Ti amo
- Autore: Hanne Ørstavik
- Genere: Romanzi d’amore
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2021
Raccontare il dolore e in particolare la morte non è mai semplice, soprattutto se si tratta di parlare di una persona cara alla quale si e intimamente legati e dalla quale e difficile separarsi. La scrittura può essere un ottimo strumento per affrontare un lutto o una perdita comunque imminente e ciò che diversifica i libri che trattano tale argomento e il significato o l’assenza di esso che ciascun scrittore sceglie di attribuire al dolore per poi sviluppare un tema così delicato ma sempre attuale.
Ti amo della scrittrice norvegese Hanne Ørstavik (Ponte alle Grazie, 2021) è un libro che affronta il progressivo distacco che realmente l’autrice ha dovuto sostenere in seguito alla notizia della malattia di suo marito, Luigi Spagnol, il famoso editore della casa editrice Salani scomparso prematuramente nel 2020 a soli cinquantanove anni. In questo breve romanzo ella racconta, come in una sorta di diario, l’ultima fase del cancro che ha colpito l’uomo da lei amato, attraverso un flusso di coscienza nel quale pensieri, riflessioni, emozioni, ma anche racconti della quotidianità della sua vita di coppia nella sua concretezza diventano gli elementi caratterizzanti della storia, descrivendo in particolare l’ultimo periodo da lei trascorso insieme a suo marito a Milano, dove da poco si era trasferita dalla Norvegia per vivere con lui.
Il punto centrale intorno al quale l’autrice sviluppa il racconto è la volontà di suo marito di non parlare apertamente delle conseguenze della sua malattia incurabile e cioè della morte, obbligando anche a lei a tacere su tale argomento, nonostante ella non sia d’accordo con lui su tale scelta. L’unico mezzo a disposizione che le resta per poter apertamente dichiarare ciò che pensa è soprattutto il suo dolore e quello della scrittura e da qui nasce la sua idea di scrivere questo libro, tenendone inizialmente all’oscuro suo marito, che viene conoscenza dell’esistenza di esso solo poco prima di morire, quando ella consegna le bozze al suo editore in Norvegia in vista dell’imminente pubblicazione.
Il romanzo infatti è stato scritto prima in norvegese, pur avendo l’autrice acquisito una certa padronanza della lingua italiana in seguito al trasferimento nel nostro paese nel 2016, per poi essere tradotto con una partecipazione attiva della stessa Hanne Ørstavik a tale lavoro. Il titolo originale dell’opera, uscita in Norvegia nel 2020, è comunque identico a quello della prima edizione italiana del 2021 di Ponte alle Grazie con la traduzione di Ingrid Basso, cioè appunto Ti amo, per volontà dell’autrice che ritiene tale espressione nella nostra lingua "universale".
Lo spunto dal quale nasce il romanzo e il suo scopo, cioè quello di poter dare voce a un sentimento che nella quotidianità l’autrice non può liberamente esprimere, sono quindi molto interessanti. Il problema che emerge chiaro fin dalle prime pagine del testo è l’unica prospettiva dal quale la morte viene inquadrata e prima di essa il dolore per la scoperta della malattia, con tutte le sue conseguenze, anche di carattere pratico, che irrompono nella vita dei due coniugi sconvolgendola, nonostante i tentativi di entrambi di renderla il più possibile"normale".
Il crudo realismo che caratterizza quest’opera sia nel linguaggio sia nella descrizione delle scene di vita quotidiana, come anche degli stati d’animo dei due personaggi principali, denotano una prospettiva molto materialista della morte. Il desiderio di vivere ogni momento insieme sapendo che non c’è una lunga prospettiva di vita futura insieme, la paura del distacco e della perdita diventano permeanti nel testo al punto tale che l’unico elemento al quale aggrapparsi per l’autrice resta il ricordo dei momenti belli trascorsi con suo marito, la forza del sentimento che li ha uniti, continua a unirli e continuerà a farlo, ma manca un "oltre", cioè una prospettiva spirituale, che non necessariamente significa di fede nel senso religioso della parola, ma una dimensione che vada oltre l’apparenza delle cose che molti scrittori hanno saputo descrivere molto bene in altri libri che trattano tale tema.
Chi scrive si riferisce ad altri autori scandinavi che hanno scritto libri dove affronta il dramma della morte prematura a causa della malattia: come ad esempio nel bellissimo Remare senza temi della giornalista e scrittrice svedese Ulla Carin Lindquist edito da Marsilio nella collana “Gli specchi”, nel quale l’autrice racconta la scoperta della propria malattia, la SLA, sempre in una serie di appunti simili a un diario, ma che costituiscono un’opera letteraria di ottimo spessore; o come in Tre diari dove il grande Ingmar Bergman e sua figlia Maria Von Rosen raccontano il cancro che ha colpito Ingrid von Rosen, rispettivamente moglie del famoso regista svedese e madre di lei, riordinando i diari scritti durante il periodo della malattia della donna.
Entrambi questi libri sono scritti in forma di diario proprio come Ti amo, ma a differenza di quest’ultimo emerge in essi la volontà di ricerca dell’infinito, pur nella drammaticità degli eventi quotidiani narrati e nel profondo dolore che li caratterizza, che nasce dalla piena consapevolezza della prossima conclusione della propria esistenza terrena. Non si tratta di essere necessariamente credenti, Ingmar Bergman ad esempio più volte ha espresso nel corso della sua lunga produzione teatrale, cinematografica e letteraria i suoi profondi dubbi sull’esistenza di Dio e di una vita dopo la morte, Ulla Carin Lindquist invece si riavvicina alla fede in particolare durante la malattia. Ciò che conta per sviluppare il tema del lutto nella scrittura in modo più completo è uscire da un materialismo del quale siamo già ricoperti dall’odierna società, capace solo di raccontare l’apparenza di un’esperienza, ma senza ricercare un senso da attribuire a ciò che viviamo.
Significativa è una frase di Hanne Ørstavik in questo romanzo, nella quale afferma che per lei è importante che tutto ciò che scrive "sia vero" quindi legato a un’esperienza concreta, quando la grande narrativa ci ha insegnato tante volte nel corso dei secoli che ciò che gli scrittori scrivono non importa sempre che sia reale, ma piuttosto che sia verosimile, o che esprima un possibile punto di vista sull’esistenza che non deve per forza essere razionale e quindi basato su una realtà dimostrabile, o ancora che l’immaginazione non sempre va associata alla fantasia, significa esplorare territori diversi che non devono per forza fare chiarezza ma più semplicemente interrogare piuttosto che dare risposte certe ai lettori.
Chi scrive sottolinea che tale opinione è di carattere assolutamente personale e che ogni autore può raccontare una storia dalla prospettiva che ritiene più efficace.
Ti amo rimane tuttavia un romanzo che si lascia leggere perché ha un suo principale punto di forza: la descrizione degli stati d’animo. La parte psicologica di questo libro è infatti decisamente la migliore per la capacità della protagonista di mettersi a nudo, non risparmiando critiche a se stessa e confidando al lettore le sue fragilità con una grande sincerità che le fa onore e che sa in alcuni passaggi coinvolgere e commuovere. Le descrizioni di Milano d’inverno nei suoi quartieri benestanti, degli umori e del modo di porsi dei suoi abitanti facendo continui e interessanti confronti con la Norvegia e in particolare con Oslo, la sua capitale dove Hanne Ørstavik ha vissuto a lungo e con la contea del Finnmark, la più a nord dell’intera nazione, dove l’autrice è nata.
I continui viaggi in giro per l’Europa e per altre parti del mondo per partecipare a fiere, presentazioni di libri e altri eventi letterari compiuti dai due protagonisti, la descrizione del sentimento che li unisce è la comune passione per l’arte emozionano regalando belle pagine ai lettori.
Luigi Spagnol, figlio dell’editore Mario Spagnol, direttore della Salani e, insieme a Stefano Mauri, dell’omonimo gruppo che racchiude al suo interno diverse case editrici, tra cui anche Ponte alle Grazie, è stato un importante intellettuale italiano oltre che traduttore e editore, con molti interessi culturali con la passione per la pittura, e autore di molti quadri e per la musica, in particolare per l’opera e il pianoforte. Ha svolto con competenza e passione il suo lavoro, riuscendo a individuare le potenzialità di diversi scrittori destinati a ottenere grandi risultati nel mercato editoriale e pubblicandoli per primo in Italia, come ad esempio: J.K. Rowling con la saga di Harry Potter; Luis Sepúlveda con il romanzo Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare; Benedetta Parodi con tutti i suoi libri di cucina che hanno aperto un filone nuovo con grandi vendite di copie.
Hanne Ørstavik, nata nel 1969 a Tana Bru, piccolo comune nell’estremo nord della Norvegia situato oltre il Circolo Polare Artico, ha tre lauree: una in psicologia, una in lingua francese e un’altra in Sociologia. Ha pubblicato in Norvegia quattordici romanzi fino dal 1994 a oggi, tre dei quali sono stati tradotti finora in italiano, ricevendo in patria anche alcuni prestigiosi riconoscimenti letterari. Tra tutti questi titoli, Amore, tradotto nella nostra lingua da suo marito Luigi Spagnol, è quello che le ha dato la notorietà internazionale. Autrice intelligente,attenta, brava soprattutto nel raccontare gli stati d’animo, può essere considerata quasi italiana d’adozione.
Ti amo, pur con i suoi limiti, rimane sicuramente un libro interessante e da leggere soprattutto per coloro che desiderino affrontare il tema del lutto e delle sue implicazioni psicologiche.
Ti amo
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