiglia, che fino ad allora era sempre stata una famiglia borghese stimata, retta e cauta.
2. Il fratello maggiore Heinrich era lo “scrittore” della famiglia
Inizialmente non era Thomas Mann, il fratello maggiore Heinrich lo scrittore noto della famiglia che, a differenza del timido Thomas, era spavaldo, audace, studente modello e perfettamente a suo agio in ogni ambito della società.
Heinrich Mann scrisse il romanzo Professor Unrat da cui fu tratto L’angelo azzurro, il celebre film di Josef von Sternberg con protagonista Marlene Dietrich. Alcuni anni dopo il venticinquenne Thomas lo superò con il successo della sua straordinaria saga familiare, I Buddenbrook.
Il rapporto tra i due fratelli si incrinò in seguito alla pubblicazione dello scritto di Thomas intitolato Pensieri di guerra. Heinrich era un fervente democratico e oppositore del regime nazionalsocialista e non condivideva affatto l’appoggio di Thomas alla guerra in atto. I due fratelli non si parlarono per anni, i rapporti tra loro si ricostituirono solo nel 1922 in seguito al discorso di Thomas Mann scritto in appoggio alla Repubblica di Weimar.
3. La famiglia Mann andò in bancarotta
Da giovane Thomas visse un’esperienza devastante: dopo la prematura morte del padre la famiglia Mann perdette la casa e tutti i beni, in seguito alla bancarotta che condusse alla chiusura della ditta paterna. Fu costretto a lasciare la città natale, Lubecca, e iniziò così a sentirsi un “esule volontario” per tutta la vita, una condizione coronata poi dal suo finale esilio - per sfuggire al regime hitleriano - in Svizzera sulle sponde del lago di Lugano e, infine, nella casa di Zurigo.
Questa prima terribile esperienza di sradicamento fu la scintilla che fece emergere il talento di Mann scrittore. Nel suo primo romanzo, I Buddenbrook, l’autore tedesco narrava proprio la decadenza di una famiglia e il declino di una ricca casata di commercianti tedeschi. Ma la decadenza descritta da Mann non è solo economica, è soprattutto spirituale, l’erosione delle anime e delle volontà. Tóibín collega questo sradicamento patito da Thomas Mann anche alla sua sessualità repressa, lasciando intendere che è stata questa esperienza dell’instabilità e la sua intima condizione di outsider a forgiare il suo genio letterario.
4. Thomas Mann nascose la sua omosessualità
Nei suoi diari Thomas Mann discuteva apertamente del suo interesse sessuale per gli uomini. Parla, ad esempio, dell’attrazione che sente verso Klaus Heuser, un giovane conosciuto nell’estate del 1927 durante una vacanza all’isola di Sylt, nel Mare del Nord, dove era andato con i figli e la moglie
Un interesse che ora possiamo ritrovare “codificato” nella sua narrativa, soprattutto in opere come Morte a Venezia, un racconto in cui l’omosessualità non è affatto celata e forse il personaggio di Tadzio fu ispirato a un adolescente polacco incontrato al Grand Hotel des Baines.
La famiglia di Mann sapeva ed era segretamente complice dei suoi desideri. In un passo de Il mago, Colm Toibin racconta che la moglie Katja organizzò un pranzo in solitaria per il marito in un albergo svizzero premurandosi che fosse servito da un aitante giovane cameriere.
I diari di Mann furono resi pubblici, secondo la volontà dell’autore, soltanto vent’anni dopo la sua morte provocando una ovvia rivalutazione del suo lavoro letterario. Toibin insinua che se fossero stati trovati da Joseph Goebbels, il più terribile gerarca nazista, Thomas Mann avrebbe fatto l’identica fine di Oscar Wilde diventando non “il più grande scrittore tedesco” ma sinonimo di “scandalo”. Nella biografia di Tobin viene narrato anche un momento molto particolare che mette in luce i timori più profondi dello scrittore: Mann si trova in esilio in Svizzera e si angoscia pensando che i suoi diari, lasciati in Germania, possano finire nelle mani sbagliate. In preda a un’ansia tremenda che lo divora Mann scrive al figlio Golo, rimasto in Germania, di chiuderli in una cassaforte senza leggerli e di spedirli immediatamente a Lugano.
5. I figli Erika e Klaus divennero scrittori
Nel libro di Colm Tóibín emerge la “vita intima di un uomo, ma anche della sua intera famiglia.” Dalla moglie Katja Thomas Mann ebbe sei figli, ma in particolare due sono degni di attenzione: si tratta di Erika e Klaus Mann, che divennero entrambi scrittori.
Thomas Mann era spesso oppresso dai suoi due figli rancorosi che lo criticavano per essere troppo timido nel denunciare il fascismo. Il romanziere aveva paura di compromettersi e di veder censurata la sua opera, che era destinata in ogni parola al pubblico tedesco. Ma questa premura, questo rigurgito di vanità, i due figli non glielo perdonarono mai. Mann era, in fondo, un conservatore e non riusciva a perdonare a Erika e Klaus di avere quella spregiudicatezza, quel desiderio di rivalsa che a lui mancava. Il rapporto di Thomas Manncon i figli è complesso e ambiguo: nei diari lo scrittore tedesco narrava anche di un’attrazione incestuosa nei confronti del figlio Klaus che, a differenza del padre, era apertamente omosessuale e fu sempre denigrato e disprezzato da Mann per questa sua “debolezza”. Klaus Mann si suicidò a Cannes nell’estate del 1949.
Il titolo della biografia di Tóibín, Il mago, riprende il nomignolo sentimentale con cui Mann si firmava nelle lettere. Erika, la figlia prediletta “magnifica e ardita”, l’avrebbe rivelato al mondo pubblicando il romanzo intitolato Caro mago. Lettere e risposte 1922-1969; ma in quel nome possiamo cogliere tutta l’intensità della vita intima di Thomas Mann che Colm Tóibín ci rivela in questa brillante biografia facendo emergere un uomo che, come tutti, non fu né angelo né demone ma fu sé stesso. La figura di Mann sfugge a qualsiasi tentativo di nobilitazione o sublimazione mostrandoci la materia magmatica e sfuggente di cui si compone la letteratura che, alla fine, è la stessa della vita con le sue contraddizioni, i suoi fallimenti e le aspettative tradite che solitamente le riabilitazioni postume dei grandi autori non raccontano mai.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Thomas Mann: 5 curiosità narrate ne “Il mago” di Colm Tóibín
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